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Cooperative, crisi già prima del Covid. “Spesso i ristori non sono arrivati”

Dall'agricoltura alla pesca, dal terzo settore alle tecnologie, Confcooperative Sicilia pensa alla ripresa. Il presidente Mancini: "Pnrr importante, ma prima serve un intervento sociale"

“La crisi in questa terra si trascina da anni, forse da decenni. La pandemia è solo l’ultimo atto”. Gaetano Mancini, presidente di Confcooperative Sicilia, commenta in diretta con FocuSicilia la situazione della cooperazione nell’isola. “La situazione è molto dura, ce ne rendiamo conto ogni giorno parlando con i nostri associati”. Negli ultimi mesi si sono susseguiti diversi interventi, dai decreti Ristori del Governo Conte al decreto Sostegni di Draghi. Ieri è arrivato un nuovo provvedimento, dedicato a “Imprese, professioni e lavoratori”. Su quest’ultimo Mancini non si esprime. “Siamo abituati ad annunci roboanti, bisogna vedere poi cosa arriva sul terreno”. Il presidente fa l’esempio della Finanziaria regionale 2020, “che conteneva moltissime misure importanti per il settore cooperativo. Nei fatti non si è visto nulla”.

Il peso della cooperazione

Per quanto riguarda i sostegni, dunque, il giudizio del numero uno di Confcooperative Sicilia è netto. “Si tratta di piccoli contributi per dare un minimo di ossigeno. Spesso, non sono neppure arrivati alle imprese”. Società, quelle del mondo cooperativo, che in Sicilia hanno un peso rilevante nel tessuto economico. Nel 2019 l’associazione riuniva oltre 2.300 cooperative, per quasi 67 mila soci, 25 mila lavoratori e 107 milioni di fatturato nei campi più diversi, dall’agricoltura alla pesca, dal terzo settore alle tecnologie.

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Crisi generalizzata

Un “effetto collaterale” della pandemia, secondo il presidente, è stato quello di mostrare “l’essenzialità del tessuto cooperativo”. Molti settori che non si sono fermati, “l’agroalimentare, la grande distribuzione, ma anche i servizi socio-assistenziali e di sanificazione”, in Sicilia sono gestiti proprio da cooperative. Se questi comparti hanno continuato a lavorare, altri hanno sofferto grandemente. “Pensiamo al tempo libero, al turismo, alla ristorazione, al mondo culturale”. Sul lungo periodo, però, la crisi ha colpito tutti i settori, anche quelli che avevano resistito. La pandemia ha premiato “alcune piattaforme speculative”, mentre il tessuto produttivo territoriale “ha sofferto molto, prima in alcuni settori specifici, poi in tutti gli altri”.

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Le bizze della politica

Parlando di risorse, “l’immissione di denaro nell’economia non determina di per sé lo sviluppo”. Prima dell’intervento economico “deve esserci un intervento sociale, che prevede una strategia da parte di chi governa”. Nei confronti dell’esecutivo presieduto da Draghi il giudizio è sospeso. “C’è stato un cambio di passo evidente nelle vaccinazioni, che non è un dato secondario, soprattutto per la ripresa delle attività”, sottolinea Mancini. Il presidente del Consiglio “è una persona di grande autorevolezza, ma deve fare i conti con una maggioranza disomogenea”. In questo momento storico la politica “dovrebbe mettere da parte la propria identità, e pensare esclusivamente agli italiani”.

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I rapporti con la Regione

A proposito di vaccini, Confcooperative Sicilia è tra le nove associazioni datoriali che si sono rivolte a Musumeci chiedendo di poter utilizzare le dosi rimaste nei magazzini. “La Sicilia è stata agli ultimi posti sulla somministrazione, anche per colpa dell’eco mediatica su alcuni farmaci”, dice Mancini. Negli ultimi mesi, riconosce il presidente, c’è stata un’accelerazione. Sul fronte politico, anche in Sicilia pesano “le condizioni di litigiosità della maggioranza”. Malgrado ciò il dialogo tra Confcooperative e il Governo regionale “è costruttivo, in particolare con l’assessore alle Attività produttive Turano, nella prospettiva di uno sforzo comune per i cittadini e le imprese”.

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Cambiare registro sul Sud

Sulla ripresa le aspettative sono buone. “La situazione è favorevole, anche dal punto di vista psicologico”. Sul tavolo c’è anche il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), che mette in campo 82 miliardi per il Mezzogiorno. Il dubbio sollevato da più parti è sulla capacità di spesa e di gestione, dove spesso il Sud non ha brillato. “Le Regioni meridionali stanno dimostrando di saper far rete tra loro, con una strategia condivisa che può essere importante” nota Mancini. Certo bisogna cambiare registro rispetto al passato. Il presidente fa l’esempio del Mediterraneo. “Da anni si parla di rilanciare il nostro ruolo strategico nelle rotte commerciali. Poi, però, le merci vanno da altre parti, perché semplicemente il nostro sistema non è adeguato”.

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Un mondo che cambia

Tornando alla ripresa, quella che si apre è una fase di trasformazione. “Pensiamo alla robotica, all’intelligenza artificiale, all’Internet delle cose, ai big data. Temi su cui le imprese siciliane non sempre hanno piena consapevolezza, rischiando di rimanere fuori dal mercato”, dice Mancini. Da qui l’impegno di Confcooperative Sicilia sulla formazione, ma anche sulla valorizzazione delle esperienze territoriali. “Possiamo fare tanto in Sicilia in questa direzione”. E ricorda l’eredità di Don Sturzo, la nascita delle banche di credito cooperativo allo scopo di contrastare l’usura. “Anche oggi le cooperative possono risolvere le difficoltà, realizzando obbiettivi comuni in un mondo che cambia”.

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L’idea dei rider in cooperativa

E anche combattendo le disuguaglianze, che si fanno più pesanti soprattutto nel mondo del lavoro. “Pensiamo ai rider, che spesso lavorano in condizioni proibitive. Perché non potrebbero associarsi in una cooperativa, condividere una piattaforma di consegne ottenendo il giusto compenso?”. Mancini ricorda anche l’esperienza delle “cooperative di comunità”, che oltre a perseguire un obbiettivo d’impresa valorizzano i territori. “Abbiamo di fronte molteplici opportunità, tutto sta nel saperle cogliere”, conclude il numero uno di Confcooperative Sicilia. “La cooperazione si esalta nelle difficoltà, ecco perché siamo convinti che il futuro possa riservare grandi soddisfazioni”.

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Valerio Musumeci
Valerio Musumeci
Valerio Musumeci, giornalista e autore. Nel 2015 ha esordito con il pamphlet storico-politico "Cornutissima semmai. Controcanto della Sicilia buttanissima", Circolo Poudhron, con prefazione della scrittrice Vania Lucia Gaito, inserito nella bibliografia del laboratorio “Paesaggi delle mafie” dell'Università degli Studi di Catania. Nel 2017, per lo stesso editore, ha curato un saggio sul berlusconismo all'interno del volume "L'Italia tradita. Storia del Belpaese dal miracolo al declino", con prefazione dell'economista Nino Galloni. Nel 2021 ha pubblicato il suo primo romanzo, "Agata rubata", Bonfirraro Editore.

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