Chiude per Coronavirus un pezzo d’Italia: non si entra e non si esce dalla Lombardia e da altre 14 province del Nord, fino al 3 aprile. Questa la misura estrema varata dal governo Conte per tentare di contenere la diffusione del virus Covid-19, che ha già raggiunto 6 mila contagi e una mortalità molto elevata in termini percentuali, vicina al 4 per cento. Ma se le zone “rosse”, quelle a più alta diffusione del contagio, restano sostanzialmente in quarantena, i provvedimenti descritti dal decreto come “volti a garantire uniformità nell’attuazione dei programmi di profilassi” colpiscono in modo pesante anche la Sicilia e le altre regioni italiane in cui la diffusione è circoscritta a poche decine di casi.
No agli eventi. Sì caffè al bar, ma a distanza
Il decreto varato nella nottata tra il 7 e l’8 marzo comprende all’articolo due una lunga serie di sospensioni di attività. Tra queste spiccano quelle di “manifestazioni, eventi e spettacoli di qualsiasi natura”, compresi cinema e teatro, sia in luogo pubblico che privato. Il decreto entra poi nel dettaglio sui luoghi chiusi, che comprendono “pub, sale da ballo, musei e luoghi di cultura” oltre agli “eventi e manifestazioni sportive”, il cui svolgimento è consentito solo “a porte chiuse”. Più controverse invece le misure da adottare per ristoranti e bar: potranno lavorare regolarmente, ma “con obbligo a carico del gestore di far rispettare la distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro”, pena “la sospensione dell’attività”. Per le attività commerciali, invece, nessuna limitazione. Il decreto suggerisce però di adottare “misure organizzative tali da consentire un accesso contingentato, in modo da prevenire assembramenti di persone”.
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Scuole e asili chiusi. Lezioni universitarie online
Il decreto ribadisce anche la durata del provvedimento di chiusura delle scuole, degli asili e degli altri luoghi dedicati all’infanzia, fino al 15 marzo. La principale novità introdotta riguarda quindi la possibilità di svolgere le lezioni e alle altre attività formative “con modalità a distanza” nelle Università e nelle altre istituzioni di alta formazione “artistica musicale e coreutica”. Per gli studenti che non potranno prendere parte è comunque previsto “il recupero delle attività formative”. Viaggi d’istruzione e gite rientrano invece belle attività culturali, e la durata del divieto è estesa al 3 aprile.
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Niente visite in ospedale. Stop a nozze e funerali
Il decreto specifica il divieto ad “accompagnatori dei pazienti di permanere nelle sale d’attesa dei dipartimenti emergenze e accettazione e dei pronto soccorso”. Un divieto che vale anche per le case di cura private, hospice, strutture riabilitative, e strutture residenziali per anziani. In tutti questi casi valgono però “le indicazioni del personale sanitario” che indicherà le modalità di accesso. Il decreto introduce inoltre il divieto per il personale sanitario e il personale dei servizi di pubblica utilità, di partecipare a “congressi, riunioni, meeting ed eventi sociali”. Il decreto non specifica però l’applicabilità dello stesso a categorie come impiegati pubblici in strutture sanitarie, addetti a pulizie o alla sicurezza, e indica il differimento “a data successiva al termine di efficacia del presente decreto ogni attività convegnisti o congressuale”. Sospese anche le cerimonie civili e religiose, comprese quelle funebri.
Obbligo di quarantena per chi arriva dal Nord
Il presidente della Regione Nello Musumeci, già in isolamento volontario dopo i contatti con il presidente del Lazio Nicola Zingaretti positivo al virus, ha imposto un’ordinanza per chi arriva in Sicilia, con qualsiasi mezzo, dalle zone rosse del Nord: “ha il dovere di informare il medico di base e porsi in autoisolamento”. Nell’ordinanza, in fase di notifica ai nove prefetti, ai questori ed ai 390 sindaci dell’Isola, il governatore richiama le competenze comuni a tutte le regioni italiane e quelle previste dal comma 2 dell’articolo 31 dello Statuto siciliano che conferiscono al presidente della Regione il potere di disporre delle forze di polizia in caso di necessità. “Se tutti manteniamo la calma e il senso di responsabilità, riusciremo a gestire e superare anche questo particolare momento. Noi siciliani abbiamo affrontato ben altre calamità e non ci arrendiamo. Ma ognuno faccia la propria parte”. In aggiunta alle misure del decreto legge emanato dal governo nazionale, è disposta inoltre la chiusura di piscine, palestre e centri di benessere anche nella regione.