Drastico calo di pubblico, spettacoli annullati o rinviati, crollo degli incassi. E adesso anche la chiusura per decreto. “La crisi dei teatri non è una novità, ma ad accrescerla adesso ci pensa il coronavirus”. Anche se la Sicilia non è “zona rossa”, Alessandro Idonea, artista e produttore catanese, dipinge un quadro cupo, che sta già pesando sulla stagione in corso e rischia di pregiudicare anche la prossima. Senza dimenticare che, spesso, i contratti hanno scarse tutele per artisti e artiste.
Niente gite, niente matinée
Stando alle stime dell’Agis (Associazione generale italiana dello spettacolo) sui dati Siae, la chiusura degli spettacoli in Italia nella scorsa settimana ha creato una perdita di oltre dieci milioni di euro. Non si tratta solo di dati, ma di esperienze concrete che hanno creato gravi disagi ai produttori: il governo ha bloccato le uscite didattiche. Tra queste rientra anche la partecipazione degli studenti alle rappresentazioni teatrali, motivo per cui molte matinée sono state sospese: “È stato un grande colpo per quelle realtà che lavorano con le scuole, come la compagnia Buio In Sala o il Teatro Brancati-Piccolo, e per il Teatro Stabile di Catania, che ha dovuto annullare lo spettacolo ospite ‘Opera stracci’”, afferma Luigi Tabita, responsabile del Dipartimento artiste e artisti Slc Cgil. “Personalmente – conferma Idonea – a me sono saltati ben tre matinée: avrei dovuto portare in scena ‘La storia di Cyrano’ riadattata da me e Giuseppe Spicuglia per i bambini, ma le misure governative mi hanno costretto ad annullare tutto per il momento”. E con la chiusura della scuole in tutta Italia, lo scenario non migliorerà di certo.
Tournée siciliane annullate
Ad aggravare la situazione vi è l’annullamento o il rinvio di produzioni siciliane che sarebbero dovute andare in tournée al nord Italia: “Lo spettacolo ‘Liolà’ di Mario Incudine, Moni Ovadia e Paride Benassai, che sarebbe dovuto andare in scena a Perugia dal sei all’otto marzo, è stato rinviato ad aprile”, racconta Idonea. “Molte nostre produzioni siciliane – afferma Luigi Tabita – hanno interrotto le tournée in Lombardia, Veneto, Emilia Romagna. Tra queste per esempio l’‘Antigone’ diretta dalla direttrice del Teatro Stabile di Catania Laura Sicignano, ‘Storia di un oblio’ con Vincenzo Pirrotta e regia di Roberto Andò, ‘Chi vive giace’ di Armando Pugliese e ‘Misericordia’ di Emma Dante, queste ultime tutte produzioni del Teatro Stabile di Palermo”.
Dai mancati incassi alle perdite
Se il rinvio non avviene in tempi opportuni, al mancato incasso si aggiunge un altro inconveniente che aggrava il quadro economico. Il problema si ha nel momento in cui uno spettacolo viene cancellato poco prima del debutto. “‘Alice in Wonderland’ della Compagnia Elysium Circus è stato annullato dopo che la produzione aveva già pagato gran parte delle spese di vitto e alloggio per un cast di circa 50 persone: le perdite sono state gravissime per il produttore”, racconta Idonea, che ha ospitato la compagnia al Metropolitan di Catania lo scorso 19 febbraio. “Questo comporta rischi non solo per la stagione in corso, ma anche per la prossima, che non potrà usufruire dei guadagni di quest’anno”.
Il calo degli spettatori
Non ci sono solo rinvii e cancellazioni. Paura e cautela stanno tenendo lontani gli spettatori dai teatri. “Nonostante i 50 spettacoli in programma – lamenta Idonea – negli ultimi giorni sono stati venduti cinque biglietti. Con gli abbonati la situazione non è migliore: la gente chiede di poter sfruttare il proprio ingresso per gli spettacoli che andranno in scena da aprile in poi, disertando tutti quelli di marzo. Non importa se avevano pagato per vedere Nancy Brilli il prossimo sette marzo. Qualsiasi altro show andrà bene, purché a distanza di tempo”. Simile è la testimonianza di Tabita: “All’inizio della scorsa settimana molte persone hanno preferito rimanere a casa per evitare i posti affollati, come consigliavano i media, ma già nel week-end la situazione è migliorata e auspichiamo che si possa presto tornare alla normalità”.
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Senza lavoro, senza tutele
Il teatro non vive uno dei suoi momenti migliori e l’emergenza sanitaria sta facendo peggiorare le cose. “Il nostro è già un settore in crisi e questa situazione non ha fatto altro che amplificare ancor di più lo stato di precarietà e malessere già esistente”, afferma Tabita. Le misure contrattuali non sarebbero sufficienti: “Se da un lato il contratto nazionale prevede delle tutele per i lavoratori in caso di annullamento recite per causa di forza maggiore, dall’altro molti attori lavorano ancora senza contratto o con scritture private dove viene applicato il massimo ribasso”. Il sindacato ha incontrato il ministro dei Beni e attività culturali Dario Franceschini: “Abbiamo chiesto di mettere in campo interventi mirati e di trovare risorse aggiuntive utili a risollevare un settore ormai in ginocchio”.