C’è un caso Humanitas a Catania in questi giorni con 700 persone in attesa di operazione nelle discipline di Ortopedia e Neurochirurgia che stanno nel limbo dell’incertezza e decreti assessoriali annullati. Sono due le sentenze del Consiglio di giustizia amministrativa che si esprimono sull’accordo risalente al 2013 tra la Regione Siciliana (allora guidata da Rosario Crocetta) e Humanitas Istituto Clinico Catanese Spa e successive delibere per metterlo in atto. A ricorrere al Cga, vincendo, dopo avere perso in sede di giustizia amministrativa regionale, alcune cliniche private. Al centro del contendere però, non l’accordo in sé, ma le modalità con cui è stato attivato che avrebbero leso i concorrenti. Si tratta delle sentenze n. 59/2023 su ricorso della casa di cura Valsalva contro il decreto assessoriale n.96 del 21 febbraio 2021, che stabiliva uno stanziamento economico da cinque milioni per Humanitas, e della sentenza n. 60, con cui sono stati impugnati altri due decreti dirigenziali dell’assessorsto regionale alla Salute, ovvero il n. 262 del 2020 e il n. 1227 del 2019. Il ricorso, attuato da Istituto clinico Vidimura srl, Istituto Kennedy srl, Casa di Cura Cenacolo Cristo Re S.r.l., Centro Catanese di Medicina e Chirurgia S.r.l., Casa di cura Gibiino srl, Casa di cura Carmide, era in questo caso volto al riconoscimento dei posti in convenzione “non oncologici”.
Disparità di trattamento
Dalla sentenza n.59, secondo i ricorrenti, “l’Assessorato regionale avrebbe illegittimamente vincolato le maggiori risorse assegnate per il 2020 in favore dell’Asp di Catania, esclusivamente, alla contrattualizzazione dei posti letto accreditati all’Istituto Humanitas Centro Catanese di Oncologia s.p.a. con il DDG n. 262 del 25 marzo 2020”. I giudici scrivono però che “è condivisibile l’assunto del giudice di primo grado, secondo cui il riconoscimento di un importo aggiuntivo di budget a favore di Humanitas costituiva un atto dovuto, adottato dalla Regione Siciliana, una volta che Humanitas ha completato la realizzazione della nuova struttura ospedaliera di Misterbianco, in esecuzione dell’accordo sottoscritto tra le parti nel 2013”. Nessun dubbio sulla validità dell’accordo tra Regione e Humanitas e sulle quote arrivate per onorarlo, dunque. Non vale lo stesso per il secondo motivo del ricorso proposto dalla casa di cura Valsalva, che “è fondato e va accolto” e “relativo al mancato esame delle censure proposte in primo grado relativamente all’illegittimità dei criteri fissati per l’assegnazione delle risorse”. Per i giudici “il decreto assessoriale n. 96 dell’11 febbraio 2021, senza procedere alla determinazione di alcun criterio di ripartizione, salvo il riconoscimento di € 5 milioni alla Humanitas, ha assegnato il budget per l’attività ordinaria di ricovero alle case di cura accreditate e già contrattualizzate, determinando, in tal modo, l’automatica preclusione al convenzionamento per le altre case di cura accreditate, ma non ancora contrattualizzate”.

Annullata delibera regionale
“Diversamente, – si legge ancora nella sentenza – l’Amministrazione regionale avrebbe dovuto stabilire equi e ragionevoli criteri, che tengano eventualmente conto anche del tempo in cui i soggetti privati già contrattualizzati hanno effettuato i conseguenti investimenti, per determinare la ripartizione delle risorse tra i soggetti accreditati, evitando di precludere automaticamente agli accreditati non ancora contrattualizzati l’accesso al convenzionamento”. L’appello è stato dunque accolto e determina “l’annullamento del decreto n. 96 dell’11 febbraio 2021 dell’Assessore Regionale della Salute, nella parte di interesse, vale a dire con riferimento alla distribuzione delle risorse all’interno dell’ASP di Catania, con obbligo per l’Amministrazione regionale di riesercitare il potere tenendo conto delle prescrizioni conformative contenute nella presente sentenza”.
