Il circolo Legambiete “a valata” di Pozzallo si scioglie per “incompatibilità di vedute con Legambiente nazionale”. La decisione è arrivata a seguito della vicenda dell’impianto da realizzare da parte della società Biometano Ibleo, che fa capo all’azienda di Padova Iniziative Biometano in contrada Zimmardo-Bellamagna . Il gas sarebbe prodotto prevalentemente con scarti di produzioni agricole, dell’industria alimentare e con letame, materiali che, secondo i residenti, porterebbero cattivi odori a scapito delle attività turistiche. Il territorio è infatti geograficamente vicinissimo al centro abitato di Pozzallo, anche se amministrativamente appartenente al comune di Modica. La costruzione dell’impianto, sulla quale il presidente di Legambiente Sicilia Gianfranco Zanna si è detto “favorevolissimo”, è incentrata tutta sul luogo di realizzazione dell’impianto. “Siamo convinti – si legge tra le motivazioni della decisione del circolo di Pozzallo, presa giorno 11 gennaio ma resa nota tramite un comunicato stampa giorno 17 -, che tra i compiti e le missioni di una associazione ambientalista vi sia anche quello di tener conto delle giuste e motivate istanze che provengono dai cittadini che essa stessa intende tutelare e rappresentare, senza per questo lasciarsi suggestionare o influenzare dal clima dominante o da comode ed opportunistiche prese di posizione”.
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Un disaccordo insanabile
“Il circolo Legambiente di Pozzallo – scrivono gli ormai ex componenti -, nelle scorse settimane, ha avuto occasione di esprimere ripetutamente, nelle sedi appropriate, il proprio disaccordo nei confronti della posizione di Legambiente relativa all’impianto di biogas da realizzarsi a Zimmardo-Bellamagna, a ridosso dell’abitato di Pozzallo. La scelta del sito, a 800 metri dal confine con il nostro comune e a 19 chilometri da Modica, non “tra Modica e Pozzallo” come da più parti scritto quasi a far intendere una rassicurante ed indolore equidistanza tra i due comuni, rappresenta il punto sul quale si addensano le maggiori perplessità”.
Per l’ex circolo il territorio di Pozzallo è “accerchiato”
Nel comunicato “a valata” afferma che “pur comprendendo e ribadendo l’importanza dell’utilizzo di fonti energetiche alternative”, l’installazione di un impianto di tal genere non possa ignorare l’eventuale impatto, e non solo visivo, che esso provocherebbe nella zona scelta. Una scelta “inopportuna” perché avverrebbe in prossimità di un nucleo abitativo di 20mila abitanti. Una zona “residenziale e turistica che potrebbe essere fortemente penalizzata da eventuali problemi di malfunzionamento o cattiva manutenzione. Quel complesso, nella migliore delle ipotesi lascerebbe una vistosa ed indelebile cicatrice nel paesaggio circostante”. Sulla vicenda si è espresso negativamente anche il sindaco di Pozzallo Roberto Ammatuna, che con la propria amministrazione ha aderito a un ricorso al Tar avviato da un gruppo di gestori di strutture ricettive nella zona. Nel comunicato i componenti del circolo parlando di una città, Pozzallo, “vittima di scelte proditorie e scellerate, operate da amministratori del comune di Modica, da politici e da imprenditori per nulla sensibili alle esigenze e alle problematiche di una intera popolazione”. Il territorio starebbe subendo un “accerchiamento” dovendo sopportare “gli effetti negativi causati dalle pluriennali emissioni tossiche del cementificio, dai fumi della ferriera e dal forte impatto ambientale della zona industriale”.
Delocalizzazione unica soluzione
Per i componenti di “a valata” dunque la La delocalizzazione dell’impianto rimane il fulcro della vicenda. Una posizione “valutata come incompatibile con quella ufficiale di Legambiente”, e causa di “boicottaggio ed isolamento, a livello umano e professionale”. Una linea di contrasto che ha portato, proprio per non infrangere infrangere le regole dell’associazione Legambiente, allo sciogliemento del circolo. “Questa decisione, presa all’unanimità, è frutto di una ponderata e serena discussione all’interno del gruppo, scevra da qualsiasi motivazione polemica ed esclusivamente mirata al raggiungimento di un preciso obiettivo: no biogas a Bellamagna”