“La Camera di commercio di Siracusa aveva un protagonismo assoluto, era un riferimento per dirigenti, imprese e associazioni di categoria, per gli enti territoriali compresi i comuni. Non si può buttare l’acqua sporca con tutto il bambino”. A due anni dalla creazione della Camera di commercio del sud est, che ha fuso quelle di Catania, Ragusa e Siracusa, Pippo Gianninoto, segretario della Cna Siracusa e portavoce del coordinamento di associazioni presenti nel consiglio camerale composto da Agci, Cna, Confcooperative, Confimprese, Legacoop, Unci, Unicoop e Upla Claai, traccia un bilancio poco lusinghiero dell’esperienza: “Così non c’è nessuna utilità per le imprese”. Il coordinamento ha inviato una lettera con dure critiche alla super CamCom guidata da Pietro Agen. Critiche che, chiarisce Gianninoto, derivano dai risultati e dalla rappresentatività delle aziende ridotta dalla riforma Madia. “A noi non interessa se sarà venduto l’aeroporto di Catania, cosa molto più grande delle associazioni di categoria. Si privatizzi e mettiamo da parte il tema. Occupiamoci delle aziende, anche a Siracusa e Ragusa. Ma rimettiamoci a discutere, a livello regionale, su come superare questa riforma che non funziona. Si apra subito una discussione all’interno dell’Ars”, spiega Gianninoto.
Federare le Camere di commercio, non accorparle
La critica di Gianninoto, in passato vice di Ivan Lo Bello alla presidenza della Camera di commercio di Siracusa, parte da lontano: “A distanza di due anni dalla riforma, il giudizio è negativo perché abbiamo sperimentato sulla nostra pelle che la super Camera di commercio non funziona. In tre territori così vasti riuniti, non si riesce a esplicitare le novità della riforma che ha dato più competenze su turismo, formazione, lavoro e altri servizi vitali per le aziende”. Il giudizio è simile anche a livello nazionale: “Ci sono già cinque sentenze del Tar che sugli accorpamenti hanno ravvisato profili di incostituzionalità, perché la riforma ha saltato i passaggi regionali. Il tema è al vaglio della Consulta, che dovrebbe esprimersi a febbraio 2020”, prosegue Gianninoto. Che ricorda: “In Italia in questo momento sono ben 18 i presidenti di Camera di commercio contrari agli accorpamenti e in contrasto con Unioncamere. Noi a Siracusa abbiamo formato una consulta locale che non ha poteri, ma almeno è rappresentativa del territorio”. Il ruolo delle rappresentanze locali, spiega Gianninoto, potrebbe essere ristabilito con una organizzazione federale. “Lo scorso governo nazionale aveva posto le basi per una riforma in senso federativo, e il nuovo governo ne sta discutendo. Ma le basi penso vadano messe qui in Sicilia, riaprendo un dibattito”.
Pala congressi: “Meglio a Ortigia, progetto pronto”
Il dibattito che andrebbe riaperto anche su una questione molto pratica: il pala congressi da realizzare a Siracusa. Agen preme per un grande centro da migliaia di posti, mentre le associazioni datoriali puntano a un progetto su Ortigia per ospitare circa 400 persone. “Per realizzare progetti più grandi ci vogliono i soldi, che possono arrivare solo con la vendita dell’aeroporto. Le Camere di commercio al momento hanno la difficoltà del fondo pensioni da creare. Inoltre la zona del parco archeologico è impossibile da utilizzare per vincoli vari nella zona, dove non è possibile nemmeno costruire un chiosco”, racconta Gianninoto. Che parla anche dell’alternativa: “Se si vuole partire abbiamo già un piano strategico del 2014 condiviso con la provincia, che prevede a Ortigia di utilizzare la chiesa dei Gesuiti, il plesso del cinema Verga e l’ex ospedale delle Cinque piaghe. Avevamo pensato di farli diventare contenitori congressuali e culturali, fino a un massimo di 400 persone, un numero ben parametrato su Ortigia e anche sui posti letto negli alberghi. Partiamo da quello che c’è, come abbiamo detto ad Agen”. Gianninoto vorrebbe portare a Siracusa anche l’alta formazione culinaria, un progetto che la Camera di commercio del sud est ha destinato a Ragusa. “Abbiamo un progetto già finanziato per la formazione agroalimentare. Abbiamo già i soldi, perché farlo solo a Ragusa?”
Vendita di Fontanarossa? “Ci vorranno anni”
Su una cosa però Gianninoto concorda con la presidenza della super CamCom: “Avendo fatto parte della governance dell’aeroporto, dico che deve essere privatizzato. Ci vogliono risorse, e si trovano sui mercati. Quando c’eravamo noi – prosegue – pensavamo che si potesse quotare in borsa, ma l’ipotesi è sfumata. Adesso si cerca un unico operatore, ma devono partecipare tutti gli attori, cosa che non è stata possibile non avendo Siracusa nessun componente nel Cda Sac pur avendo il 25 per cento delle azioni. I soci hanno deciso di fare la gara? La facciano. Ma i tempi tra gara degli advisor, scelta di procedura e tutto il resto non sono stretti come dice Agen. Io credo ci vorranno un paio d’anni, non tre mesi. Si sta privatizzando la più grande infrastruttura della Sicilia, e la discussione non può essere fatta solo in alcune stanze ma con un dibattito pubblico con le aziende che ci hanno messo soldi”. Un concetto che Gianninoto estende a valore generale: “Le Camere di commercio possono fare da capofila per accordi di programma e progetti di sviluppo dal basso, ma non c’è più il protagonismo dei territori che lo rende utile, con un vuoto organizzativo. A livello regionale non si entra nemmeno nel dibattito sulle Zes. Come Consulta delle associazioni di categoria di Siracusa abbiamo fatto ipotesi, ma le consulte come la nostra non sono ufficialmente attive. Perché questo non viene fatto all’interno delle Camere con i contributi che versano le stesse imprese? Così non c’è nessuna utilità”.