Posti non oncologici concessi ma non dovuti
Con la sentenza n.60 i giudici del Cga hanno annullato il D.D.G. n. 262 del 2020 e il D.D.G. n. 1227 del 2019. Si tratta dei decreti dirigenziali che prevedevano la contrattualizzazione di quartanta dei cinquanta posti letto in convenzione, al di fuori del dipartimento oncologico, accreditati all’Istituto Humanitas, nonché sulla variante in corso d’opera del progetto per la realizzazione del presidio ospedaliero. La questione posta con il ricorso non mette in discussione, anche in questo caso, l’accordo tra l’Humanitas e l’Assessorato Regionale del 5 settembre 2013 ma le modalità con cui tale accordo è stato declinato con l’accreditamento istituzionale. “In definitiva, la lesione è una ed una sola, attiene all’attribuzione dei posti letto nelle discipline di ortopedia e neurochirurgia, nell’ambito di un assetto organizzativo autorizzato con il D.D.G. n. 262 del 2020, il cui sindacato di legittimità costituisce il thema decidendum del giudizio”, si legge nella sentenza.
“Leso legittimo interesse delle ricorrenti”
“Il vulnus di illegittimità – secondo i ricorrenti – si sarebbe manifestato solo quando l’assessorato, con il decreto dirigenziale del 25 marzo 2020 n. 262 ha autorizzato Humanitas a porre in esercizio, nell’ambito dei 50 posti letto di acuti assegnati, anziché in Codice 64 – disciplina oncologica medica, così come erano stati classificati in codice 36 – disciplina ortopedia quanto aventi posti, in codice 30 – disciplina neurochirurgia quanto ad altri venti posti ed in codice 56 – disciplina riabilitazione per ulteriori 20 posti, ledendo il legittimo interesse delle strutture ricorrenti, titolari di accreditamenti classificati in quelle discipline illegittimamente attribuite a Humanitas”. Un vero sconfinamento secondo i ricorrenti che avrebbe anche prodotto un eccesso dell’offerta “di prestazioni ortopediche e neurochirurgiche già sovradimensionate nella provincia di Catania a scapito di prestazioni oncologiche ritenute necessarie alla programmazione e garanzia del livelli essenziali (Lea)”. È il DM n. 50 del 2 aprile 2015 a prevedere il numero di reparti necessario in un territorio in base al numero degli abitanti e stabilisce un reparto di neurochirurgia ogni 600 mila abitanti e “ciò non avrebbe consentito l’attivazione nella provincia di Catania di ulteriori reparti ospedalieri di tale disciplina clinica, risultando l’offerta di prestazione in questo settore superiore rispetto a quella programmata a garanzia dei livelli essenziali di assistenza”.
Mancata concorrenza
Alla base di tutto c’è il tema della concorrenza e un interesse di parte. “Le case di cura accreditate in ortopedia hanno un evidente interesse “concorrenziale” ad evitare l’ingresso sul mercato di un nuovo competitor che possa acquisire una quota di mercato in loro danno, perché in grado di attrarre un maggior numero di utenti privati che non pagheranno in prima persona le prestazioni, le quali saranno a carico del Ssn e quindi alla finanza pubblica”. Secondo i giudici i loro diritti sarebbero in effetti stati lesi tanto che scrivono: “Dalla ricostruzione degli atti posti in essere, emerge con evidenza la fondatezza dell’appello, in quanto gli atti impugnati, laddove hanno attribuito alla Humanitas 20 posti letto in ortopedia e 20 posti letto in neurochirurgia violano il documento di pianificazione e programmazione della rete ospedaliera regionale, ponendosi in contrasto con le previsioni della tabella C allegata al decreto di approvazione della rete che, come visto, non prevedeva l’assegnazione di tali posti nelle specifiche discipline, ma nell’ambito del dipartimento oncologico”. Non viene accolto invece l’appello contro il decreto assessoriale nella parte in cui ha riconosciuto cinque milioni alla Humanitas “per effetto dell’accordo del 5 settembre 2013 ed approvato con D.A. n. 1681 del 12 settembre 2013” “e ciò in quanto il riconoscimento di un importo aggiuntivo di budget a favore di Humanitas costituiva un atto dovuto, adottato dalla Regione Siciliana, una volta che Humanitas ha completato la realizzazione della nuova struttura ospedaliera di Misterbianco, in esecuzione dell’accordo sottoscritto tra le parti nel 2013 ed a prescindere dalle discipline per le quali i posti letto in aumento sono stati in concreto attribuiti”.