Centinaia di artigiani e piccoli imprenditori siciliani attendendo finanziamenti per quindici milioni di euro. Crias, la Cassa regionale per il credito alle imprese artigiane, non li eroga e le associazioni datoriali delle imprese siciliane lanciano un allarme di rischio fallimento. L’accesso al credito agevolato per le imprese artigiane siciliane è sempre stato uno strumento fondamentale per il loro sopravvivenza, ma ad oggi la macchina è inceppata. La causa è “l’adeguamento del fondo di gestione della Crias ai dettami del decreto legislativo 118 sull’armonizzazione contabile”. Lo denunciano Cna, Casartigiani, Confartigianato e Claai. Un problema che si aggiunge all’accorpamento con l’Ircac, la cassa delle cooperative.
Il Dl. 118 sull’armonizzazione contabile
Le associazioni datoriali descrivono la prescrizione “particolarmente restrittiva” che “di fatto blocca l’operato” della Cassa regionale per le imprese artigiane siciliane. Il “nodo centrale che paralizza l’attività di erogazione è rappresentato dall’adeguamento del fondo di gestione della Crias ai dettami del decreto legislativo 118 sull’armonizzazione contabile”, dicono. Dettami che sono incompatibili con l’attività dell’ente perché “agisce solo con la disponibilità pari al rientro”. Sono centinaia le attività in attesa di ricevere la somma richiesta. “Artigiani e piccoli imprenditori, i quali hanno già sottoscritto compromessi di acquisto o stato di avanzamento dei lavori che, in assenza della concessione del credito, rischiano di trasformarsi in una sorta di trappola”. Il fondo di finanziamento della Crias rappresenta per le aziende liquidità a tassi molto agevolati con un piano di ammortamento a tassi bassi, in tempi brevi. “Basti pensare che nel 2019 l’erogato ha superato i 75 milioni di euro” a circa 80 mila imprese, sottolineano da Cna, Casartigiani, Confartigianato e Claai. Se il blocco dovesse perdurare “significa spingere questi operatori economici verso un inevitabile triste epilogo”.
Né Dl 118 né Irca
Si invoca quindi un intervento della politica seppure si dicono “molto preoccupati” per come la politica regionale si sta occupando di “questa delicata materia”. Le associazioni dei artigiani e dei piccoli imprenditori offrono due opzioni al governo guidato da Nello Musumeci. Il mantenimento dello status quo in merito alla gestione contabile, “il collaudato sistema della contabilità economico patrimoniale”, oppure la disponibilità di risorse finanziarie regionali “di almeno 50 milioni di euro”. Un intervento politico viene chiesto anche per stoppare la formazione dell’Irca – Istituto regionale per il credito agevolato. Un nuovo ente che vuole mettere insieme cooperative e artigiani, sostituendo le attuali casse di gestione del credito Ircac e Crias. Se ne parla da tempo, ma finora l’Irca non è attivo.