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Borse di studio, mense e posti letto. La chimera degli studenti

Gli studenti dell’isola percepiscono oltre mille euro in meno di borsa di studio dei colleghi italiani. Mentre gli Atenei si spopolano, chi rimane protesta.

Ci sono volute settimane di proteste ma alla fine gli universitari palermitani stanno iniziando a raggiungere i primi risultati. Scesi in piazza per difendere il diritto allo studio, si sono battuti per ottenere posti letto e borse di studio. Se su quest’ultimo punto qualcosa si è mosso (l’Ersu ha dato il via ai primi pagamenti e la Regione ha annunciato l’intenzione di stanziare nuovi fondi) la protesta continua sul fronte dei posti letto. L’ultima graduatoria pubblicata, infatti, lascerebbe fuori circa mille aventi diritto risultati idonei ma non assegnatari. Una situazione che è un campanello dall’allarme sulla condizione degli universitari isolani. Così, mentre gli Atenei del Sud si spopolano, negli ultimi dieci anni si è registrato il 31 per cento di matricole in meno, chi rimane deve fare i conti con pochi servizi.

Borse di studio, ultimi in classifica

Un quadro della situazione arriva dal ministero dell’Istruzione. La fotografia scattata dal Miur non è di certo lusinghiera per l’Isola. Gli ultimi dati ufficiali, relativi all’anno accademico 2017/2018, ci dicono infatti che il 22,5 per cento degli studenti risultati idonei a ricevere le borse di studio resta fuori dal beneficio. Su 16.699 idonei, infatti, solo 12.940 sono assegnatari. La percentuale di copertura della Sicilia è la peggiore d’Italia. L’Isola, con il suo 77,5 per cento di copertura, è ultima in classifica. Seguono Molise (93 per cento) e Calabria (96 per cento). Non solo. La spesa certificata è di 24.780 milioni di euro. Significa che, in media, ogni borsista siciliano riceve 2 mila e 15 euro, oltre mille euro meno della media nazionale (3.300 euro). Anche in questo caso, il dato è il più basso d’Italia se si esclude la provincia autonoma di Trento).

Mense e posti letto insufficienti

Per quanto riguarda i servizi mensa, i posti a sedere a disposizione degli studenti siciliani sono 2.884 secondo i dati dl Ministero del 2018. Le mense attive sono tutte a gestione indiretta regolata dall’Ersu, per un totale di 14: quattro a Messina ed Enna, tre a Palermo e Catania. Messina è la città in cui gli studenti universitari hanno più posti disponibili (1.294), seguono Palermo (880), Catania (490) ed Enna (220). Quasi 3.000 posti a sedere in totale. Numeri che, se messi in relazione al totale degli studenti, 111.500 nell’anno accademico 2017/2018 non sono certo soddisfacenti.

Non è migliore la situazione dei posti letto, tema caldo delle proteste studentesche. Secondo il Miur, infatti, nel 2018 i posti per dormire messi a disposizione nelle residenze universitarie isolane gestite dall’Ersu sono state 1.851: 822 a Palermo, 711 a Catania, 275 a Messina e 70 a Enna. Pochi? Sì. E a dirlo sono i dati. Basta infatti confrontare i numeri dell’isola con una regione simile per numero di studenti. Il Piemonte (con circa 199 mila universitari rispetto ai 111.500 della Sicilia) ha messo a disposizione dei suoi studenti 2.411 posti letto. I numeri, come sottolineato, fanno riferimento al 2018 ma, guardando alle proteste degli ultimi mesi la situazione non appare cambiata in meglio. Gli universitari siciliani sembrano essere trattati, ancora, come studenti di serie B.

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Eleonora Fichera
Eleonora Fichera
Classe ‘89, trent’anni vissuti ai piedi del Vulcano. Giornalista pubblicista, ho studiato Comunicazione e Sociologia.

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