L’appalto è costato un milione e 400 mila euro. I lavori sono durati circa un anno. L’impianto di videosorveglianza e illuminazione dell’area industriale di Carini è nuovo, pronto, completo ed efficiente. Però l’area resta al buio. È l’estremo paradosso denunciato da Sicindustria Palermo su un agglomerato che conta 175 imprese, con un trend di crescita certificato nel biennio 2018-2020 anche dall’aumento del personale dipendente, ma che è costretto a fare i conti con un appalto che rischia di trasformarsi nell’ennesima forma di spreco di risorse pubbliche e di denaro versato dai contribuenti.
Leggi anche – Condoni edilizi, ad Augusta e Carini il record di pratiche in attesa
Sicindustria: “Folle tenere l’impianto inutilizzato”
Secondo l’associazione degli industriali “è folle che un impianto che avrebbe garantito sicurezza e prospettato sviluppo all’agglomerato resti fermo e inutilizzato. È un insulto ai contribuenti che pagano le tasse e alle imprese che operano ogni giorno e che pagano gli oneri per quell’area. Il comune di Carini corra ai ripari. Perché il buio chiama degrado, abbandono, rifiuti e criminalità”. L’impianto, il cui appalto è stato bandito dall’Irsap, era stato chiesto dagli industriali e salutato con i migliori auspici alla fine dei lavori. Il sistema di videosorveglianza dell’area è composto da una postazione di videocontrollo negli uffici dell’Irsap di Carini e di 78 telecamere, di cui 46 ad installazione fissa, 19 ad installazione mobile e 13 per il controllo delle targhe. Insieme con la videosorveglianza, era stato messo a bando il ripristino dell’impianto di pubblica illuminazione, con la collocazione dei conduttori e dei quadri mancanti, e la sostituzione di alcuni pali che erano rovinati. Sembrava la soluzione di tutti i problemi di degrado e abbandono dell’area. L’area potrebbe essere controllata e illuminata, e Sicindustria chiede al Comune, cui spetta la gestione delle strade all’interno dell’area industriale di accendere gli interruttori.