Dall’inizio dell’anno in Sicilia e fino al 31 marzo sono state 8 mila e 50 le imprese cessate, contro le 6 mila e 785 aperte. Il dato, proveniente dalle registrazioni in Camera di commercio e raccolto da Infocamere, porta a un saldo negativo di oltre mille e 200 aziende. La flessione pesa sul totale di 466 mila imprese per lo 0,27 per cento, ed è il dato migliore d’Italia. A livello nazionale il saldo negativo raggiunge quota 30 mila: a fronte di 96 mila iscrizioni, le cessazioni sono state quasi 127 mila. Una flessione che, sul totale di oltre 6 milioni di imprese iscritte in Italia alle Camere di commercio, porta a un tasso di crescita negativo dello 0,5 per cento. Come sottolineato da Infocamere il dato “rappresenta il saldo peggiore degli ultimi 7 anni, rispetto allo stesso arco temporale”. Nel 2013 il tasso di crescita nei primi tre mesi dell’anno aveva raggiungo lo 0,51 per cento, continuando a scendere con percentuali meno severe nel corso degli anni. Ma se nel 2013 le nuove imprese iscritte erano 118 mila, nel 2020 sono state appena 96 mila. E la crisi da Covid-19 ha avuto un impatto determinante.
Più cessazioni in Lombardia, tasso peggiore in Molise
In termini assoluti, le cessazioni siciliane pesano per il 4,2 per cento sul dato nazionale. Lombardia e Veneto, le due regioni dove l’emergenza sanitaria da coronavirus si è presentata prima, perdono rispettivamente 4 mila e 267 imprese su 949 mila e 3 mila 685 su 480 mila. In termini percentuali rappresentano il 14,1 e il 12,2 per cento del totale nazionale. Seguono il Piemonte con l’11,7 per cento del totale nazionale (meno 3 mila e 531 imprese), e l’Emilia Romagna con l’10,9 per cento del saldo negativo nazionale (meno 3 mila e 302 imprese). La regione più colpita in rapporto al totale delle imprese iscritte è invece il Molise, con una flessione dello 0,93 per cento: su un totale di 35 mila imprese le cessazioni sono state 865, contro 535 nuove aperture, per un saldo negativo di 330. Segue, con lo 0,88 per cento, la Valle D’Aosta (perse 108 imprese su 12 mila). Terzo posto per le Marche, che perdono lo 0,83 per cento del proprio tessuto imprenditoriale, con un saldo negativo di mille e 395 imprese su un totale di 166 mila iscritte. Quarto posto per il Piemonte, dove il saldo negativo raggiunge lo 0,82 per cento del totale, che conta 424 mila aziende.
In Italia le imprese crescono solo a Siracusa e Grosseto
Infocamere fornisce anche il dato relativo alle singole province. E in Sicilia, dove la flessione in termini percentuali sul numero di imprese iscritte alla Camera di Commercio è inferiore al resto d’Italia, vi è anche una delle uniche due province a livello nazionale dove il saldo è positivo. Si tratta di Siracusa, che a fronte di 388 cessazioni nel trimestre, ha visto 469 nuove iscrizioni, guadagnando 88 imprese. Si tratta di una crescita nel trimestre dello 0,23 per cento, e ben superiore a quella di Grosseto, che si ferma allo 0,09 per cento: nella provincia toscana il saldo è positivo di 27 unità.
Enna la peggiore: perde quasi l’1 per cento delle aziende
Negativo è invece il saldo per tutte le altre province siciliane. Ed è Enna a guidare la classifica in negativo, con 387 cessazioni a fronte di 237 nuove iscrizioni alla camera di commercio, e un saldo negativo che raggiunge le 150 unità, pari allo 0,99 per cento del totale delle imprese in provincia. La peggiore in termini assoluti è la provincia di Palermo, che perde 499 imprese (2008 cessate contro 1509 iscritte nel trimestre), una flessione pari allo 0,5 per cento. Dato molto negativo anche per Caltanissetta e Trapani, dove il saldo negativo è rispettivamente di 224 e 226 imprese. Bene Catania: a fronte di 1614 cessazioni, le nuove iscrizioni sono state 1580, con un saldo negativo di 34 aziende. Ovvero, una flessione dello 0,03 per cento.