Ciro Greco è un linguista trentacinquenne che, dopo anni di studi e “tanti lavori ed esperienze diverse”, è oggi il fondatore ed il Ceo di Tooso.ai “una società di intelligenza artificiale che fornisce servizi per motori di ricerca locali. Quelli che stanno sui siti stessi, non come Google o Yahoo”. Ha raccontato la sua storia sul palco del Tedx Catania 2019, evento su licenza Ted, organizzazione internazionale nota per le sue conferenze caratterizzate da un solo speaker sul palco.
Dalla Scuola superiore ai seicento partecipanti di oggi
Il format è arrivato sotto l’Etna già nel 2014, grazie all’impegno di studenti ed alumni della Scuola superiore di Catania (Ssc). Quest’anno l’evento ha puntato in grande: il “Tedx Ssc”, ha cambiato nome, diventando proprio “Tedx Catania“, e la platea si è allargata fino ad occupare un auditorium all’interno del centro fieristico le Ciminiere, “con oltre seicento posti, cinquecento dei quali paganti. Nelle altre edizioni avevamo sale da cento posti”, fanno sapere dall’organizzazione. Greco è stato il primo dei sedici speaker della manifestazione, e per rispondere alla domanda “what if?” che dà il titolo all’evento, ha ipotizzato che una macchina potesse svolgere grazie all’intelligenza artificiale il ruolo di notaio. “Che una macchina possa svolgere il lavoro di un uomo è forse ancora una paura che ha solo Elon Musk – ironizza Greco -, ma le competenze di un notaio sono ancora troppo lontane da raggiungere, fantascienza. Ma abbiamo imparato in questi anni che molti dei problemi che pensavamo insormontabili, le macchine possono risolverli con meno intelligenza e molti dati”.
Oltre i big data, verso un modello più efficiente
Molti dati, o per meglio dire “una quantità fenomenale”. Come quella che gestisce Amazon, il più grande sito di e-commerce al mondo. “La sfida che abbiamo affrontato con Tooso, che oggi è parte di una società più grande chiamata Coveo, è nel settore dell’ e-commerce – prosegue Greco -, ed è quella di fornire a chi visita gli altri siti gli stessi servizi che dà ai propri utenti Amazon, la ‘stella polare’ del settore retail. Amazon è anche il terzo sito più visitato al mondo, e nel settore dell’intelligenza artificiale più quantità di dati hai, meglio è, e questo dà loro un vantaggio competitivo enorme ad esempio nelle ricerche personalizzate”. Ma nel settore dell’intelligenza artificiale non ci sono solo quelli che Greco definisce “i big data”. “Con ogni probabilità – prosegue – una piccola società italiana non è in grado di generare questa grande mole di dati. E quindi bisogna andare verso un modello in cui le cose diventano più efficienti. Ci sono altri casi dove pochi dati sono più che sufficienti, dipende molto dall’uso. Rimane il fatto che oggi la concentrazione dei dati è fondamentalmente nelle mani di non tantissime società”.
“Più dell’intelligenza, serve ancora la forza bruta”
La soluzione? Un cambio di prospettiva nel machine learning, una metodologia che si può riassumere nel come le macchine imparano senza avere acquisito prima altre informazioni di programmazione. Greco l’ha esposta durante il proprio talk sul palco del Tedx, ovvero arrivare a un modo di imparare per le macchine che non sia legato unicamente alla quantità di dati, ma a informazioni che diano già le definizioni di cosa sia, ad esempio, il concetto di camminare. “Qualcosa che si riesce a spiegare a un bambino, dicendogli che strisciare è diverso da camminare. E il bambino sarà poi in grado, a un livello di astrazione superiore, di capire che fondamentalmente sono atti che servono allo stesso scopo, deambulare”. Ma le macchine non sono in grado, oggi, di imitare il comportamento umano. Non ancora. “Fondamentalmente abbiamo imparato davvero poche cose su come funziona l’intelligenza. Una di queste è che un sacco di problemi che noi pensavamo che richiedessero l’intelligenza simbolica negli esseri umani in realtà possono essere risolti semplicemente buttondaci dentro un sacco di dati. Imparando i problemi forse non richiedono così tanta intelligenza, ma solo forza bruta”, forza intesa come potenza di calcolo. Al momento però “diciamo che ci sono delle applicazioni più forti, almeno quelle che fanno più parlare anche sui giornali, che richedono davvero tanti dati, come la macchina che guida da sola che richiede una quantità di dati sensazionale”, conclude Greco.