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Agricoltura e clima, Op Rossa di Sicilia: “Puntare su innovazione e ricerca”

“Su controllo del territorio e azioni di sviluppo, la politica ha pesanti responsabilità”. Queste le parole del presidente dell'organizzazione dei produttori della tipica arancia. E chiede al presidente della Regione di "mandare a casa i responsabili”

“Innovazione e ricerca sono le parole che si ripetono più frequentemente nei piani operativi finanziati dall’Unione Europa, con una soglia di spesa minima, riferita alla ricerca , che oggi diventa del 5 per cento”,  ha ricordato il presidente dell’OP Rossa di Sicilia, Giuseppe Di Silvestro ieri pomeriggio, nella sede di Caltagirone, ad apertura del convegno sul tema del “Cambiamento climatico in agricoltura” che ha visto la presenza importante e qualificata di  quattro docenti del Dipartimento Agricoltura, Alimentazione Ambiente dell’Università di Catania. “E’ stato un momento di confronto necessario e fondamentale tra produttori e  mondo accademico – ha sottolineato Di Silvestro – grazie al quale tracciare un nuovo modo di produrre, di adattare il nostro lavoro al cambiamento dell’ambiente e delle piante”. 

Alluvione nel catanese: “Responsabilità politiche”

Un incontro organizzato molto prima che la violenta alluvione di una settimana fa, si abbattesse sul territorio etneo e sulla Piana di Catania – ha evidenziato Di Silvestro – Un territorio che ha pagato un prezzo altissimo con la morte di due persone, travolte dalla furia dell’acqua a Scordia e di una terza a Gravina di Catania”, oltre ai danni subiti, strutturali e infrastrutturali, e sulle stesse produzioni la cui portata è tutta ancora da quantificare. “Eventi straordinari certamente – ha sottolineato–  sui quali però, pesa come un macigno la responsabilità della politica che per quarant’anni ha lasciato in abbandono i territori, con la manutenzione all’osso di fiumi, torrenti, colline, se non quando addirittura affidata alla privata iniziativa di qualche contadino che oggi ha abbandonato la terra per età o per mancata redditività”. Danni ambientali e nuovo approccio all’agricoltura del futuro, sono due aspetti del cambiamento climatico da tenere ben distinti, dunque. “Sul primo aspetto rinnovo l’appello alla Regione di costituire una cabina di regia inserendo, meno politica e più competenza tecnica e ricerca; sul secondo – ha proseguito –l’invito è rivolto agli agricoltori di prendere atto che il mondo agricolo e agrumicolo in particolare, sono cambiati ed è necessario adottare nuovi strumenti”.

Gli esperti intervenuti

Gli interventi sono stati dei docenti Stefano La Malfa, Alessandra Gentile, Giancarlo Polizzi, Biagio Pecorino hanno permesso di declinare il cambiamento climatico sotto vari aspetti: gli effetti biologici e le ricadute agronomiche, le possibili strategie di controllo nel breve e lungo periodo, le problematiche fitosanitarie; l’impatto sull’economia aziendale. Tutti aspetti dai quali non si può prescindere per affrontare la competitività dei mercati, in un’ottica di sistema. Erano presente, tra gli altri,  il neo presidente dell’Ordine dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali della Provincia di Catania, Enrico Catania e la presidente del Distretto degli Agrumi, Federica Argentati.

Un’organizzazione con 330 produttori

L’Op Rossa di Sicilia conta circa 330 produttori, tra soci singoli e soci aderenti alle 11 cooperative. “Oggi bisogna fare sistema, superando l’atavico individualismo siciliano – ha avvertito Di Silvestro, che non ha perso l’occasione per sottolineare le difficoltà  di un settore, tutte legate ai problemi della produzione di stare al passo con  i mercati  esteri. “Il mondo degli agrumi non è in crisi – ha detto – l’Istat conferma che il consumo  medio degli agrumi da parte delle  famiglie è costante durante tutto l’anno, e lo è almeno da 10 anni. Il problema quindi  non sta nella domanda ma nell’offerta, quando mancano le arance siciliane, vengono  acquistate  quelle estere. Deve cambiare l’approccio alla produzione”. Non è mancato neppure il passaggio all’Ultima Pac che ha tagliato fondi cospicui al Psr. “Se l’Unione Europea crede ancora che il Sud possa seguire un percorso  di ripresa e crescita – ha ammonito – non la pensa allo stesso modo evidentemente la politica perché la bocciatura dei progetti  presentati dalla regione Siciliana, è la conferma di come l’inefficienza e la incompetenza siano alla base dei nostri mali, non imputabili ad altro o ad altri. E’ inaccettabile. Musumeci non ha forse dichiarato di mandare i responsabili a casa? Bene lo faccia. Glielo chiediamo anche noi”.

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Redazione
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Business, Lavoro, Ambiente, Legalità e Sicurezza. FocuSicilia ha l'obiettivo di raccontare i numeri dell'isola più grande del Mediterraneo. Valorizzare il meglio e denunciare il peggio, la Sicilia dei successi e degli insuccessi. Un quotidiano che crede nello sviluppo sostenibile di una terra dalle grandi potenzialità, senza nasconderne i problemi.

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