fbpx

Aci Trezza, pochi fondi per l’Area marina. Ma la crescita sarà “eclatante”

Il futuro dell'Area protetta attorno alle Isole Ciclopi sarà roseo: lo promette il direttore Riccardo Strada. E il problema annoso del collettore fognario, sottolinea il sindaco Carmelo Scandurra, potrebbe essere risolto a gennaio 2022

Un grande patrimonio da valorizzare, poche risorse a disposizione. Ma nonostante questo c’è la sicurezza di ottenere “risultati eclatanti in due o tre anni”. Questa la situazione dell’area marina protetta “Isole Ciclopi”, spiegata a FocuSicilia dal direttore Riccardo Strada e dal sindaco di Aci Castello Carmelo Scandurra. I numeri parlano chiaro: “Le 29 aree marine protette italiane hanno ricevuto solo 7 milioni di euro nell’ultimo anno, e 3,5 milioni in quello precedente”. Una media, spiega Strada, di 120 mila euro a testa negli ultimi anni, e con una sproporzione enorme se paragonata “agli 85 milioni destinati ai 24 parchi nazionali”. Cifre “sottodimensionate”, a fronte delle tante cose da fare. A partire dalla salvaguardia del mare, tra i più ammirati della Sicilia orientale, che però deve fare i conti con problemi di inquinamento. Secondo il rapporto “Goletta verde”, pubblicato nei giorni scorsi, l’area mostra “la presenza di batteri di origine fecale”, conseguenza di “scarsa o assente depurazione”. 

La questione dell’inquinamento

Una valutazione, quella della campagna antinquinamento promossa da Legambiente, che Strada non condivide. “Monitoraggi più importanti dicono che non ci sono problematiche”. Per il direttore dell’area marina protetta “possono capitare dati fuori scala in momenti di affollamento”, ma ciò non basta a dare “patenti di inquinamento”. Goletta Verde, precisa il direttore, non ha avvertito l’ente della rilevazione in corso. “Non sappiamo dove sia stata fatta, non ci hanno informato come era d’obbligo”. Il direttore ammette che dei problemi esistono. “Siamo in condizione di stress, anche perché l’area è piccola e insiste in zona affollata”. Critico nei confronti dell’associazione anche il sindaco Scandurra. La valutazione sullo stato delle acque, precisa, “spetta all’Asp, che ci comunica costantemente i dati”. Laddove andassero fuori scala, prosegue Scandurra, “il Comune emanerà un provvedimento di divieto di balneazione, come avvenuto in passato al lungomare Scardamiano”.

Leggi anche – Legambiente, un crimine ambientale su dieci è avvenuto in Sicilia

Il collettore di Pantano d’Arci

La questione degli scarichi a mare affonda le sue radici indietro nel tempo. Dal 1989 – data di fondazione dell’Amp – sono stati tanti i progetti messi in campo per sanare la situazione. L’ultimo, che prevede l’allaccio fognario a Pantano d’Arci, non è stato ancora completato. “La stazione appaltante è la Regione siciliana”, precisa il sindaco di Aci Castello. Il Comune “assiste e collabora al progetto”, ma non è in grado di dire “se la consegna indicata dal Rup, a gennaio 2022, sarà rispettata”. Al momento mancano dieci stazioni sollevamento, “cinque nel nostro territorio, una a Capo Mulini e quattro nel comune di Catania”. Tante amministrazioni coinvolte, tanti passaggi burocratici da rispettare. “Si è perso moltissimo tempo, io sono stato costretto a scrivere al prefetto per sollecitare un tavolo tecnico”.

Leggi anche – Depurazione in Sicilia, 1,8 miliardi per l’adeguamento. “Fine lavori nel 2026”

Migliorare l’area marina protetta

L’impatto dell’area marina protetta sul territorio che la ospita, burocrazia permettendo, potrebbe essere importante. Ne è convinto il direttore Strada. “Abbiamo un mare eccezionale, fauna e flora ricchissime, acque di buona qualità perché molto profonde”. Le Amp, spiega il direttore, hanno una natura giuridica molto particolare. “Sono le uniche zone dove il potere dell’amministrazione locale si estende a mare, quindi ha influenza diretta su di esso”. Questo non succede in alcun altro luogo, aggiunge Strada, e rappresenta una grande opportunità. “Abbiamo in programma una serie di azioni per rendere più fruibile il mare, anzitutto per i portatori di handicap, anziani, bambini”. Quello dei Ciclopi è un mare “scomodo”, difficile da raggiungere. La sfida per migliorarlo “è entusiasmante, il lavoro è molto ma impegnandosi si possono ottenere risultati”, dice Strada.

