Abi, Fabi, First-Cisl, Fisac-Cgil, Uilca, Unisin Falcri-Silcea-Sinfub hanno condiviso un protocollo sulle misure di prevenzione, contrasto e contenimento della diffusione del virus Covid-19 nel settore bancario. Nel protocollo, le parti hanno condiviso quale importante fattore per contrastare la diffusione del contagio il prioritario utilizzo da parte della clientela dei canali internet/mobile banking e degli sportelli automatici all’esterno delle filiali, limitando la necessità di recarsi all’interno delle filiali stesse. La Fabi, però, chiede adesso un passo in più.
Consigliare l’home banking non basta
“Che senso ha”, afferma il coordinatore della Fabi Sicilia Carmelo Raffa, “notare file di persone in diverse filiali delle varie banche in questo momento drammatico per la Sicilia e per l’intero paese?”. La Fabi e le altre organizzazioni sindacali, continua Raffa, “hanno chiesto all’Abi di chiudere gli sportelli bancari per due settimane e ciò alla luce del fatto che negli ultimi giorni si è notato un afflusso anomalo di clienti presso le filiali. Tante persone anziane che rischiando di contagiarsi sono uscite di casa magari per andare a chiedere ripetutamente l’estratto conto o magari per prelevare poche decine di euro”.
Le filiali sono un servizio essenziale?
Le banche, prosegue il sindacalista della Fabi, “negli ultimi anni si sono rincorse a chiudere sportelli nelle città e addirittura lasciando oltre cento comuni siciliani senza alcuna filiale operativa e senza bancomat”. Ora se il servizio bancario rientra tra quelli essenziali, afferma il coordinatore della Fabi Sicilia, “ci chiediamo com’è stato possibile che ciò avvenisse e ci chiediamo il perché e in considerazione che la stragrande maggioranza delle persone dispone di bancomat, carte di credito e servizi multimediali non sia possibile chiudere per 15 giorni le filiali”. Cauteliamo la salute dei bancari e della clientela, dice Raffa, chiudendo tutto per quindici giorni.