Sin dall’arrivo del coronavirus in Italia, l’attenzione si è concentrata sulle mascherine. Sono davvero una barriera contro il contagio? In un primo momento, le autorità sanitarie non ne hanno consigliato l’utilizzo alla persone sane. Adesso che l’epidemia è più diffusa, è decisamente cresciuto il numero di chi le indossa. Il dibattito “mascherina sì, mascherina no” ha lasciato spazio ad altri argomenti più drammatici. Resta però una domanda: come deve essere usata la mascherina sui luoghi di lavoro? Ha risposto il capo della protezione civile Angelo Borrelli, riferendo il parere del comitato tecnico-scientifico.
Distanza di sicurezza prioritaria
La prima opzione è sempre rimanere in casa e organizzarsi per lavorare da remoto. Ma non sempre è possibile. Basti pensare agli impianti industriali o ad alcuni uffici della pubblica amministrazione ancora aperti. In questi casi, il “principale criterio per contenere il contagio” è il “rispetto della distanza di sicurezza”. Tenersi ad almeno un metro dai colleghi resta l’opzione migliore, da adottare ogni volta sia possibile. Solo quando un lavoratore, per le proprie mansioni, è obbligato a ridurre le distanze, il comitato tecnico-scientifico “raccomanda l’uso delle mascherine”. In altre parole: non basta la mascherina per essere immuni. Anche chi la indossa deve rispettare le precauzioni che valgono per tutti. In ufficio (solo per fare un esempio) non è semplice mantenere distanze superiori al metro. Per questo motivo, Borrelli ha rinnovato l’invito a operare tramite smart working. La stessa protezione civile, nonostante l’emergenza, ha adottato soluzioni di lavoro da remoto per favorire “la rarefazione” del personale.