Il numero delle donne tra i professionisti commercialisti è un trend in aumento, ma siamo ancora lontani dalla parità, soprattutto economica. Parlano chiaro i dati dell’ultimo bilancio di genere, uno degli obiettivi dell’area di delega Politiche giovanili e di genere, del consiglio nazionale dell’Ordine dei commercialisti. La situazione è simile in tutta Italia con le donne che rappresentano circa un terzo della categoria.
Gli iscritti e i praticanti
Il contesto sta progressivamente cambiando e lo si capisce dai dati sul numero dei praticanti. La media nazionale conta 13.751 persone di cui il 50,7 per cento di uomini e il 49,3 per cento di donne, segno che presto sarà raggiunto un certo equilibrio. Il dato precipita, invece, quando guardiamo le cifre relative agli iscritti all’albo professionale. Gli uomini sono molto più numerosi, circa il 70 per cento a fronte di una presenza femminile del 30 per cento. Nel dossier di categoria di analizzano i dati dal 2009 ad oggi e le percentuali sulle donne hanno avuto un incremento di circa 3 punti percentuali, salvo subire una leggera flessione nell’anno 2018. Si è dunque passati dalle percentuali nette 70-30 del 2009 a, rispettivamente per uomini e donne, 67,2 e 32,8 per cento del 2019. La differenza di genere si affievolisce tra i giovani tra cui, poco più del 10 per cento è uomo e poco più dell’8 per cento è donna.
Più donne nel nord-est d’Italia
Il gap, inoltre, è legato alle macroaree territoriali per cui la più bassa percentuale di iscritte, anche tra i giovani, è nelle regioni meridionali (69,8 per cento di uomini e 30,2 per cento di donne), mentre la più alta percentuale spetta al Nord- Est (63,9 di uomini e 36,1 per cento di donne). Non tutte le regioni del sud vanno male, però, e non tutte le regioni del nord vanno bene.
Al sud le percentuali più basse
La Sicilia ha dati in media con le altre regioni del sud, ma non è la peggiore. In coda alla classifica territoriale per numero di donne commercialiste c’è la Campania con meno di 30 punti percentuali (26,3) seguita dal Trentino (27,5) e dalla Valle d’Aosta (28,1). Il dato della Sicilia (30,1 per cento) è simile a quello della Puglia (30,3). La regione con la più alta percentuale di donne iscritte è l’Emilia-Romagna con il 41 per cento seguita da Piemonte e Umbria con entrambe 39,6 per cento. Al quarto posto c’è la Sardegna con il 38,6 per cento di presenza femminile iscritta all’albo, seguita da Liguria (36,8 per cento) e Basilicata (36,1 per cento).
Discrepanze nei ruoli di comando
Anche quando guardiamo i dati relativi ai posti di comando all’interno della categoria le donne scarseggiano. Gli uomini sono preferiti alle loro colleghe sia quando si tratta di una carica elettiva sia quando è per nomina del Consiglio. Una situazione che si ripresenta tanto a livello nazionale, dove su su 21 consiglieri attualmente in carica, 19 sono uomini e due donne, quanto a livello locale. In Sicilia ci sono 14 Ordini provinciali e la situazione è pressoché simile dappertutto.
Le donne al vertice in Sicilia
L’unico Ordine territoriale ad avere a capo una donna è quello di Agrigento a cui si aggiungono due consigliere su un totale di 11 componenti. I vice presidenti donna sono due, a Caltagirone e Gela. In entrambi i casi c’è solo un’altra donna in Consiglio su un totale di 7 persone. In tutti gli altri organi direttivi territoriali le donne figurano tra i consiglieri: una su nove a Caltanissetta, due su 15 a Catania, tre su 9 a Enna, una su nove a Marsala, due su nove a Messina, tre su 11 a Siracusa, cinque su 15 a Palermo e due su 9 a Patti, Ragusa e Trapani.
I dati che più degli altri testimoniano la differenza tra uomo e donna nel mondo dei commercialisti italiani sono quelli reddituali degli iscritti alle Casse di Previdenza relativi al 2017. La media Irperf del reddito degli uomini è di 68.616 euro, mentre quella delle donne è di 39.949 euro. Il gap maggiore si riscontra a nord ovest, dove gli uomini guadagnano in media il doppio delle donne, rispettivamente 100.829 e 50.224. Più vicini alla media nazionale, ma comunque più bassi di quest’ultima, invece, i dati delle regioni del sud dove a fronte di un reddito medio Irpef maschile di 58.824 euro, le donne guadagnano 35.596 euro.