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Denaro, lavoro e appalti: Sicilia regione più corrotta d’Italia

Tra il 2016 e il 2019 si sono registrati in Sicilia tanti episodi quanti in tutto il Nord. Lo afferma l'Anac. Lo scambio è vicino: in comune, tra i funzionari. E anche per pochi spiccioli

Tra il 2016 e il 2019, gli episodi di corruzione registrati in Sicilia sono stati 28, più o meno quanti ne sono stati individuati in tutto il nord Italia (29). Purtroppo non una novità ma una conferma, sancita dalla relazione annuale dell’Autorità nazionale anticorruzione (Anac). Nella classifica delle regioni più corrotte, seguono Lazio (con 22 casi), Campania (20), Puglia (16) e Calabria (14). Nel triennio sono state in tutto 117 le ordinanze di custodia cautelare per corruzione e 152 i casi di corruzione emersi analizzando i provvedimenti della magistratura.

Edilizia, rifiuti e sanità

Tre episodi su quattro riguardato l’assegnazione di appalti pubblici. Il resto si distribuisce tra procedure concorsuali, procedimenti amministrativi, concessioni edilizie, corruzione in atti giudiziari. Il settore più a rischio si conferma quello legato ai lavori pubblici, che comprende anche i lavori di riqualificazione e manutenzione: sono stati 61 gli episodi di corruzione censiti nel triennio, pari al 40 per cento del totale. A seguire, il comparto legato al ciclo dei rifiuti con 33 casi (22 per cento) e quello sanitario con 19.

Come ti aggiro l’appalto

L’Anac sottolinea un aspetto mai troppo illuminato: su 113 episodi che riguardano gli appalti, solo venti riguardano affidamenti diretti, nei quali la scelta è a totale discrezionalità dell’amministrazione. La presenza di una gara (che in teoria dovrebbe rendere le procedure più trasparenti) non basta. Ciò lascia presupporre – si legge nella relazione – l’esistenza di una certa raffinatezza criminale nell’adeguarsi alle modalità di scelta del contraente imposte dalla legge per le commesse di maggiore importo, evitando sistemi (quali appunto l’assegnazione diretta) che in misura maggiore possono destare sospetti”. Una “raffinatezza” che si nota anche da “una strategia diversificata a seconda del valore dell’appalto”. Per quelli di importo particolarmente elevato, prevalgono i “meccanismi di turnazione fra le aziende e i cartelli veri e propri”. Per le commesse di minore entità si assiste invece al “coinvolgimento e condizionamento dei livelli bassi dell’amministrazione”, come il direttore dei lavori.

La corruzione del vicino di casa

Spesso si parla della corruzione come un fenomeno lontano, che sorvola le teste del “cittadino comune”, che si concretizza nelle stanze dei “poteri forti”. Una convinzione che si sgretola guardano i dati. Sono i comuni, cioè l’ente amministrativo più vicino, a essere “maggiormente a rischio”. Dei 152 casi censiti, 63 hanno avuto luogo proprio nei municipi (41per cento ), cui si potrebbero aggiungere le società partecipate che dei comuni sono emanazione (24 casi, pari al 16 per cento) e un altro presidio locale come le aziende sanitarie (16 casi, l’11 per cento). Gli episodi che riguardano Province (2 per cento) e Regioni (5 per cento) sono, almeno numericamente, poco più che residuali. C’è un altro dato che conferma come la corruzione sia capillare e, spesso, anche di piccolo cabotaggio: quasi un quarto dei casi passa dalle scrivanie di funzionari e dipendenti. E un altro quarto da quelle dei dirigenti. Molto meno frequente è invece la corruzione di sindaci o assessori.

Denaro, lavoro, sesso: la merce di scambio

La “bustarella”, cioè il denaro come mezzo di corruzione, è ancora il principale strumento dell’accordo illecito: riguarda quasi un caso su due. Spesso si tratta di importi che l’Anac definisce “esigui”, cioè di 2-3 mila euro, ma di appena 50-100 euro. Altre volte l’accordi si raggiunge su una percentuale fissa sul valore degli appalti. Ma accanto ai soldi, cresce il ruolo di altra “merce di scambio”. A partire dal lavoro: “L’assunzione di coniugi, congiunti o soggetti comunque legati al corrotto è stata riscontrata nel 13 per cento dei casi”. Seguono “modalità criminali più sofisticate”, come l’assegnazione di prestazioni professionali (11 per cento), specialmente sotto forma di consulenze. E poi ci sono “regalie e benefit”, che vanno dalla benzina ai pasti, dalla vacanze pagate alle ristrutturazioni edilizie fino a lavori di falegnameria, giardinaggio, tinteggiatura. E talvolta prestazioni sessuali.

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Paolo Fiore
Paolo Fiore
Leverano, 1985. Leccese in trasferta, senza perdere l'accento: Bologna, Roma, New York, Milano. Ho scritto o scrivo di economia e innovazione per Agi, Skytg24.it, l'Espresso, Startupitalia, Affaritaliani e MilanoFinanza. Aspirante cuoco, sommelier, ciclista, lavoratore vista mare. Redattore itinerante per FocuSicilia.

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1 commento

  1. I Siciliani in tema sono dilettanti, i professori universitari in tema di corruzione sono tutti al l Nord.
    Volete un elenco?

    Tangentopoli Milano, Anton Veneta, Monte dei Paschi di Siena,  Mose di Venezia, Expo Milano, Mafia Capitale Roma, Enimont Milano, Montedison Milano, Brebemi Milano,  TAV Torino, Banca Etruria Arezzo, Mani Pulite Milano, Formigoni Milano, Alemanno Roma,   Scandalo delle lenzuola d’oro Roma, Parentopoli Roma, Scandalo petrolio, Roma, Scandalo Telecom-Simi Roma, Loggia P2 Roma, Primo Greganti, Buzzi e Carminati, Consorzio Venezia Nuova, Assolombarda Milano, Casino di Sanremo, Grandi Eventi, Casa al Colosseo, corruzione al San Raffaele Milano, Fiorito Roma, Belsito e i soldi dei rimborsi elettorali alla Lega Milano, Bossi Milano, Penati Milano, Falk Milano,
    Autostrada Milano Serravalle, tesoriere della Margherita Luigi Lusi Roma, Pedemontana Veneta, Alitalia 2020
    ..E, Chissà quanti ne ho scordati!

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