Il caro-materiali che negli ultimi sei mesi ha fatto lievitare il prezzo mondiale dell’acciaio del 150 per cento, quello dei polietileni del 110 per cento, quello del rame del 28,9 per cento e quello del petrolio del 45,3 per cento, rende per le imprese edili non più sostenibile realizzare opere pubbliche progettate secondo i prezzi in vigore nel 2020, non più attuali e, anzi, totalmente fuori mercato. Ma, ancora peggio, i costi eccessivi e la carenza stessa di disponibilità di materie prime stanno già portando alla chiusura di molti cantieri di infrastrutture appaltate e di iniziative private incentivate dal “Superbonus 110%”. Infatti, allo squilibrio economico causato alle imprese dai rincari, si aggiungono i fornitori che non stanno più onorando le consegne previste e stanno recedendo dai contratti per “eccessiva onerosità” o per “cause di forza maggiore”.
Cutrone: “Chiesto intervento a Musumeci”
Una situazione per la quale le imprese sono scoraggiate e si sentono persino impossibilitate a partecipare a futuri bandi di gara. Di fronte a questa nuova grave emergenza, il presidente di Ance Sicilia, Santo Cutrone, ha chiesto al governatore Nello Musumeci e all’assessore regionale alle Infrastrutture, Marco Falcone, un urgente aggiornamento del Prezziario regionale delle opere pubbliche – limitatamente alle sole voci interessate dalle attuali turbolenze commerciali – “alle tariffe registrate sul mercato nel primo semestre 2021”, e questo “per garantire sia la prosecuzione dei cantieri in corso, sia l’esecuzione dei progetti che saranno appaltati nei prossimi mesi”, e questo almeno fino a quando i mercati non ritroveranno un normale equilibrio. “Il provvedimento tampone allo studio del governo nazionale non può essere né sufficiente, né risolutivo”, spiega Cutrone . Assolutamente necessario in parallelo anche “un intervento della Regione che in pochissimi giorni metta le imprese, le stazioni appaltanti, nonché i condomìni e i privati impegnati con gli ‘ecobonus edilizi’, nelle condizioni di non dovere interrompere l’attività. E’ in gioco persino l’attuazione dei progetti che saranno finanziati dal ‘Recovery Plan’, dai fondi Fsc e dal nuovo ciclo della Programmazione europea 2021-2027”.