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Coronavirus, gli obblighi per lavoratori e imprese

Dal Garante della Privacy alle direttive di regione e governo: ecco cosa prevedono le norme per le aziende e i dipendenti in caso di esposizione al rischio

Niente caccia all’untore ma responsabilità, soprattutto da parte dei lavoratori. Le norme e le procedure attuali per contenere il coronavirus prevedono procedure chiare sia da parte delle imprese, sia per i dipendenti. Sono il frutto di una serie di provvedimenti e interventi di governo, garnte della privacy e Regione Siciliana.

Gli obblighi per le imprese

Il quadro deve trovare equilibrio tra privacy dei lavoratori e tutela della salute pubblica. Lo scorso 2 marzo, il Garante della Privacy è stato chiaro: “L’accertamento e la raccolta di informazioni relative ai sintomi tipici del coronavirus e alle informazioni sui recenti spostamenti di ogni individuo spettano agli operatori sanitari e al sistema attivato dalla protezione civile, che sono gli organi deputati a garantire il rispetto delle regole di sanità pubblica recentemente adottate”. In sintesi: le imprese non possono sostituirsi al sistema sanitario. Non possono cioè avviare prassi (come le ha definite il Garante) “fai da te”.

Tutela dei dipendenti

Evitare il “fai da te” non vuol avere una posizione passiva. Le imprese sono, come prevede il decreto legge numero 81 del 2008, a “tutelare i lavoratori dall’esposizione a rischio biologico”. Le aziende devono quindi garantire un ambiente di lavoro sicuro. Va in questa direzione anche la possibilità di adottare lo smart working in modo più agile, senza passare da accordi individali.

Gli obblighi per i lavoratori

La procedura corretta prevede che il lavoratore segnali al datore di lavoro situazioni di potenziale pericolo sanitario. A questo punto l’impresa informa gli organi sanitari, che adotteranno le misure di contenimento previste dai protocolli, compresa la possibilità di effettuare controlli sui lavoratori potenzialmente più esposti. Le “iniziative individuali” delle imprese non sono ammesse perché non implicano solo un controllo sanitario che va oltre i protocolli ma anche la raccolta di dati sensibili. Questa procedura non è cambiato, nonostante l’allargamento di alcuni provvedimenti all’intero territorio nazionale.

Cos’è cambiato dopo il Dpcm

Come chiarito dal Garante, l’obbligo della comunicazione di possibili rischi spetta al lavoratore: “Chiunque negli ultimi 14 giorni abbia soggiornato nelle zone a rischio epidemiologico” deve comunicarlo all’azienda sanitaria territoriale, anche per il tramite del medico di base, che provvederà agli accertamenti previsti come, ad esempio, l’isolamento fiduciario. Questo indirizzo è stato irrigidito da un delibera regionale: chi arriva in Sicilia dalle zone rosse e arancioni (non solo chi ci risiede ma anche chi ci è passato nelle ultime due settimane), è obbligato a 14 giorni di isolamento, “con divieto di contatti sociali”. Gli sono vietati spostamenti e deve “rimanere raggiungibile per ogni eventuale attività di sorveglianza”.

Per chi arriva dalle zone rosse

Al netto della riservatezza dei dati, le delibere regioni spingono per una maggiore capacità di sorvegliare chi è entrato nella regione provenendo dalle aree più esposte. Resta l’obbligo di avvisare il proprio datore di lavoro e quello all’auto-isolamento. Ma non solo: la Regione obbliga i “concessionari di servizi di trasporto aereo, ferroviario e navale” ad acquisire e mettere a disposizione delle forze dell’ordine “i nominativi dei viaggiatori” arrivati da Lombardia e province in quarantena.

Banche in attesa di dettagli

I sindacati delle banche (Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca e Unisin) hanno inviato ad Abi e Federcasse una serie di richieste, tra le quale “la sospensione di tutte le trattative sino ad oggi aperte ed il rinvio delle stesse a data successiva al 3 aprile”. Per quanto riguarda i lavoratori, hanno chiesto che i grandi gruppi “si assumano per intero le loro responsabilità comunicando quali misure di prevenzione e sicurezza sono state o saranno adottate da tutti i grandi gruppi e le aziende bancarie a tutela delle lavoratrici, dei lavoratori bancari e della stessa clientela”. I sindacati ribadiscono al necessità, in tutta Italia, di fornire direttive sullo smart working e sulla “salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro di tutte le lavoratrici e i lavoratori bancari che quotidianamente sono a contatto con la clientela e con il pubblico”.

Coronavirus, numero verde l’800458787

Pubblica amministrazione

Gli uffici della pubblica amministrazione restano aperti. È previsto che nei locali aperti al pubblico ci siano “a disposizione degli addetti, nonché degli utenti e visitatori, soluzioni disinfettanti per il lavaggio delle mani”.

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Paolo Fiore
Paolo Fiore
Leverano, 1985. Leccese in trasferta, senza perdere l'accento: Bologna, Roma, New York, Milano. Ho scritto o scrivo di economia e innovazione per Agi, Skytg24.it, l'Espresso, Startupitalia, Affaritaliani e MilanoFinanza. Aspirante cuoco, sommelier, ciclista, lavoratore vista mare. Redattore itinerante per FocuSicilia.

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