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Grandine fuori stagione e ragno rosso: le minacce all’arancia bionda di Ribera

Clima troppo caldo e parassiti rischiano di danneggiare la produzione dell'arancia bionda di Ribera. Un'eccellenza siciliana che ha ottenuto la Denominazione di origine protetta, ma che deve fare i conti con la congiuntura internazionale e le difficoltà del mercato agricolo siciliano

È apprezzata per la polpa bionda, senza semi e ricca di proprietà, a partire dalla grande quantità di vitamina C. Parliamo dell’arancia di Ribera, nell’agrigentino, un’eccellenza siciliana – ha ricevuto nel 2010 la Denominazione di origine protetta – che però deve fare i conti con vari problemi, dal cambiamento climatico ai parassiti che possono attaccare la pianta. “A settembre abbiamo avuto delle forti grandinate, mai registrate negli anni scorsi, che in alcune zone hanno portato a una perdita del 50 per cento della produzione”, spiega a FocuSicilia Michelangelo Labbate, titolare dell’azienda agricola Arance Castello, proprio a Ribera. La proprietà “fortunatamente non ha subito danni”, ma ad altri produttori “non è andata così bene”. La raccolta sarebbe dovuta iniziare a novembre, “ma slitterà di un paio di settimane, perché a causa del caldo prolungato i frutti sono ancora totalmente verdi”. Altra incognita, come detto, è quella dei parassiti. “Il principale è il ragno rosso, un afide che non permette alla pianta di crescere come dovrebbe “, dice ancora Labbate.

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Arancia di Ribera, raccolta legata al clima

Il problema principale dell’arancia di Ribera, però, rimane il clima. Per il produttore i fenomeni che si stanno verificando quest’anno sono inediti, e rischiano di influire in negativo sulla produzione. “Con il caldo prolungato il frutto non riesce a maturare nei tempi giusti. Inoltre alcuni produttori stanno avendo difficoltà con l’approvvigionamento idrico, problema che non ha toccato la mia azienda”, spiega Labbate. In generale, aggiunge l’agricoltore, il raccolto degli agrumi è fortemente influenzato dall’andamento climatico della stagione. “Lo stesso albero, in annate diverse, può dare due o cinque cassette. L’anno scorso, per esempio, la nostra resa è stata più bassa, con circa mille cassette raccolte”. Calcolando circa 15 chili per cassetta, la stima è di circa una tonnellata e mezza di agrumi, che Labbate vende direttamente, senza intermediari. “Il prezzo che applichiamo al momento è di 50 euro per 24 chili di arance, quindi poco più di due euro al chilo”.

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L’impatto del caro-materiali sull’agricoltura

Le difficoltà, prosegue Labbate, sono legate anche alla congiuntura internazionale. In particolare all’aumento del costo dell’energia e delle materie prima – compresi gli imballaggi, comparto fondamentale per il settore agricolo – che dallo scoppio della guerra tra Russia e Ucraina nella primavera 2022 si è fatto sempre più pesante. “Alcuni prodotti sono arrivati a costare il 100 per cento in più rispetto al passato, con un aumento notevole dei costi per noi coltivatori”. L’attività dell’azienda Arance Castello (che ha scelto di non aderire al Consorzio di tutela Arancia di Ribera Dop) è sostenibile anche perché l’agricoltore si occupa di tutto, dalla cura delle piante all’innaffiatura, fino alla raccolta. “Con grandi sacrifici riesco a gestire tutto, anche con l’aiuto di mio padre che per primo ha avviato l’azienda”. Per Labbate lavorare in agricoltura “non è affatto semplice“, ma allo stesso tempo “quest’attività è tutto per noi, quindi ci sacrifichiamo volentieri“.

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Il passaggio al biologico e il negozio online

In questo contesto, la strategia messa in campo è quella di rilanciare, sia dal punto di vista della produzione che delle modalità di vendita. “Da due anni abbiamo deciso di avviare le procedure per la trasformazione in agricoltura biologica, a partire dalla prossima stagione”. Uno sforzo importante dal punto di vista economico, “visto che ci sono molte spese da affrontare”, ma che permetterà all’azienda di “produrre frutti ancora più genuini”. Allo stesso tempo il produttore ha deciso di puntare su un negozio online per vendere i suoi agrumi. “Siamo stati quasi obbligati a fare questo passo, visto che a Ribera non c’è un mercato agricolo e la grande distribuzione è difficile da raggiungere”. La vendita attraverso il web ha i suoi vantaggi, precisa Labbate. “Possiamo spedire in tutta Italia, nel giro di 24-48 ore. Ed è anche un modo per promuovere questo prodotto e il nostro territorio, soprattutto in un momento così complesso per la nostra agricoltura”.

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Valerio Musumeci
Valerio Musumeci
Valerio Musumeci, giornalista e autore. Nel 2015 ha esordito con il pamphlet storico-politico "Cornutissima semmai. Controcanto della Sicilia buttanissima", Circolo Poudhron, con prefazione della scrittrice Vania Lucia Gaito, inserito nella bibliografia del laboratorio “Paesaggi delle mafie” dell'Università degli Studi di Catania. Nel 2017, per lo stesso editore, ha curato un saggio sul berlusconismo all'interno del volume "L'Italia tradita. Storia del Belpaese dal miracolo al declino", con prefazione dell'economista Nino Galloni. Nel 2021 ha pubblicato il suo primo romanzo, "Agata rubata", Bonfirraro Editore.

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