Dalla manovra economica salta la proroga per la cedolare secca al 21 per cento sugli affitti commerciali. L’aliquota agevolata, introdotta dalla legge di bilancio 2019 per i contratti di locazione commerciale stipulati nell’anno in corso, era stata confermata anche per il 2020. Ma nella serata di ieri, in commissione bilancio del Senato, sono stati bocciati gli emendamenti sul tema.
Confcommercio Sicilia: “Fronteggiava i locali sfitti”
“Un’occasione persa – il commento di Francesco Picarella presidente di Confcommercio Sicilia – Non riusciamo a comprende la scelta del governo di tornare indietro su una misura introdotta lo scorso anno per fronteggiare il tema dei locali sfitti. La scelta della cedolare secca sugli affitti commerciali introdotta un anno fa era stata accolta con favore dai commercianti e dalle associazioni, la proroga dell’aliquota ridotta avrebbe continuato a favorire la locazione degli immobili commerciali sfitti, rivitalizzando il tessuto sociale delle città e disincentivando la desertificazione dei centri storici. Invece di combattere la concorrenza sleale, la mancata proroga incentiva la chiusura dei negozi del commercio con sempre più vetrine che si spengono. Una decisione incredibile quella del governo che considera i commercianti limoni da spremere piuttosto che risorsa”.
Fimaa: “Scelta che danneggia il settore immobiliare”
“Il cambio di rotta sulla proroga per il 2020 della cedolare secca per gli affitti commerciali danneggia il settore immobiliare”, commenta Santino Taverna, presidente nazionale Fimaa, Federazione italiana mediatori agenti d’affari, aderente a Confcommercio-Imprese per l’Italia. “Da nord a sud del Paese – prosegue Taverna – i negozi stanno vivendo una crisi senza precedenti, a causa dello strapotere di internet e delle multinazionali che fanno affari in Italia, ma pagano le tasse nei paradisi fiscali all’estero – continua il presidente Taverna -. Anziché disincentivare la concorrenza sleale, con questa mancata proroga si incentiva la chiusura dei negozi tradizionali, non solo a danno del comparto immobiliare ma anche del commercio al dettaglio e della sicurezza delle nostre città, che vedono sempre più vetrine spegnersi e saracinesche chiudere definitivamente. La proroga dell’aliquota ridotta – conclude Taverna – avrebbe favorito la locazione degli immobili commerciali sfitti, rivitalizzando il tessuto sociale delle città e disincentivando la desertificazione dei centri storici dei medi e piccoli comuni d’Italia, oltre a portare nuove entrate nelle casse dello Stato. Come Fimaa auspichiamo un repentino cambio di rotta”.