Tante aziende poco fatturato, anzi i numeri sono in perdita. Non è rosea la situazione siciliana che riguarda le cooperative e i consorzi attivi, associati a Legacoop, che si occupano di tecnologie dell’informazione e della comunicazione. È quanto emerge da una prima mappatura del settore dell’associazione. Tecnologie che “hanno avuto e continuano ad avere un ruolo fondamentale nelle varie fasi di contrasto alla diffusione dell’epidemia in atto”, e che secondo Legacoop accresceranno il loro peso considerando “soprattutto l’accelerazione di tutti i processi di trasformazione digitale che attendono il sistema produttivo nell’immediato futuro”.
Operative ma non produttive economicamente
Sono 200 le cooperative e i consorzi attivi, associati a Legacoop, che operano nel settore Ict. Trentaquattro di queste sono le aziende cooperative siciliane. Insieme alle 22 sarde rappresentano il 28 per cento di tutte le coop del settore in Italia, ma a fronte di “un’elevata numerosità percentuale corrisponde tuttavia non oltre il 7 per cento del valore della produzione”. Secondo lo studio di Legacoop sulle cooperative che si occupano i Ict, dunque, ancora una volta le isole si dimostrano operative ma non produttive da punto di vista economico. Il dato del risultato d’esercizio segna addirittura una perdita: 239 mila euro di cui di 83 mila riguardano le aziende siciliane. Il valore della produzione per la Sicilia è di cinque milioni e mezzo. Il comparto in Italia vale 129 milioni in termini di fatturato, circa due milioni in termini di risultato d’esercizio e si avvicina agli 80 milioni per quanto attiene il valore aggiunto.
In Basilicata il risultato d’esercizio più alto
Legacoop specifica che sono tutte piccole e medie imprese con un numero di dipendenti che va da un minimo di cinque in Abruzzo a un massimo di 169 in Trentino Alto Adige. Il totale degli addetti è di 2.072 e la Sicilia ne conta 144. Palermo, insieme a Cagliari, Bolzano e Roma è la provincia in cui c’è il maggior numero di cooperative e dei consorzi cooperativi nel settore, ma questo non si traduce in grandi riscontri economici. È la Basilicata la regione che riesce ad ottenere il risultato d’esercizio più positivo superando 1,2 milioni di euro, apportando la quasi totalità degli introiti del Sud. Oltre il 70 per cento del valore della produzione è però legato alle cooperative e i consorzi con sede legale nel Nord del Paese, nel Nord Est in particolare (57 per cento) e più in particolare in Emilia Romagna (40 per cento del dato del Nord-Est). Il centro e le isole sono gli unici con un risultato d’esercizio in perdita.
Chi perde di più
La quasi totalità delle imprese (195 su 200) opera dei servizi intangibili ed in particolare nei comparti della dell’elaborazione dati e della produzione di software non connessi all’edizione. Le perdite principali si registrano nei comparti della gestione database, nell’edizione di software e nelle attività dei portali web. Solo cinque aziende operano nel manifatturiero e nel commercio e di queste solo quella che si occupa della fabbricazione di schede elettroniche assemblate ha un risultato d’esercizio positivo, ma solo di mille e 50 euro a fronte di un valore di produzione di oltre due milioni di euro.