Lo scorso tre ottobre 2023, il Parlamento Europeo, con 614 voti a favore, due contrari e quattro astensioni, ha adottato in via definitiva una direttiva finalizzata alla protezione dei lavoratori dei Paesi dell’Ue dai rischi alla salute che derivano dall’esposizione all’amianto. Nonostante, com’è noto, l’amianto sia altamente nocivo per la salute dell’uomo, dichiarato altresì cancerogena dall’Organizzazione mondiale della sanità, questa sostanza è ancora oggi molto utilizzata nel settore edilizio e in diversi altri comparti produttivi.
Alcuni dati sui tumori
A riprova di quanto sopra basti pensare che, secondo le più recenti stime Eurostat, il 78 per cento dei tumori professionali riconosciuti negli Stati membri dell’Unione europea è legato all’esposizione all’amianto. Sebbene tutte le forme di amianto siano state vietate nell’Ue dal 2005, le fibre di amianto sono ancora presenti in milioni di edifici e infrastrutture e uccidono più di 70 mila persone all’anno in Europa.
Gli obblighi della direttiva
La direttiva summenzionata, di cui si attende l’adozione formale del Consiglio, prodromica alla pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell’UE, obbligherà i Paesi membri ad approntare delle attività volte a diminuire i limiti di esposizione all’amianto dei lavoratori. Anche attraverso l’introduzione di tecnologie più moderne e accurate per rilevare la presenza di fibre sottili di amianto. In particolare, la norma in commento, per ridurre il livello di esposizione alle fibre di amianto, ha previsto che il livello di esposizione professionale (cd. OEL) dovrà essere immediatamente ridotto dall’attuale 0,1 allo 0,01 fibre di amianto per centimetro cubo.
I dispositivi di protezione individuale
A tal fine, entro massimo sei anni dall’entrata in vigore della direttiva, gli Stati membri dovranno utilizzare la microscopia elettronica. Una tecnologia più moderna e sensibile in grado di rilevare anche le fibre più sottili. Inoltre, la direttiva pone numerose prescrizioni in virtù delle quali, per un verso, si impone ai lavoratori di indossare indossare dispositivi di protezione individuale e respiratori. Per altro verso, si garantisce a questi ultimi che gli indumenti indossati siano puliti in modo sicuro e, dunque, decontaminati. Pertanto, tramite la normativa che verrà approvata, l’Unione europea prosegue in quel percorso tracciato dai Trattati istituzionali volto a garantire l’esistenza di standard minimi comuni in materia di assistenza sanitaria, nonché di diritto del lavoro.