Quasi 25 mila i casi di coronavirus in Italia. E tra questi, sono oltre 1800 i morti, 350 nella sola giornata del 15 marzo, secondo l’ultimo bollettino della Protezione civile. E la Sicilia, dove i casi totali sono 188, si chiude: niente collegamenti stradali e ferroviari, garantiti solo quelli merci. Ci saranno solo due voli al giorno per Roma, da Catania e Palermo. Misure straordinarie per tentare di contenere il contagio, e che verranno applicate dal governo nazionale su richiesta del presidente della Regione siciliana Nello Musumeci. Insieme, forse, all’utilizzo dell’esercito per presidiare il territorio. Ma mentre la Sicilia alza le barriere, il Nord è in piena fase di emergenza sanitaria. E il nuovo decreto del governo, la cui approvazione è slittata dal fine settimana a oggi, dovrebbe contenere il blocco dei mutui, agevolazioni fiscali, estensione degli ammortizzatori sociali (anche per gli autonomi) e varo di una serie di fondi a sostegno delle imprese. Ma soprattutto misure straordinarie per aumentare da subito il numero di posti letto e i medici.
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Posti letto dai privati e due ospedali da campo
Quella che si configura come una piccola manovra finanziaria, da almeno 12 miliardi di euro come annunciato dal ministro all’economia Gualtieri, ha infatti il suo punto centrale nel potenziamento del sistema Sanitario di emergenza. E tra le decisioni del governo attese, c’è l’aumento dei posti letto, e non solo in Lombardia, regione con più casi – 11 mila – e ricoveri ospedalieri. Verranno sottoscritti accordi non negoziabili con le cliniche private per nuovi posti letto e in terapia intensiva, e costruiti almeno due ospedali da campo da parte dell’esercito, che si occuperà anche di acquistare attrezzature adeguate all’emergenza per i casi da terapia intensiva. Per la Sicilia, come annunciato dal presidente Musumeci si prevedono “tra i cento e i duecento nuovi posti di terapia intensiva”. Prevista anche la possibilità di requisire alberghi e altre strutture per ovviare all’indisponibilità di posti letto.
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Manca il personale sanitario. Selezioni straordinarie
Altro punto centrale è quello relativo al lavoro straordinario del personale medico e sanitario. Nonostante un accordo raggiunto con sindacati e imprese per mantenere la produzione nelle aziende, resta infatti proprio l’attività dentro gli ospedali quella che espone a più rischi, come denunciato ieri anche dai segretari di Cgil Cisl e Uil. Il decreto dovrebbe rispondere con aumenti delle retribuzioni per gli straordinari per il personale già in servizio, mentre sono in corso in tutta Italia delle pre-selezioni di personale in vista di un potenziale aumento dei casi, Sicilia compresa. La carenza di personale sanitario resta però il problema centrale, tanto che si dovrebbe permettere ai nuovi medici di entrare in servizio prima della formale abilitazione, consentendo a chi abbia già conseguito il giudizio di idoneità nel corso del tirocinio pratico-valutativo, di essere automaticamente abilitato alla professione medica. Previsto anche l’utilizzo di medici non abilitati in Italia, mentre i medici e il personale sanitario militare – almeno 300 – entreranno a supporto degli ospedali civili. Tra gli enti che effettueranno assunzioni di nuovi medici a tempo determinato, oltre alle Aziende sanitarie locali ci sarà l’Inail. L’istituto per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro prevede di dotarsi di 200 medici specialisti e cento infermieri con contratti da sei mesi.
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Mascherine farmaci, fabbriche a pieno regime
Tra le misure speciali, anche quelle relative ai presidi di protezione individuale, come le mascherine. Il decreto dovrebbe introdurre degli incentivi speciali alle aziende produttrici, oltre a prevedere la possibilità di sequestro da magazzini in caso di carenza. Previste inoltre deroghe agli accordi raggiunti con i sindacati per i lavoratori del comparto farmaceutico: per garantire la continuità di approvvigionamento, a loro non si applicheranno le strette misure di quarantena previste in caso di sospetto contatto con persone affette da coronavirus. La disposizione è simile a quella contenuta nel decreto legge 14 del 9 marzo 2020 che dispone all’articolo 7 che i sanitari esposti a pazienti affetti da coronavirus non siano più posti in quarantena e già fortemente contestata dai sindacati dei medici.