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Cig, dieci euro per ogni pratica? Cgil: “Contrari al cottimo”

Alcuni sindacati davano per certo l'accordo. Ma un'uscita infelice del capodipartimento Vindigni ha complicato le cose. La Cgil non firma la remunerazione "a pratica"

Di sicuro ci sono i ritardi. Alla caterva di pratiche che si è ingolfata in Regione, si aggiunge la confusione. Per sbloccare il flusso serve che la piattaforma informatica funzioni meglio e che il personale venga rimpolpato (e pagato). L’accordo sembrava vicino (con cento ingressi nella “task force” per gestire le pratiche), mentre adesso – fanno sapere fonti sindacali – è “in stallo” e si è tornati a lavorare per sbloccarlo. Uno dei problemi riguarda la frammentazione delle squadre in campo: né la Regione né i sindacati parlano con una sola voce.

Sindacati divisi, regione in imbarazzo

Mentre l’assessore regionale alla Funzione Pubblica Bernardette Grasso parlava di “collaborazione virtuosa” e di “giusto riconoscimento” al personale, il capo Dipartimento Lavoro, Giovanni Vindigni, definiva “strana” una richiesta dei sindacati: “Un bonus di dieci euro per ogni pratica analizzata” dai dipendenti. Parole, poi in parte smentite dal dirigente, che non sono piaciute ai rappresentanti dei lavoratori, preoccupati che la trattativa possa essere percepita come un ricatto: dateci dieci euro o blocchiamo tutto. Non è così. Ma neppure da quest’altra parte del tavolo regna la compattezza. La Siad Cisal aveva addirittura parlato di “ipotesi di accordo raggiunta”. Più cauta era stata la Cisl, favorevole al “progetto” ma in attesa del “pieno avallo” del governo regionale. Favorevole anche la Uil. La Cgil Fp Sicilia, invece, si è detta contraria e non ha firmato. Raggiunto da Focusicilia, il segretario generale Gaetano Agliozzo ha chiarito di essere “contrario” perché “non si pagano i lavoratori a cottimo”. Cobas-Codir si è tirato fuori: “Noi non c’eravamo”. Insomma, un bel pastrocchio.

La questione “dieci euro”

La proposta dei dieci euro per pratica esiste. E considerando una lista d’attesa di oltre 30 mila richieste, basta aggiungere uno zero per capire che il bonus non varrebbe spiccioli. Le risorse finanziarie e i meccanismi per utilizzarli, però, ci sono: si attingerebbe al Fondo risorse decentrate, istituito un anno fa proprio per integrare la retribuzione quando necessario. “Il progetto è basato interamente sugli strumenti messi a disposizione dal contratto collettivo di lavoro regionale”, conferma in una nota Paolo Montera, segretario generale della Cisl Fp Sicilia. La soluzione del “più fai più guadagni”, però, non piace alla Cgil: “L’emergenza ha dimostrato quanto diciamo da tempo, cioè che la macchina amministrativa ha bisogno di nuovi modelli organizzativi e di una distribuzione più equa del personale”, afferma Agliozzo. Ma fino a ora la Regione si sarebbe sottratta a “un confronto serio sulle inefficienze”. Difficile immaginare che quello tralasciato per anni si risolva in poche settimane, mentre 150 mila lavoratori siciliani guardano ogni giorno il conto corrente per vedere se la cassa integrazione è arrivata. E allora? Per il segretario generale della Cgil Sicilia, Alfio Mannino, si possono sveltire le pratiche “utilizzando caso mai gli strumenti contrattuali vigenti”. Ma la priorità è migliorare la piattaforma informatica, come sottolinea anche Luca Crimi della Uil Fpl Sicilia: se non funziona, “anche allargando la task force le domande continueranno a tornare indietro”.

La cig e il telefono senza fili

Insomma: non è che tra i sindacati regni l’armonia. Almeno fino a quando non arriva dall’esterno un (presunto) attacco, come quello di Vindigni. Al di là del loro orientamento sull’accordo, le organizzazioni sono intervenute per non far passare l’idea che il bonus da dieci euro fosse un ricatto. Farlo, peraltro, non sarebbe stata una genialata strategica, visto che sono iscritti ai sindacati non solo i dipendenti della Regione ma anche i lavoratori in attesa della cassa integrazione: “Dobbiamo dar conto ai nostri iscritti”, dice infatti Agliozzo. Ci si può dividere sul cottimo e sui meccanismi contrattuali, ma ci si difende compatti. Mannino ha parlato di “fango sui sindacati”: “E’ paradossale oltre che scorretto e diffamatorio il tentativo di mettere in cattiva luce i sindacati e i dipendenti del dipartimento Lavoro addebitando loro richieste economiche in cambio delle pratiche di cassa integrazione”. “Si dica piuttosto – continua il segretario generale – perché il sistema informatico ha cominciato a funzionare, e male, circa un mese dopo l’accordo sulla cig”. Per la Uil è “intollerabile scaricare colpe sui dipendenti regionali”. E la Cisl si è detta “sbigottita” per le parole di Vindigni, che fanno passare “i sindacati come soggetti che hanno meramente chiesto soldi”. Alla fine, però, tra accordi non firmati dati per certi, spaccature, indiscrezioni e smentite, l’effetto è quello del telefono senza fili: la parola pronunciata all’inizio passa di orecchio in orecchio e diventa un’altra. Allo stesso modo, si comincia a discutere di cig e si finisce a parlare d’altro: di dieci euro e non del metodo per distribuirli; di paghe anziché di un sistema che non funziona; di trattative anziché di lavoratori in cassa integrazione che ancora aspettano.

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Paolo Fiore
Paolo Fiore
Leverano, 1985. Leccese in trasferta, senza perdere l'accento: Bologna, Roma, New York, Milano. Ho scritto o scrivo di economia e innovazione per Agi, Skytg24.it, l'Espresso, Startupitalia, Affaritaliani e MilanoFinanza. Aspirante cuoco, sommelier, ciclista, lavoratore vista mare. Redattore itinerante per FocuSicilia.

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