Il turismo è il settore siciliano più in salute, nonostante una flessione delllo 0,6 per cento ad agosto 2019 rispetto all’anno precedente. Ad affermarlo, solo pochi giorni fa, uno studio di Swg per Confesercenti-Assoturismo, basato su un campione di 2 mila 484 imprese ricettive con i dati aggiornati al 31 agosto, e che vede in aumentano le presenze straniere del 1,2 per cento. Gli ultimi dati sul turismo raccolti da Banca d’Italia, aggiornati al secondo trimestre 2019 e diffusi lo scorso 11 settembre, dipingono però un quadro meno rassicurante: sono in calo nel trimestre marzo-giugno i turisti in arrivo – sia italiani che stranieri -, i pernottamenti e la spesa sul territorio.
Meno viaggiatori e pernottamenti rispetto al 2018
Basata su interviste e conteggi mensili di viaggiatori residenti e non residenti in transito alle frontiere italiane, l’indagine di Bankitalia mette nero su bianco un calo di 97 milioni nel trimestre nella spesa dei turisti esteri – da 628 a 531 milioni -, unita a un calo anche per i residenti che passano nel periodo da marzo a giugno 2019 a una spesa di 106 milioni: erano 130 un anno prima. I dati sono il riflesso di un calo dei viaggiatori in Sicilia nel trimestre: quelli esteri passano da 1 milione e 525 mila a 1 milione e 407, mentre quelli italiani da 184 a 162 mila. I 40 mila turisti in meno significano un calo dei pernottamenti degli stranieri, che passano da 6 milioni e 643 mila a 6 milioni e 254 mila, mentre quelli italiani sono fermi nel secondo trimestre 2019 a 1 milione e 374 mila: erano 1 milione e 528 mila nello stesso periodo del 2018.
Un settore complessivamente in salute
Nonostante i dati negativi del secondo trimestre 2019, Bankitalia nel suo rapporto sull’economia siciliana dello scorso giugno ha comunque sottolineato come il turismo nell’isola viva negli ultimi anni grazie soprattutto alla clientela internazionale. Palermo (+10,3 per cento) e Ragusa (+13,2 per cento) guidano la classifica fino al 2018, e tra il 2000 e il 2017 i posti letto sono aumentati del 60 per cento, a un ritmo doppio rispetto alla media italiana. C’è ancora margine: “L’offerta turistico-ricettiva in regione – sottolinea Bankitalia nel rapporto – risulta ancora inferiore a quella media nazionale: nel 2017 nelle strutture alberghiere e in quelle complementari erano disponibili poco più di 400 posti letto ogni 10mila abitanti, rispetto agli oltre 800 in media in Italia”.