Un declino costante che dura da quasi un decennio. E non fa eccezione l’anno della pandemia da Covid-19: i prezzi delle case in Sicilia, dopo il massimo raggiunto nel 2012, sono costantemente in discesa anche a dicembre 2020. Lo certifica il report del sito specializzato d’annunci immobiliari Idealista, con un calo rispetto al 2019 vicino ai 3 punti percentuali. Sono 2,8, per la precisione, in netto contrasto con la tendenza italiana che vede un aumento medio del 2,5 per cento. Ma il dato più eclatante è quello del costo al metro quadro. Con appena mille e 44 euro, l’Isola ha il peggior valore di vendita d’Italia, superata solo dalla Calabria a quota 900. La media nazionale è superiore ai mille e 700 euro.
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Caltanissetta in picchiata, meno 4,6%
Nel dettaglio sono però notevoli le differenze territoriali. In forte calo rispetto al 2019 le provincie di Caltanissetta e Catania, rispettivamente meno 4,6 e meno 4,5 per cento, seguite da Ragusa (meno 2,9), Palermo (meno 2,4) ed Enna (meno 0,8). Segno positivo per Siracusa, con prezzi in crescita del 1 per cento, Agrigento (più 0,5) e Trapani (più 0,4). Stabile, con un più 0,1 per cento, Messina. La provincia peloritana è anche la prima per prezzo medio al metro quadro (1.187 euro), fortemente influenzato però dagli alti prezzi delle seconde case in località turistiche come Taormina. Seguono oltre quota mille euro al metro quadro solo Palermo (1.185 euro), e Catania (1.125 euro). Ampiamente sotto la soglia tutte le altre sei province: Trapani è a quota 984 euro, Siracusa a 972, Ragusa a 873, Agrigento a 854 ed Enna a 813. Chiude la classifica Caltanissetta, con un prezzo medio di 702 euro al metro quadro.
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I dati di Immobiliare.it
La perdita di valore è confermata dall’andamento del mercato pubblicato sul portale Immobiliare.it, le cui rilevazioni sono riferite a novembre. Qui l’indice del prezzo medio si ferma a mille e 176 euro, con una flessione rispetto allo stesso periodo del 2019 del 1,75 per cento. Il prezzo a metro quadro è praticamente invariato rispetto ad ottobre, con appena un euro in meno (era 1.175 euro). Ad emergere è il confronto con il massimo storico, raggiunto a luglio del 2012, e pari a mille e 671 euro per metro quadro. Idealista riporta un massimo storico di mille e 470 euro nel marzo del 2020, con una perdita massima sulla media attuale del 29 per cento. Ma la discrepanza è facilmente spiegata: i due portali riportano unicamente le medie dei prezzi di vendita presenti nel proprio, vastissimo ma non del tutto sovrapponibile, database di annunci.
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Istat: terzo trimestre 2020 meno 2,5%
Utile per un quadro più esaustivo è quindi confrontare i dati di due dei maggiori portali per la compravendita di immobili con quelli ufficiali dell’Istituto nazionale di statistica (Istat). Nel report Istat, diffuso lo scorso dicembre e con dati non ancora definitivi, sono riportati i prezzi d’acquisto, e non di vendita, per il terzo trimestre 2020 relativi a tutto il territorio nazionale. L’indice dei prezzi delle abitazioni (Ipab) acquistate dalle famiglie per fini abitativi o per investimento diminuisce del 2,5 per cento rispetto al periodo aprile-giugno 2020, ma è in aumento del 1 per cento rispetto al trimestre agosto-settembre 2019. L’aumento tendenziale dell’Ipab è però da attribuirsi soprattutto ai prezzi delle abitazioni nuove, che passano dal più 2,7 per cento registrato nel secondo trimestre al più 3 per cento, mentre i prezzi delle abitazioni esistenti crescono dello 0,7 per cento, rallentando rispetto al trimestre precedente (era più 3,6 per cento).
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Prezzi in calo e meno compravendite
A calare non sono solo i prezzi, ma anche le compravendite. Lo evidenziano gli ultimi dati ufficiali di Agenzia delle Entrate, relativi al primo trimestre 2020, e diffusi lo scorso luglio. La media nel periodo gennaio-marzo, solo in parte caratterizzata dall’emergenza sanitaria, è del meno 28 per cento rispetto all’ultimo periodo del 2019. Un dato però fortemente variabile tra le aree dell’Isola. Tra le province, l’unica a contenere la caduta è stata Ragusa, in flessione del 7,7 per cento, mentre Enna arriva a quasi la metà delle compravendite, meno 48 per cento. A livello di capoluogo le perdite percentuali maggiori sono quelle di Caltanissetta (meno 37 per cento), e di Messina, che perde il 30 per cento.