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Decreto carburanti, Tar annulla l’obbligo di comunicare ed esporre i prezzi

La giustizia amministrativa ha deciso: il decreto del 31 marzo che imponeva la comunicazione giornaliera dei prezzi, nonché l'esposizione di quelli medi in ogni distributore, è nullo. Accolto il ricorso delle associazioni dei gestori degli impianti FeGiCa e Figisc

Il Decreto carburanti è stato bocciato dalla giustizia amministrativa. “Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio (Sezione Quarta), definitivamente pronunciando sul ricorso, come in epigrafe proposto, lo accoglie e, per l’effetto, annulla il Decreto del Ministero delle Imprese e del Made in Italy del 31 marzo 2023“, si legge nella sentenza depositata oggi con protocollo 16777/2023. Al provvedimento del ministero, che prevede l’obbligo di “comunicare al ministero dello Sviluppo economico i prezzi praticati per ogni tipologia di carburante per autotrazione commercializzato”, nonché l’esposizione dei prezzi medi in ogni distributore, si sono opposti FeGiCa, la Federazione gestori impianti carburanti e Affini, Figisc, Federazione italiana gestori impianti stradali carburanti, insieme ad alcuni esercenti.

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Le motivazioni dell’annullamento

Secondo i magistrati amministrativi, che hanno accolto gli argomenti dei ricorrenti, il provvedimento ha dei profili di incostituzionalità, sia perché il decreto non rappresentava “straordinaria necessità e urgenza”, ma soprattutto in quanto “il DM impone l’adempimento di obblighi (di esposizione e di aggiornamento del prezzo medio) sproporzionati, ingiustamente afflittivi ed irragionevoli costituendo il prezzo medio un dato assolutamente inutile rispetto alle scelte di consumo degli utenti e non rappresentativo delle dinamiche concorrenziali del settore”. Inoltre al decreto sono mancati alcuni requisiti procedimentali per l’esecuzione del provvedimento, ovvero le il parere del Consiglio di Stato e la comunicazione alla presidenza del Consiglio dei ministri. Il ministero dello Sviluppo economico (ora denominato ministero delle Imprese e del Made in Italy), ha annunciato che presenterà ricorso sulla decisione.

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Leandro Perrotta
Leandro Perrotta
Catanese, mai lasciata la vista dell'Etna dal 1984. Dal 2006 scrivo della cronaca cittadina. Sono presidente del Comitato Librino attivo, nella città satellite dove sono cresciuto.

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