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Agricoltura in Sicilia, Flai Cgil spinge su filiera chiusa e qualità del lavoro

Uno studio del sindacato raccoglie analisi di esperti e docenti universitari e indica percorsi per uno sviluppo del settore. Applicare queste soluzioni rilancerebbe l’intera economia, avrebbe cura delle aree interne e del territorio contrastando gli effetti dei cambiamenti climatici

Agricoltura, in Sicilia Cgil “offre l’opportunità di fondare un nuovo modello di sviluppo su un comparto di grande versatilità come quello agricolo che dà anche la possibilità di sostenibilità. Il lavoro della Flai Sicilia raccoglie analisi e indica percorsi per uno sviluppo del settore. Rilancerebbe l’intera economia, avrebbe cura delle aree interne e del territorio in genere contrastando gli effetti dei cambiamenti climatici. Lo ha detto il segretario generale nazionale della Flai Cgil, Giovanni Mininni, concludendo il dibattito in occasione della presentazione  del volume “Verso un sistema Agroecologico siciliano, per il cibo ‘giusto’, per le foreste, l’ambiente e per la qualità del lavoro“. Il lavoro, a cura della Flai Cgil Sicilia, raccoglie analisi  e interventi di esperti e docenti universitari.

Lotta contro lo sfruttamento e il caporalato

“Un lavoro – ha aggiunto Mininni – che il sindacato mette a disposizione del governo regionale e delle forze politiche. Uno strumento per costruire un percorso di sviluppo sostenibile”. “Un percorso – ha detto Massimiliano D’Alessio, della fondazione Metes – che punta a un nuovo paradigma agro-ecologico che abbia al centro non solo il profitto ma la sostenibilità in tutti i suoi aspetti, ambientale, sociale, economica, occupazionale”. Sul tema del lavoro si è soffermato in apertura Tonino Russo, segretario generale della Flai Cgil Sicilia. Il sindacato è impegnato in questi anni nella lotta contro lo sfruttamento e il caporalato. Con il progetto Diagrammi la Flai ha incontrato le Procure di Siracusa, Ragusa e Catania e gli ordini degli avvocati e dei commercialisti.

Produzioni di eccellenza ma salari di basso livello

“Lo sfruttamento – ha sottolineato Russo – non è un fenomeno che riguarda solo i migranti ma tutti i lavoratori agricoli. Il grande paradosso è che la Sicilia ha produzioni di eccellenza – ha detto – è ad esempio la prima regione per il biologico, ma è anche la regione del sotto salario, del lavoro nero, dei contratti applicati, quando accade, ai livelli più bassi. Non può esserci pienamente qualità – ha rilevato –  se non c’è anche un lavoro che garantisca la dignità di chi lo compie”. Alfio Mannino, segretario generale della Cgil Sicilia, ha dichiarato: “Oggi la Sicilia è la seconda regione d’Italia  per produzione agricola, ma non è nella stessa posizione per quanto riguarda trasformazione e commercializzazione. Il tema è dunque questo: chiudere la filiera, lavorare sugli anelli mancanti. L’agroalimentare, comparto coerente con le vocazioni dell’Isola – ha rilevato – avrebbe così la possibilità di diventare settore industriale trainante per l’intera economia”. Mannino ha sottolineato che “le prossime scelte , a partire da quelle del Programma di sviluppo rurale, dovranno essere scelte selettive che puntano alla chiusura della filiera”.

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Redazione
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Business, Lavoro, Ambiente, Legalità e Sicurezza. FocuSicilia ha l'obiettivo di raccontare i numeri dell'isola più grande del Mediterraneo. Valorizzare il meglio e denunciare il peggio, la Sicilia dei successi e degli insuccessi. Un quotidiano che crede nello sviluppo sostenibile di una terra dalle grandi potenzialità, senza nasconderne i problemi.

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