Settecentoquarantuno aziende confiscate alla criminalità organizzata su un totale di duemila e trecento di tutta Italia hanno sede in Sicilia: il 32 per cento. Questo quanto emerge dal nuovo portale “Open data aziende confiscate“, presentato oggi al ministero dell’Interno. Un sistema di navigazione dei dati basato su una mappa interattiva, frutto del lavoro congiunto dell’Agenzia per i beni confiscati (Anbsc), di Unioncamere e di Infocamere, con l’obiettivo dichiarato di “garantire la massima trasparenza sulla gestione e destinazione dei beni”.
Sicilia prima, seguita da Campania e Lazio
Stabilito il primato siciliano, la classifica regionale vede 405 aziende confiscate in Campania (il 17 per cento), seguita dalle 311 del Lazio (13,5 per cento), dalle 303 della Calabria (13) e dalle 195 della Lombardia (8,4). Alla Sicilia anche il primato per quanto riguarda le aziende a oggi attive, 353 sulle 1077 totali in Italia. Per quanto riguarda la tipologia d’impresa, la maggioranza, il 62 per cento, è costituita da società di capitali (1444 in Italia di cui 444 in Sicilia), seguite dalle imprese individuali (23 per cento del totale) e dalle società di persone (15 per cento).
Nell’isola soprattutto imprese di costruzioni e trasporti
Tra i settori di attività, spicca il 23 per cento di aziende nel settore delle costruzioni, 532 aziende in tutta Italia e ben 231 in Sicilia. A seguire 451 aziende del commercio all’ingrosso (il 21 per cento del totale italiano), delle quali 155 nell’isola. Sono invece 33 le imprese siciliane confiscate attive nel settore della ristorazione, che rappresentano come settore l’8 per cento del totale italiano, con 196 imprese. Seguono, per un totale di 169 (18 in Sicilia), le aziende del settore immobiliare, e i trasporti e le attività di magazzino, che valgono il 5,5 per cento delle imprese confiscate: sono 129 nello Stivale e ben 54 in Sicilia.