L’Assegno di inclusione (Adi) e il Supporto per la formazione e il lavoro (Sfl), i nuovi strumenti voluti dal governo Meloni per sostituire il Reddito di cittadinanza, hanno finalmente delle regole certe. A renderle note, oltre 40 giorni dopo la pubblicazione del decreto Lavoro in Gazzetta ufficiale, è l’Inps, Istituto nazionale per la previdenza sociale. La novità principale è la creazione del Siisl, Sistema informativo per l’inclusione sociale e lavorativa, istituito presso il Ministero del Lavoro. Questo sistema telematico sarà realizzato dall’Inps e punta alla “interoperabilità di tutte le piattaforme digitali dei soggetti accreditati al sistema sociale e del lavoro”. Una banca dati comuni, in altre parole. Con la quale attivare “percorsi personalizzati per i beneficiari dell’Adi e del Sfl”, ma soprattutto favorire “rafforzamento delle competenze e ricerca di lavoro“.
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Assegno di inclusione, cosa fare
Come anticipato da FocuSicilia, l’Assegno di inclusione scatterà dal primo gennaio 2023, e prevede “percorsi di inserimento sociale, di formazione, di lavoro e di politica attiva del lavoro” per i percettori. I richiedenti dovranno iscriversi attraverso il Siisl e sottoscrivere un Patto di attivazione digitale. Per ricevere l’assegno, infatti, i richiedenti dovranno “autorizzare espressamente la trasmissione dei dati relativi alla domanda ai Centri per l’Impiego, alle Agenzie per il Lavoro e agli Enti autorizzati all’attività di intermediazione, nonché ai soggetti accreditati ai servizi per il lavoro“. Inps si occuperà dei controlli, grazie “all’interoperabilità delle banche dati” di Comuni, Ministeri, Anagrafe e Pubblico Registro Automobilistico (Pra). Inoltre dovrà comunicare ai richiedenti dell’Assegno di inclusione tutti i dettagli della procedura da effettuare.
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Benefici aggiuntivi per pensionati e disabili
Sul piano economico, l’Assegno consiste in “una integrazione del reddito familiare fino alla soglia di seimila euro annui“. Questa soglia potrà essere alzata a 7.560 euro annui “se il nucleo familiare è composto da persone tutte di età pari o superiore a 67 anni“, ma anche se la famiglia è composta da un over 67 “e da altri familiari tutti in condizioni di disabilità grave o di non autosufficienza“. Prevista anche una integrazione del reddito per le famiglie in affitto, “per un importo pari all’ammontare del canone annuo previsto dal contratto di locazione come dichiarato ai fini Isee, fino ad un massimo di 3.360 euro annui“. La soglia viene abbassata a 1.800 euro annui “se il nucleo familiare è composto da persone tutte di età pari o superiore a 67 anni”. Oppure, come sopra, da un over 67 “e da altri familiari tutti in condizioni di disabilità grave o di non autosufficienza“.

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Mancate comunicazioni, rischio decadenza
Inps fornisce anche alcuni dettagli tecnici sull’erogazione dell’Adi. Esso decorre “dal mese successivo a quello di sottoscrizione, da parte del richiedente, del Patto di attivazione digitale”. Da quel momento viene erogato mensilmente, “per un periodo continuativo non superiore a 18 mesi e può essere rinnovato, previa sospensione di un mese, per periodi ulteriori di 12 mesi”. Questa modalità di sospensione e riattivazione annuale ricalca il vecchio Reddito di cittadinanza. C’è anche la possibilità che il beneficio decada, se non vengono rispettati alcuni obbligo. Tra essi, “chi fruisce della prestazione è tenuto a comunicare ogni variazione riguardante le condizioni e i requisiti di accesso alla misura e al suo mantenimento entro 15 giorni dall’evento modificativo”. Anche in caso di variazione del nucleo familiare, l’interessato deve comunicarlo “entro un mese”.
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Le agevolazioni per le assunzioni
Attraverso il Siisl, l’Istituto di previdenza sociale “è tenuto a mettere a disposizione dei Centri per l’Impiego e dei Comuni gli eventuali provvedimenti di revoca o decadenza dal beneficio”. Questi ultimi sono dettagliati dalla legge, come anche le incompatibilità con altri sussidi e le agevolazioni per chi decide di assumere i percettori. In particolare è previsto un esonero dei contributi del 100 per cento per 12 mesi (fino a un limite di ottomila euro) per chi assume i beneficiari Adi con contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato o con contratto di apprendistato. L’esonero diventa del 50 per cento sempre per 12 mesi (fino a un limite di quattromila euro) per chi assume i beneficiari dell’Adi con contratto a tempo determinato o stagionale. Tali esoneri, precisa Inps, “saranno riconosciuti esclusivamente al datore che inserirà l’offerta di lavoro nel Siisl“.
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Supporto per la formazione, cosa fare
Quanto al Supporto per la formazione e il lavoro, esso partirà dal primo settembre 2023. A poterlo richiedere sono le persone tra i 18 e i 59 anni, con Isee familiare non superiore a seimila euro ma che non hanno i requisiti per accedere all’Adi. Costoro riceveranno dall’Inps un assegno di 350 euro al mese, per la durata massima di 12 mesi. I richiedenti dovranno sottoscrivere un Patto di servizio personalizzato, che prevede “la partecipazione a programmi formativi e a progetti utili alla collettività”. Per il resto, le modalità sono le stesse previste per l’Adi. Il percorso di attivazione “viene attuato mediante la Piattaforma digitale operante nel Siisl e attraverso l’invio automatico ai servizi per il lavoro competenti”. Nella richiesta, sottolinea Inps, “deve essere rilasciata la dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro (Did)” da trasmettere ai Centri per l’impiego.