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Banco alimentare, la Sicilia ha fame. Richieste: +40 per cento

Sono sempre più numerose le persone che non riescono a comprare da mangiare. Tante le collette e gli enti a disposizione. Servono donazioni e volontari

“Non ci sono dei dati ufficiali, ma direi che se in Italia la richiesta media di beni di prima necessità è aumentata di oltre il venti per cento, in Sicilia siamo almeno al doppio”. La situazione di emergenza cibo legata alla quarantena per la diffusione del virus Covid-19 è sempre più grande. Le parole di Pietro Maugeri, presidente del Banco Alimentare Sicilia onlus, lo dimostrano. Sono sempre più numerose le collette e i tentativi di rispondere alle esigenze delle persone, anche da parte dei comuni. In molti si rivolgono proprio al Banco Alimentare per gestire l’emergenza. Sfruttano la loro “competenza e cuore” come dice Maugeri. “Lo facciamo da trent’anni, siamo esperti nella gestione degli alimenti donati”.

Aiutate 220 mila persone all’anno

Il Banco alimentare è una onlus che si occupa di raccogliere alimenti donati per darli a chi ne ha bisogno. Non li compra, li recupera ancora in buono stato da varie filiere e con le donazioni dei cittadini e non li distribuisce direttamente, ma tramite la collaborazione di 720 realtà accreditate. La Caritas per fare un esempio. “Aiutiamo gli altri ad aiutare e nel 2019 abbiamo distribuito più di 8 mila tonnellate di alimenti”. In questo momento il suo ruolo e la sua esperienza possono dare una mano. Per questo anche i comuni, come Catania e Palermo, hanno lanciato delle petizioni e stanno facendo riferimento al Banco alimentare per aiutare i propri concittadini in difficoltà. E sono tanti. Basti pensare che a Catania, in sole 24 ore, hanno fatto richiesta in trecento e a Palermo, nei primi due giorni, sono arrivati a mille istanze. Secondo le stime non ufficiali dell’associazione le richieste sono aumentate del 40 per cento che significa circa 88 mila in più rispetto alla media annua siciliana di 220 mila persone. Il riferimento ai Comuni comunque, non cambia il ruolo del Banco alimentare. Le amministrazioni infatti, e più in particolare i Coc, centro operativo comunale, in questo momento di emergenza fanno parte della schiera di enti di distribuzione diretta del cibo come gli altri 720 già accreditati. “Un sistema complesso che stiamo cercando di attivare in tempi brevi”.

Negozi chiusi uguale meno prodotti

Servono continue donazioni ma, come i volontari, sono in diminuzione. La causa è duplice: la chiusura di tanti centri di ristoro e la diminuzione dei prodotti residui nella grande distribuzione perché le famiglie hanno aumentato le proprie provviste. Tanti ristoranti comunque, hanno contribuito a fronteggiare la prima fase dell’emergenza. Costretti alla chiusura per decreto, hanno donato le loro scorte. Per superare il problema approvvigionamento, dal Banco, afferma Maugeri, “stiamo sottoscrivendo accordi con diverse filiere come quella dell’agricoltura per recuperare cibo a più non posso e servire al meglio le realtà caritative che in questo momento ci chiedono fortemente una mano”. Anche i cittadini possono dare una mano con delle donazioni.

Leggi anche – Banco alimentare a rischio: “Tagliati i fondi per i poveri”

Servono donazioni

Va comunque specificato che ogni donazione al Banco non si trasforma direttamente in cibo perché, come detto, non ha rapporti diretti con i cittadini ma con gli enti ai quali questi si rivolgono. I soldi che arrivano al Banco servono dunque alla sopravvivenza del Banco stesso, che comunque non ci guadagna nulla. “Abbiamo un’immagine di grande trasparenza, siamo dei volontari e tutto quello che facciamo è per la povera gente, ci teniamo tantissimo”. Vengono utilizzati, ad esempio, per il pagamento delle bollette, “spendiamo 1500 euro per la luce necessaria a garantire i surgelati” della benzina per gli spostamenti o degli affitti dei magazzini. Due i principali, uno a Belpasso e uno a Cinisi, “più due di transito a Messina e a Siracusa”.

Il ruolo della Regione

Soldi indispensabili se si pensa che le casse dell’ente sono già abbastanza vuote. La Regione ha infatti decurtato a solo il 12 per cento il contributo al Banco alimentare per il 2019. Un taglio avvenuto alla fine dell’anno quando i soldi, comunque insufficienti, erano già stati spesi. “Per questo chiediamo l’aiuto di tutti. Potevamo chiudere ma la nostra missione è il recupero e l’aiuto ai più bisognosi. In una situazione emergenziale come questa non possiamo lasciarli soli”. “L’importante è donare”, dice Maugeri, “va bene a noi o direttamente agli enti che poi lo distribuiscono alle persone, ma è importante”. Al di là di quanto fatto prima, oggi anche la Regione si è attivata a sostegno dei siciliani. Il piano prevede “il coinvolgimento e la sensibilizzazione di tutti i produttori agricoli e alimentari della Sicilia, dei Distretti del cibo, dei Consorzi di tutela e delle Associazioni di categoria, per la raccolta di prodotti agricoli e alimentari”. Alla distribuzione ci penserà “la Caritas e la rete del Banco alimentare”, mentre il corpo Forestale regionale assicurerà supporto logistico e assistenza.

Mancano i volontari

Pensare a una nuova giornata di colletta alimentare “è complicato, perché c’è un problema di sicurezza oltre che sanitario”, ma si può comunque diventare volontari. La Onlus ha predisposto un form per raccogliere la disponibilità a diventare volontario in questo periodo particolare. Anche in questo caso la scelta è duplice: si può aiutare il Banco alimentare a recuperare il cibo e nell’organizzazione del magazzino o gli enti al momento a corto di volontari e che per questo, in alcuni casi, hanno chiuso. “Servono giovani che possano aiutare le associazioni caritatevoli i cui volontari, generalmente, sono ultra 65enni e quindi adesso sono a casa”.

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Desirée Miranda
Desirée Miranda
Nata a Palermo, sono cresciuta a Catania dove vivo da oltre trent'anni. Qui mi sono laureata in Scienze per la comunicazione internazionale. Mi piace raccontare la città e la Sicilia ed è anche per questo che ho deciso di fare la giornalista. In oltre dieci anni di attività ho scritto per la carta stampata, il web e la radio. Se volete farmi felice datemi un dolcino alla ricotta

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