Si presenta come una società ad azionariato popolare per cui le quote sono in mano a diversi soggetti non istituzionali e annuncia di volare da Comiso, come compagnia low cost, già dal prossimo giugno. A mettere i soldi sul piatto ci sono cittadini e aziende. Circa 600 le adesioni ad oggi. Giovedì prossimo (30 gennaio) vuole fare la richiesta per la licenza ed entro la fine del 2021 vorrebbe avere almeno cinque o sei aerei per le diverse rotte e dare un posto di lavoro a circa 600 persone. Stiamo parlando di Aerolinee siciliane. È questo il nome scelto per la nuova compagnia aerea che vuole rappresentare un’alternativa di spostamento per i siciliani e un centro di manutenzione per il Mediterraneo. Tanti i buoni propositi, ma nonostante la volontà di bruciare ogni tappa, ci sono ancora alcuni passaggi da chiarire. C’è ad esempio l’annuncio di partire da Comiso, ma l’accordo con lo scalo non è ancora stato definito.
Come nasce il progetto
Il creatore del progetto è Luigi Crispino, che racconta di averlo fatto circa due anni fa “su richiesta amichevole di ambienti vicini al presidente della Regione”. Come afferma Crispino era previsto che la Regione, attraverso Irfis o altro ente, sottoscrivesse il capitale sociale. Dopo la fase di startup, avrebbe poi dovuto metterlo a disposizione dell’azionariato popolare, mantenendo una quota di minoranza e la golden share, “che avrebbe impedito lo stravolgimento sia della mission aziendale sia della struttura della società, così che non comandi chi ci mette più soldi”. Era previsto anche un tetto di stipendio per i dirigenti, pari a “due volte quello di un impiegato medio”. La cifra avrebbe potuto salire solo in virtù dei risultati raggiunti. La filosofia alla base, che è rimasta anche per il progetto Aerolinee siciliane, “non era apprezzata” tanto che “volevano stravolgere il progetto”. L’opzione non è piaciuta a Crispino, che ha quindi abbandonato quel percorso.
L’avvio di Aerolinee lo scorso dicembre
Lo scorso dicembre, probabilmente anche a causa del tanto patito problema del caro voli, “su sollecitazione di tante persone abbiamo buttato il cuore oltre l’ostalo”. L’idea dell’azionariato diffuso (già parte integrante del progetto presentato due anni prima) è rimasta. La società avrebbe struttura duale, contando sia un consiglio di gestione che su uno di sorveglianza. Il primo “deve amministrare la società”, il secondo rappresenta “la categorie degli azionisti, la fondazione con il diritto di veto e un rappresentante indipendente. Ha funzioni strategiche e di controllo della gestione”.
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Azionisti divisi in tre categorie
La situazione è in divenire e anche i numeri di riferimento lo sono. Il capitale interamente versato fino allo scorso sabato, quando si è riunita l’assemblea della nuova società, è di 173 mila euro. “Ma alcuni ne hanno versato una parte seppure sottoscrivendo l’intera quota”, precisa Crispino. Basti pensare che soltanto le aziende interessate, tra cui Sisac e Butterfly helicopter, avrebbero stabilito un investimento “da 100 mila euro”. C’è da fare una differenza tra adesioni e sottoscrittori. “Attualmente il 93 per cento di chi ha dimostrato interesse e quindi ha aderito ha poi concretizzato. Il restante sette per cento è ancora in itinere”. Tre le tipologie di partecipazione: i soci individuali frazionari danno un contribuito che va dai 400 ai 1900 euro e vengono riuniti in cooperativa; i soci individuali, lo zoccolo duro, danno contributi dai 2 mila ai 10 mila euro; per i soci imprese è previsto un contributo dai 10 mila euro in su.
