A Messina il 53 per cento dell’acqua immessa nelle condotte idriche si perde per strada. Un’emergenza certificata dai problemi che i cittadini si trovano a fronteggiare periodicamente. Adesso il sindaco Federico Basile ha annunciato un maxi-piano da quasi 70 milioni di euro per “ridurre le perdite ed efficientare la distribuzione idrica”. Si tratta del programma di investimenti 2023-2026 di Amam, la società che gestisce il servizio idrico nella città dello Stretto. L’obiettivo è consentire “l’erogazione alla cittadinanza di un bene primario quale è l’acqua, ininterrottamente h24″. I lavori, spiegano da palazzo Zanca, saranno finanziati “in massima parte con risorse extra bilancio, Fondi sviluppo e coesione 2014/2020, Masterplan e Pnrr”. Tra gli interventi previsti, il potenziamento della ricerca idrica, l’adeguamento e il ripristino del Serbatoio Montesanto, la mitigazione della vulnerabilità dell’acquedotto Fiumefreddo. Spazio anche alla tecnologia, con l’installazione di sensori mesm@rt nell’anello di distribuzione Mangialupi. Si tratta di strumenti per monitorare la gestione della risorsa idrica, finanziati attraverso il Pon Metro.
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Il Piano del Comune di Messina e di Amam
Entrando nel dettaglio dei lavori, la “fetta” finanziata attraverso il Pnrr, Piano nazionale di ripresa e resilienza, è molto consistente. Si tratta di oltre 20,5 milioni di euro, “per la razionalizzazione, l’efficientamento e la riduzione delle perdite delle reti idriche interne della Città”. Tra gli altri interventi previsti, “il rifacimento di circa 150 chilometri di reti terziarie, degli allacci utenza e l’implementazione dei contatori per smart metering [meglio noti come contatori intelligenti, ndr] con parziale sostituzione degli stessi”. L’inizio dei lavori è previsto a gennaio 2024 e la fine nel 2026, data di scadenza obbligata per tutti i progetti che fanno capo al Next Generation Eu. Il finanziamento maggiore in assoluto, quasi 40 milioni di euro, viene però dal Pniissi, Piano nazionale di interventi infrastrutturali per la sicurezza del settore idrico. I progetti finanziati sono in tutto sei, e riguardano tra le altre cose l’efficientamento dei serbatoi idrici a Nord e a Sud di Messina. Ma anche la sostituzione di alcune condotte e il rifacimento di tratti vetusti.
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Gli interventi sull’acquedotto Fiumefreddo
A proposito di condotte, gli interventi finanziati con 3,1 milioni di euro del Masterplan di Messina – evoluzione del “Patto per lo sviluppo della Città metropolitana” firmato nel 2016 con il governo Renzi – si concentrano sull’acquedotto Fiumefreddo. Si tratta della principale risorsa idrica di Messina, a cui fornisce circa l’80 per cento dell’acqua. La condotta, lunga 60 km, ha origine a Piedimonte Etneo e secondo Amam è esposta “alla natura geologica dell’ambito attraversato”, cioè a frequenti frane che causano “l’interruzione dell’erogazione idrica“. Da qui la necessita di “interventi indispensabili” come gli impianti di protezione. Sempre con il Masterplan sarà ripristinato il serbatoio Montesanto, “per dotare di una utile riserva idrica il Comune, anche al fine di scongiurare eventuali emergenze” (4,2 milioni). Infine sarà potenziata la “ricerca idrica“ per superare la dipendenza dal “Fiumefreddo” (4,5 milioni). Il fine lavori è previsto per il 2024.
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Acqua, sprechi per 40 milioni di litri l’anno
Come spiegato in diverse occasioni da FocuSicilia, il problema delle perdite nelle condutture idriche riguarda tutta la Regione. Secondo gli ultimi dati Eurispes, aggiornati al 2020, su 677 milioni di metri cubi immessi nelle reti comunali di distribuzione dell’acqua potabile, l’Isola ne disperde 321 milioni, il 52,5 per cento. Il problema riguarda tutti i grandi centri, con in testa Catania (55,4 per cento), seguita da Palermo (48,8 per cento) e Messina (44,4 per cento). Conti alla mano, dei quasi 90 milioni di metri cubi immessi nelle reti comunali della città dello Stretto, quasi 40 milioni vanno dispersi. Secondo quanto riferito dalla presidente di Amam Loredana Bonasera, il dato nel 2023 sarebbe ancora più alto, toccando come detto il 53 per cento. Ciò comporta disagi maggiori per i cittadini messinesi. Con la fornitura h24 che al momento, come confermato nelle scorse ore dal sindaco Basile, è tutt’altro che garantita. Da qui la necessità di un “articolato programma di investimenti” per rendere l’acqua potabile disponibile a tutte le ore del giorno.