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Cinque per mille, zero in cultura. La Sicilia sceglie volontariato e sport

Molto volontariato, buona raccolta per le associazioni sportive. I palermitani puntano sul proprio Comune più di quanto facciano i catanesi. A secco beni culturali e aree protette

Volontariato pigliatutto, anche in Sicilia. Palermo punta su se stessa più di Catania, con donazioni sia al comune che all’università. A cultura e aree protette non restano neanche gli spiccioli: il conto dice “zero”. È il quadro regionale del Cinque per mille, la quota dell’Irpef che lo Stato destina agli enti che svolgono attività sociali in base alle scelte dei contribuenti.

Le associazioni di volontariato

Non è una novità che proprio le organizzazioni di volontariato attraggano la maggior parte delle risorse, in Sicilia come nel resto d’Italia: a livello nazionale, nessuno riceve più di Emergency (11,3 milioni di euro), Medici senza frontiere (8,5 milioni) e Airc (7,7 milioni). È chiaro che in queste cifre ci siano anche le donazioni dei contribuenti siciliani. L’attrattività di organizzazioni nazionali e internazionali come quelle appena citate limitano le donazioni agli enti locali. Sono però comunque molti quelli siciliani che hanno ricevuto una quota del Cinque per mille: più di 1400 sui 45843 che hanno incassato almeno un euro. L’ente che ha ottenuto più preferenze è stato l’Associazione di solidarietà sociale rogazionisti Cristo re onlus Sicilia, di Messina, scelta da 6477 contribuenti che le hanno garantito oltre 165 mila euro. Solo altri tre enti superano i 100 mila euro: la Missione di speranza e carità onlus (134 mila), l’Associazione Piera Cutino (108 mila) e l’Associazione di volontariato europeo solidale-Sicilia (102 mila).

Palermo capoluogo campanilista

IlCinque per mille può anche essere destinato ai Comuni. È chiaro che l’importo è influenzato dalla popolazione. Ma non è tutto. Roma, la città più popolosa d’Italia, ha ottenuto la fiducia del maggior numeri di contribuenti ma ha raccolto meno di Milano. Oppure c’è il singolare caso di Valdagno, cittadina vicentina da 26 mila abitanti che si arrampica fino al sesto posto in Italia: ha incassato quasi 81 mila euro grazie a 3.182 contribuenti. Tra le principali città siciliane, Palermo sembra essere la più campanilista: 1611 cittadini hanno fatto affluire nelle casse del Comune 49524 euro. Cui si aggiungono i 60 mila euro destinata a un’altra scelta cittadina: l’Università di Palermo. Catania ha si una popolazione inferiore rispetto al capoluogo regionale, ma ha comunque raccolto meno in proporzione: 20.308 euro al comune (donati da 643 contribuenti) e 40.719 euro per l’università.

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Piccoli e compatti: i comuni che puntano su se stessi

È normale che nella classifica delle donazioni ai comuni prevalgano le città con più abitanti (Messina, Siracusa). Ma ci sono molti casi che sfuggono alla proporzionalità. Ad esempio, Licata (con quasi 7 mila euro) ha ottenuto più risorse del “suo” capoluogo Agrigento. E alcuni piccoli centri hanno raccolto più di Trapani e Ragusa. È il caso di Palazzo Acreide (in provincia di Siracusa): 463 dei circa 8 mila residenti hanno optato per il proprio Comune, che così ha incassato 6.666. Il record del campanile spetta però a Santo Stefano Quisquina, poco più di 4 abitanti in provincia di Agrigento: ha raccolto 5600 grazie a 339 residenti. Praticamente un contribuente su 12 ha destinato il Cinque per Mille al proprio comune.

Bene lo sport, zero in cultura

Nell’area della ricerca sanitaria spicca la Ismett di Palermo, scelta da 1831 contribuenti (per 84433 euro) e l’Associazione oasi Maria SS. Onlus (A Troina, Enna), con 53 mila euro. Significativa è la raccolta di alcune associazioni sportive. Le cifre sono inferiori rispetto a quelle destinate a volontariato, ricerca o Comuni, ma la Sicilia piazza bene tre enti tra i primi venti. La “Liberi tutti” di Agrigento è terza in Italia, grazie a 36803 euro di donazioni. L’Associazione sportiva dilettantistica Binuara (a Trapani) è 12esima, con 21 mila euro, e la Diamond palestre di Catania è 19esima, con 18.589. Male la cultura. Tra i 112 enti dei beni culturali e paesaggistici autorizzati da Mibact, nessuno era siciliano. Non c’era quindi neppure la possibilità di donare. Tra i 24 gestori di aree protette, uno ha sede nell’isola: il Parco nazionale Isola di Pantelleria. Donazioni: zero.

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Paolo Fiore
Paolo Fiore
Leverano, 1985. Leccese in trasferta, senza perdere l'accento: Bologna, Roma, New York, Milano. Ho scritto o scrivo di economia e innovazione per Agi, Skytg24.it, l'Espresso, Startupitalia, Affaritaliani e MilanoFinanza. Aspirante cuoco, sommelier, ciclista, lavoratore vista mare. Redattore itinerante per FocuSicilia.

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