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A Pasqua “deserta”, Taormina aspetta l’estate e i turisti stranieri

La capitale del turismo siciliana ha perso il 72 per cento dei turisti lo scorso anno. Gli albergatori speravano di ripartire in primavera, ma è tutto rimandato. Servono i turisti stranieri, però, per far fatturato. "Intanto miglioriamo l'accoglienza"

“Purtroppo anche il 2021 sarà un anno di sofferenza, una vera ripresa cominceremo a vederla l’anno prossimo, ma per tornare ai numeri pre-pandemia dovremo aspettare il 2023”. Gerardo Schuler, presidente dell’Associazione albergatori di Taormina (Aat) non si fa illusioni. “Anche quest’anno – dice – partiremo con grande ritardo. Se tutto va bene partiremo con il turismo interno italiano e siciliano in estate, ma per vedere i primi stranieri dovremo probabilmente aspettare settembre o ottobre”.

Aspettando gli stranieri

Il presidente dell’Aat, titolare dello storico Hotel Villa Schuler nel centro della capitale del turismo siciliano, analizza il momento che stanno vivendo gli albergatori e gli operatori turistici in generale: “In realtà quando sono stato eletto, nel dicembre scorso, pensavamo di ripartire in primavera, ma le cose stanno andando diversamente. Le restrizioni a livello nazionale e soprattutto internazionale continuano ancora oggi e impediscono i viaggi per turismo”. Taormina, eccellenza per il turismo di qualità, soffre soprattutto per le restrizioni ai viaggi nei paesi europei ma anche negli Stati Uniti e in Australia. Dall’estero arrivano qui infatti la maggior parte dei turisti, l’85 per cento del totale.

Turismo di qualità

L’anno scorso il numero di presenze è crollato del 72 per cento, da 1 milione 150 mila a circa 350 mila. Il timore è che il 2021 sia una fotocopia dell’anno passato, visto che siamo in aprile ma le strutture sono ancora chiuse. “Faccio l’esempio del mio hotel: il Villa Schuler è chiuso dal novembre del 2019, 18 mesi di chiusura ininterrotta”. La situazione è analoga per tutti. Basti pensare che Taormina vive all’80 per cento di turismo: qui ci sono 80 alberghi e un centinaio di strutture extralberghiere, e naturalmente anche tutte le altre attività legate al settore, dai ristoranti ai bar. Il capitolo ristori è un altro punto dolente: “sono modesti, neanche sufficienti a pagare tasse e spese fisse”.

“Prepariamoci al meglio”

Per il futuro, però, Schuler vede positivo, anche se si tratterà di avere pazienza per rivedere i numeri di presenze record registrate a Taormina nel 2019 e nel 2018: “Molti albergatori stanno ristrutturando e migliorando le proprie strutture. Lo stesso dovrebbe fare la pubblica amministrazione, prepararsi al meglio per la ripartenza, con adeguamento della sentieristica, decoro, arredo e verde urbano”. Insomma fare grandi pulizie e operazioni di miglioramento dell’ambiente in attesa degli ospiti.

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Turi Caggegi
Turi Caggegi
Giornalista professionista dal 1985, pioniere del web, ha lavorato per grandi testate nazionali, radio, Tv, web, tra cui la Repubblica e Panorama. Nel 1996 ha realizzato da Catania il primo Tg online in Italia (Telecolor). È stato manager in importanti società editoriali e internet in Italia e all’estero. Nel 2013 ha realizzato la prima App sull’Etna per celebrarne l’ingresso nel patrimonio Unesco. Speaker all’Internet Festival di Pisa dal 2015 al 2018, collabora con ViniMilo, Le Guide di Repubblica e FocuSicilia. Etnalover a tempo pieno.

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