Leggi anche – Inquinamento, erosione, depuratori: tutti i guai delle spiagge siciliane

Collegarsi all’economia locale

Tra le azioni in programma c’è anche l’allargamento dell’area marina protetta. “Un’area più grande è più facilmente gestibile, soprattutto per quanto riguarda la pesca e la nautica da diporto”, dice ancora il direttore. Un mito da sfatare, aggiunge, è che all’interno delle Amp non si possa pescare. La materia, precisa Strada, è gestita insieme agli stessi pescatori cercando di raggiungere un’equilibrio tra le loro esigenze e quelle della fauna. Un approccio che non vale soltanto nel mare dei Ciclopi. “Nel Mediterraneo non esistono aree protette integrali, come i grandi parchi nazionali americani o africani”. L’Area marina protetta può esistere “soltanto se strettamente collegata con l’economia locale”, per questo è importante che sia “un’economia buona, ecocompatibile, e non un’economia di rapina”.

Leggi anche – Isole minori, la sostenibilità è lontana. Rinnovabili al palo, l’energia va a gasolio

Stimolare il turismo di qualità

L’Amp come fonte di ricchezza da valorizzare, dunque. Una visione condivisa anche dal sindaco Scandurra. “Questi interventi, come quelli sul collettore ci permetterà di svoltare pagina”. Il primo cittadino rivolge un appello alla cittadinanza e ai turisti. “Vogliamo nel nostro territorio persone che rispettano l’ambiente, invece molti vengono per sfruttarlo e senza rispettarlo”. Da parte sua, il Comune punta nei prossimi mesi a incrementare i servizi per stimolare il turismo di qualità e non solo quello “mordi e fuggi”. Anche ad Aci Castello la crisi innescata dal Covid-19 ha colpito duro. “La pandemia ha certamente aggravato le problematiche dei commercianti, lo Stato ci ha permesso di ripartire”. Una grossa mano può venire proprio dal turismo, a patto di fare le mosse giuste, anche sul piano politico.

Leggi anche – Unict, il 18 per cento del territorio siciliano sotto tutela. Ma l’ambiente resta minacciato

Far crescere l’orgoglio del mare

Un progetto giocoforza di lungo periodo, “che coinvolgerà anche la prossima amministrazione, di qualunque colore sia”, dice il sindaco Scandurra. Anche nella gestione dell’area marina protetta, aggiunge Strada, per vedere i risultati occorre tempo. “Io sto continuando il lavoro del mio predecessore Emanuele Mollica, scomparso da tre anni e mezzo quando sono arrivato io”. Molte criticità segnalate già nel 2009 da Mollica sussistono ancora. “Io sono in carica da pochi mesi, sto riprendendo da dove si era lasciato”, dice il direttore. E Strada per il futuro ha le idee chiare: “Il segreto per rilanciare l’area marina protetta è far crescere l’orgoglio del mare, scoprendo tutto quello che non si vede dal pelo dell’acqua”. Facendo ciò “siamo sicuri che presto, nel giro di due o tre anni, avremo risultati eclatanti”.

Leggi anche – Abusi edilizi sul mare, dal Cga no alle sanatorie. Plauso di Legambiente Sicilia

Il destino del lido dei Ciclopi

L’area marina non è l’unico fronte su cui Aci Castello attende risposte. Una questione di primo piano è quella del lido dei Ciclopi, sottratto nel 2001 alla criminalità organizzata e oggi in amministrazione controllata. “Nel 2009 ci fu un referendum cittadino, nel quale il 90 per cento votò per la costruzione di un passaggio pedonale e di una ciclabile all’interno del lido”, ricorda il sindaco Scandurra. Il prossimo passo per realizzare i progetti – tra i quali quello di un parcheggio, di cui la città avrebbe bisogno – è l’acquisizione del bene. “Il consiglio comunale a maggioranza, non all’unanimità, la richiesta di acquisizione”. La palla passa adesso all’Agenzia nazionale per i beni confiscati, che dovrà stabilire se il business plan sull’area sia corretto o meno. “Noi siamo convinti delle potenzialità del lido dei Ciclopi in un’ottica nuova. Vedremo cosa accadrà”, conclude Scandurra.

- Pubblicità -
Valerio Musumeci
Valerio Musumeci
Valerio Musumeci, giornalista e autore. Nel 2015 ha esordito con il pamphlet storico-politico "Cornutissima semmai. Controcanto della Sicilia buttanissima", Circolo Poudhron, con prefazione della scrittrice Vania Lucia Gaito, inserito nella bibliografia del laboratorio “Paesaggi delle mafie” dell'Università degli Studi di Catania. Nel 2017, per lo stesso editore, ha curato un saggio sul berlusconismo all'interno del volume "L'Italia tradita. Storia del Belpaese dal miracolo al declino", con prefazione dell'economista Nino Galloni. Nel 2021 ha pubblicato il suo primo romanzo, "Agata rubata", Bonfirraro Editore.

DELLO STESSO AUTORE

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Social

25,010FansMi piace
712FollowerSegui
392FollowerSegui
679IscrittiIscriviti
- Pubblicità -

Ultimi Articoli