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Cinema chiusi, biglietti online. Anec: “Guadagni irrisori”

Le arene in Sicilia riapriranno, forse, l'8 giugno. In attesa delle linee guida, i distributori si trasformano in Netflix: alle sale 40 per cento sul biglietto. Ma i gestori non gioiscono

Le sale cinematografiche in Italia riapriranno il 15 giugno. In Sicilia, in attesa di apposite linee guida, le arene potrebbero ripartire già l’8. Nel frattempo il cinema approda sul digitale: le pellicole che non possono andare sul grande schermo arriveranno a casa, con un sistema simile a Netflix o Disney+. Una rivoluzione nella catena distributiva, che salta passaggi tradizionali come i Festival, e trasforma le sale cinematografiche in piattaforme digitali a pagamento. Il primo progetto parte il 18 maggio: Miocinema.it, che unisce il distributore indipendente Lucky Red, Circuito Cinema e My Movies. Con il supporto delle sale cinematografiche, trasmetterà on-line le proprie pellicole. In questo nuovo panorama che ruolo avranno le sale? A fronte del 40 per cento sul biglietto, da sette euro per le prime visioni, “ci viene chiesto di trasferire i nostri clienti abituali su una piattaforma streaming, promuovendo sul nostro sito e sui canali social le pellicole”, spiega Alberto Surrentino, tra i soci di Cinestudio, ente gestore del cinema King e dell’Arena Argentina a Catania, che non saranno quindi presenti sul nuovo portale.

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Anec: “Guadagni irrisori. Ma molti aderiranno”

L’utente dovrà semplicemente collegarsi al sito, scegliere il proprio cinema, pagare il biglietto e godersi da casa il film, che resterà a sua disposizione per 48 ore. In tutta Italia sono 75 le sale associate ma l’obiettivo è di arrivare a 100, con oltre sette milioni di potenziali spettatori. In un momento complicato per il settore dell’audiovisivo, la proposta ha fatto storcere il naso a molti. “Tolte le spese per la Siae e per il noleggio, i guadagni per la sala sono davvero irrisori”, spiega Paolo Signorelli, presidente Anec Sicilia, l’associazione che raggruppa le sale cinematografiche. Anche se con la chiusura prolungata e la mancanza di adeguati sostegni economici il timore di Signorelli è che “molti distributori si appoggeranno a questa nuova piattaforma”. Dunque, un altro competitor oltre a quelli già esistenti. Il rifiuto del King muove proprio da questa posizione: “Principalmente perché lo streaming è concorrente al cinema, quindi è una scelta che va a cozzare con il nostro lavoro”. Seconda questione non meno importante: “Sei vincolato a pubblicizzare ogni prodotto che c’è su quella piattaforma, indipendentemente da chi sia il distributore e dal target di riferimento”, spiega Surrentino. Un problema di non poco conto per una sala come il King, che ha spettatori fidelizzati e dove la programmazione è curata dagli stessi gestori. “Non vedo perché in questo momento dovrei avere una limitazione nella scelta delle pellicole che normalmente non ho”. Il discorso cambia per coloro che si affidano a un programmatore esterno e difatti sembra proprio che le sale fino ad ora aderenti al progetto siano quelle associate a Circuito Cinema.

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Ricavo medio di 400 euro. Al mese

Tenendo conto dell’area geografica, il guadagno si aggirerebbe intorno ai 400 euro al mese. “È poco se consideriamo che, escluso il personale, i costi fissi per una sala come il King superano i 6 mila euro”, chiosa Surrentino. La preoccupazione più grande per i gestori è che in una circostanza già precaria come quella attuale si possano minare ulteriormente le basi delle singole realtà. “La speranza – dice Signorelli- è che non appena si potrà tornare nelle sale la piattaforma scompaia. Anche se il fondatore di Lucky Red, Andrea Occhipinti, ha già fatto sapere che Miocinema potrà essere di supporto anche dopo. Francamente, non vedo come”. Il vantaggio è quindi certo solo per la casa di distribuzione che potrà veicolare i propri prodotti dando loro, in questa fase, una buona visibilità. Anche perché alla riapertura dei cinema ci sarà un ingolfamento di tutte quelle pellicole che da mesi aspettano solo di essere proiettate.

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L’ipotesi drive-in e l’incertezza dei posti a sedere

“In queste settimane ho ricevuto molte telefonate – afferma Signorelli – da costruttori che pensano di arricchirsi con l’idea del drive-in. Per evitare l’ingresso nel settore d’improvvisati, l’Anec nazionale consentirà solo agli addetti ai lavori di aderire all’iniziativa”. Anche se, a causa dei costi alti, difficilmente l’idea prenderà piede. In questo senso l’associazione regionale si fa portavoce delle arene, che in Sicilia sono circa 20, portando avanti il progetto Moviement Village: “Proporremo film nuovi e la migliore programmazione dell’inverno scorso – continua Signorelli – però abbiamo bisogno delle direttive del Governo”. Occorre tempo per predisporre i sistemi di sicurezza e se l’autorizzazione a partire dovesse arrivare troppo tardi, questo costituirebbe un’ulteriore lungaggine. “Non riesco a capire perché l’Argentina che fa 600 posti o l’Adua che ne fa 700 non possano accogliere all’aperto 100 spettatori”, spiega Surrentino. Non che la situazione sia risolutiva: “le arene lavorano sui grandi numeri, con gli ingressi contingentati e un biglietto a 3,50 euro i guadagni saranno limitati” afferma Signorelli.

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La speranza dei fondi regionali: si attende il bando

Di contro gli esercenti dei cinema chiedono solo di poter tornare a fare il loro lavoro, anche se allo stato attuale non hanno direttive. “Vorremmo sapere come far fronte alle spese di una chiusura che se va bene sarà di sei mesi”, spiega il gestore del King. Il decreto Rilancio prevede un credito d’imposta del 60 per cento sulle spese sostenute, con un massimo di 80 mila euro, per far rispettare le prescrizione sanitarie contro la diffusione del Covid-19, ma “la novità più grande arriva dalla finanziaria regionale” evidenzia Surrentino. È stato accolto l’emendamento promosso dall’opposizione, nella persona di Anthony Barbagallo, “per far entrare le sale cinematografiche in un apposito fondo, sui mancati incassi di questo periodo”, spiega. Naturalmente ci sarà un bando, si spera questa volta che i tempi siano più celeri anche perché i lavoratori sono ancora in attesa della cassa integrazione di aprile.

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Laura Cavallaro
Laura Cavallaro
Giornalista pubblicista e critica teatrale, associata all’Anct (Associazione Nazionale dei Critici di Teatro), si è laureata con lode in Comunicazione all’Università di Catania scrivendo una tesi dal titolo “Mezzo secolo di teatro: l’avventura dello Stabile catanese”. Da oltre dieci anni collabora con diverse testate giornalistiche, cartacee e online, di approfondimento culturale ed economico

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