Migliora in comunicazione e servizi digitali, ma non abbastanza: per Censis l’università di Catania merita sempre il fondo della classifica per l’anno accademico 2020-2021. Per la precisione l’ateneo si trova alla posizione numero nove su dieci tra i “mega atenei statali”, ovvero quelli che hanno una quota di iscritti superiore a quarantamila, precedendo con un punteggio di 75,5 punti la sola Federico II di Napoli, ferma a 72,7. La prima in classifica, l’università di Bologna, raggiunge 90,8 punti, ottenuti assegnando un punteggio a servizi, borse di studio, strutture, occupabilità e internazionalizzazione. Quest’ultimo parametro insieme alle borse di studio, rispettivamente con 69 e 66 punti (erano entrambi 68 nello scorso anno accademico 2019/2020), sono quelli che penalizzano maggiormente la performance etnea, che vede invece un punteggio di 91 nella comunicazione e nei servizi digitali, in crescita rispetto agli 83 dello scorso anno accademico. Fondo della classifica invece per l’occupabilità: secondo l’istituto di ricerca socio-economica con 73 punti quello catanese è ultimo tra i grandissimi.
Messina: punteggio come Catania, ma ultima tra i “grandi”
Lo stesso identico punteggio di Catania, 75,5 punti, porta invece Messina all’ultimo posto tra i grandi atenei, mentre lo scorso anno era con 80,5 punti al dodicesimo posto nazionale. Per l’università della città dello Stretto la classifica, su 17 aventi un numero di iscritti compreso tra 20 e 40 mila, a pesare è sempre l’occupabilità, con 70 punti, all’ultimo posto in Italia. Ultimo posto anche per strutture (77 punti) e internazionalizzazione (70), mentre i 68 punti nei servizi valgono un penultimo posto davanti all’università della Campania Vanvitelli. Sono invece 91, come Catania, i punti per quanto riguarda la Comunicazione, ma nella classifica generale, dominata dai 110 di Perugia, l’ateneo è solo tredicesimo.
Palermo è il miglior ateneo siciliano
Secondo Censis è però Palermo l’ateneo statale siciliano migliore: con un punteggio di 84,2, quasi dieci punti sopra Catania e Messina. Una performance che vede un ottimo punteggio in comunicazione e servizi digitali (101, quarto punteggio nazionale), ma non solo. Vanno bene i servizi, che con 83 punti sono sotto la media d’ateneo ma valgono il quarto posto tra i grandi atenei, così come le strutture (91 punti), che mettono Palermo al quinto posto insieme a Genova. In termini di occupabilità il punteggio resta però tra i più bassi, con 75 punti, meglio solo di Campania Vanvitelli (72) e Messina (70). In termini di classifica l’ateneo guadagna solo una posizione rispetto allo scorso anno, passando da 79,3 punti che valevano il tredicesimo posto, al dodicesimo, cioè quello occupato da Messina lo scorso anno.
Kore: bene le strutture, male l’internazionalizzazione
Secondo l’istituto di ricerca socio-economica il peggiore ateneo siciliano in termini di punteggio è non-statale. Si tratta dell’università Kore di Enna, ferma a 74,8 punti totali, comunque in crescita rispetto ai 73,6 dello scorso anno. Nella classifica delle medie università non pubbliche (tra i 5 e i 10 mila iscritti), si piazza al penultimo posto su cinque, precedendo in una classifica dominata da Luiss di Roma (94,6 punti), solo l’università di Napoli Benincasa. A pesare, in una analisi che per le non-statali non tiene conto dell’occupabilità, esattamente come per gli altri tre atenei siciliani è soprattutto l’internazionalizzazione, che con appena 66 punti ne fa l’ultima in classifica. Male anche la comunicazione (74 punti), mentre meglio vanno le borse sdi studio (72 punti, terza dopo le romane Luiss e Lumsa), e le strutture che con 93 punti assegnano all’università ennese il secondo posto dietro Lumsa.