Una lettera rivolta alle mille aziende iscritte a Sicindustria. “Si sta lavorando, attraverso tutti i canali possibili, nazionali e Comunitari, per fronteggiare questa inedita situazione. Per evitare che il peso economico dell’emergenza, e ancor più della paura dell’emergenza – venga pagato dalle imprese”. A scriverla Alessandro Albanese, vicepresidente vicario della confederazione degli industriali siciliana. “Stiamo attraversando – si legge nella lettera -, un momento nuovo ed estremamente delicato per le nostre imprese, per il nostro Paese. È doverosa una lucida analisi dei fatti e una netta separazione tra i fatti e i dubbi, tra le statistiche e le paure”.
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I “punti fermi”: pochi casi, nessuno nelle aziende
Per Albanese l’analisi della situazione parte da alcuni punti fermi. “In Italia – scrive – abbiamo un capillare sistema di controlli e misure preventive che stanno arginando la diffusione”. In Sicilia, dove non si registra nessun focolaio di contagio autoctono, i casi positivi sono “solo 10”, di cui 2 già guariti e, “secondo le ultime comunicazioni del governo italiano, il rischio sanitario nel nostro Paese è circoscritto”. Ma soprattutto “in nessuna delle nostre circa mille aziende si è registrato un caso di coronavirus”.
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Una pagina web e un questionario online
Sicindustria ha inoltre attivato una pagina nel proprio sito internet nella quale vengono raccolte tutti gli aggiornamenti utili, gestita da un coordinamento interno dedicato al fenomeno. L’associazione ha inoltre chiesto agli associati di compilare un questionario, tramite il quale si raccolgono “domande, preoccupazioni, dubbi e siamo disponibili a fornire chiarimenti, informazioni, indicazioni sugli ultimi provvedimenti normativi”. A conclusione della lettera Albanese assicura come si stia “facendo pressione direttamente e attraverso tutti gli strumenti di Confindustria per spingere il governo nazionale e regionale a individuare soluzioni per le imprese coinvolte negli effetti dell’emergenza: ammortizzatori sociali, defiscalizzazioni e agevolazioni al credito vanno destinate a tutte le aziende, come quelle del settore turistico, che hanno visto compromessa in modo importante la loro attività”.