L’edilizia in Sicilia ha perso 618 milioni in 2 mesi, acconciatura ed estetica oltre 63, mentre per il Turismo il quadro potrebbe essere ancora peggiore. Sono le stime su due dei settori più colpiti dalla crisi economica conseguente al lockdown per il contrasto al Covid-19 elaborate da Confartigianato Sicilia, che calcola nei vari settori una incidenza fino al 90 per cento di lavoratori artigiani.
La Sicilia perderà almeno 2 milioni di turisti stranieri
Secondo i calcoli di Confartigianato, in Sicilia la flessione nel turismo sarà almeno del 46,3 per cento. Si tratta “dei visitatori stranieri che annualmente decidono di trascorrere le vacanze sull’Isola”, e che quest’anno hanno già annullato i viaggi. Su un totale di quasi 5 milioni di turisti l’anno, oltre 2 milioni e 300 mila sono stranieri. Nel settore operano 16 mila imprese artigiane, coinvolte direttamente e indirettamente dalla domanda turistica.
Estetisti e parrucchieri: lavoro a rischio per 4 mila
Dati pesanti anche per il settore benessere: secondo Confrartigianato “il mix di lockdown e concorrenza sleale sta generando ampie perdite per il settore dell’acconciatura ed estetica dove in Sicilia operano 9 mila imprese, di cui il 91,6 per cento artigiane, che danno lavoro a 15 mila addetti”. La perdita stimata nei mesi di marzo, aprile e maggio è pari a 63,7 milioni di euro, ovvero il 5,9 per cento della perdita stimata del settore a livello nazionale (un miliardo e 78 milioni di euro). Un quadro con potenziali pesanti ripercussioni sull’occupazione: i mancati ricavi, infatti, mettono a rischio il lavoro di 4 mila addetti del settore.

Costruzioni, un calo di almeno 600 milioni
Ultimo settore analizzato da Confartigianato è il “sistema casa”, ovvero quello delle costruzioni, edilizia e installazioni di impianti. In Sicilia la crisi Covid-19 sta determinando una perdita di fatturato nel bimestre marzo-aprile pari a 618 milioni di euro, equivalente ad una riduzione del 10,6 per cento del fatturato dell’intero anno. E i mancati ricavi “mettono a rischio il lavoro di oltre 7 mila addetti (sul totale di 68 mila a fine 2019) che operano nelle imprese del settore. Le imprese delle costruzioni in Sicilia contano a fine 2019, oltre 49 e 200 mila unità, di cui 20 mila e 500, il 41,6 per cento, artigiane. Il settore rappresenta complessivamente il 10,5 per cento dell’intero tessuto produttivo della regione.
Pezzati: “Ci aspettavamo di più dal governo Conte”
Alla luce del quadro descritto, e all’indomani dell’ultimo decreto del Governo, l’associazione chiede “una progettualità strategica” in vista delle riaperture calendarizzate dall’esecutivo guidato da Giuseppe Conte, e per le quali i costi si prevedono “altissimi”. Secondo Giuseppe Pezzati, presidente regionale di Confartigianato “anche il sistema della sicurezza porta ad un aumento dei costi non indifferente. E sarebbe forse auspicabile pensare anche di agevolare tutte quelle imprese che magari sono già in grado di osservare le indicazioni delle autorità sanitarie su distanziamento, dispositivi di protezione individuale, pulizia e sanificazione”. “Ci aspettavamo qualcosa di più per le piccole imprese – aggiunge Pezzati –. Sono stati previsti anche finanziamenti a fondo perduto per micro aziende fino a dieci addetti. Ma questo provvedimento ha un sapore a metà di buon gusto. Il nostro tessuto economico nazionale supera, seppur di poco, anche questo numero di addetti. Sopravvivere adesso è la parola d’ordine e ci aspettiamo che la politica metta in campo sempre più provvedimenti per aiutare i nostri artigiani a ripartire, rimettendo in moto l’economia di tutta la nostra Sicilia. La vera battaglia sarà adesso sul funzionamento delle concessioni dei finanziamenti a fondo perduto. La Recovery Fund, il fondo europeo
per far fonte alle necessità delle Nazioni che ne abbiano di bisogno, potrebbe essere un
strumento per fare ripartire urgentemente le imprese. E noi stiamo ancora attendendo”.