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Aumento di capitale
Tutti hanno un rappresentante nel consiglio di sorveglianza e “a prescindere dal capitale sociale che rappresentano, si ha diritto di voto fino al 5 per cento. Un tetto che, spiega Crispino, offre “una salvaguardia per i piccoli azionisti, che così non serviranno solo a raccogliere capitale”. Per le aziende è anche previsto un iter di verifica, “non ultima la certificazione antimafia”. Poiché l’obiettivo è grande, inoltre, durante l’assemblea è stato stabilito l’aumento del capitale sociale fino a 10 milioni di euro. Le adesioni secondo Crispino stanno galoppando e la tendenza è di una crescita “tra 130 e 140 mila euro di adesioni al giorno”. Una dimostrazione che i siciliani “sono grandiosi”. “Ho scommesso su un popolo vituperato, accusato di tutto e di più. Invece è gente che vuole fare e ne darà dimostrazione”. Crispino esalta i siciliani, ma non è del tutto velato il dissenso nei confronti della classe politica siciliana. “Se ritiene che stiamo facendo delle cose buone e vogliono aiutare bene, ne prendiamo atto. Il tempo renderà giustizia a tutti”.
Aerolinee siciliane e la base a Comiso
Stando agli annunci dal prossimo giugno si potrà già volare. “Comiso l’abbiamo già indicata come nostra base operativa”. Ci sono dei però da considerare. L’accordo non è ancora stato firmato. Crispino ha chiesto 10 mila metri quadrati e due palazzine. “Non darceli, su un terreno di 87 ettari, mi sembra un po’ specioso, ma contiamo che ce le diamo anche perché giovedì dobbiamo fare la richiesta di licenza”. L’area di cui parliamo dipende dal comune di Comiso e la sindaca Maria Rita Annunziata Schembari spiega che si tratta di una proprietà regionale che il Comune ha avuto in uso. Per concederla ad Aerolinee siciliane, però, la procedura non sembrerebbe così immediata. In primis perché si tratta di spazi pubblici per cui è necessario fare un avviso pubblico “che stiamo predisponendo”, dice la sindaca. In secondo luogo perché “il signor Crispino mi ha chiesto una concessione gratuita e diretta, ma il Comune non può dare nulla di gratuito a un’attività commerciale, per quanto meritoria”. A questo, secondo Schembari, va aggiunto che “come da colloquio con l’assessore Armao, per progetti di un certo rilievo il Comune deve comunque parlare con il proprietario, che è la Regione. Non può fare da solo”. La sindaca e Crispino dovrebbero incontrarsi per discutere della cosa domani, 28 gennaio.
Gli obiettivi della nuova low cost
Qualora con Comiso non si dovesse riuscire a trovare un accordo, Crispino si dice sicuro di trovare un altro hub. “Ce ne andremo a Palermo o anche a Malta, dove ci sono gli spazi e vogliono creare lavoro perché un centro manutenzione e una sede operativa significano centinaia di posti di lavoro”. La società si è data un crono-programma: entro il 2021 vorrebbe avere “cinque o sei aeromobili in affitto, che significano circa seicento posti di lavoro”. Aerolinee siciliane vorrebbe diventare una vettore per la Sicilia, ma anche un centro manutenzioni di riferimento del Mediterraneo, accanto a quelli di Napoli, Malta e Tel Aviv. I prezzi dei biglietti saranno “fortemente concorrenziali, secondo le condizioni corrette di mercato senza speculazione. Una vera low cost”. Nessuna super promozione da pochi euro all’orizzonte se non “per attività di sviluppo sociale, di necessità e di solidarietà come per le scolaresche”.
Chi è Luigi Crispino
Crispino dice che il progetto “è di tutti i siciliani che hanno deciso di scommetterci”. Per lui, però, non è il primo tentativo di volare. È stato il creatore di Air Sicilia e Windjet. Compagnie poco fortunate. Crispino racconta che per la Windjet (2003-2012) ha lavorato solo pochi mesi. “Esaurito il compito per la costruzione della compagnia sono andato via”. Di Air Sicilia (1994-2012) era invece il patron. Crispino addebita la sua fine “a diverse vicissitudini non legate alla redditività”. In particolare punta il dito contro “l’ostracismo degli aeroporti, azioni della massoneria deviata legata anche ad ambienti aeroportuali e al fatto che io avevo rotto il monopolio”. Ma anche “presunti problemi sulla sicurezza, mentre noi facevamo manutenzione per Alitalia”. Crispino ha anche subito un processo per bancarotta fraudolenta, ma è stato assolto perché il fatto non sussiste.