L’istituto nazionale della previdenza sociale ha diffuso, il 31 luglio, i dati relativi ai dipendenti pubblici in Italia. La raccolta, a cura del coordinamento generale statistico attuariale di Inps, contiene dati fino al 31 dicembre 2017 e conta in tutta Italia un totale di 3 milioni 561 mila lavoratori. Fra questi, 284 mila e 602 sono in Sicilia, il 7,9 per cento del totale. L’incidenza sul totale nazionale è in linea con il numero di abitanti dell’Isola, ovvero 5 milioni e 53 mila secondo i dati Istat al 31 dicembre 2017, l’8,3 per cento dei 60 milioni di italiani, ma non mancano alcune specificità.
Fasce d’età: in Sicilia lavoratori mediamente più anziani
Il primo dato da considerare è relativo all’età anagrafica: in Italia i dipendenti pubblici al di sotto dei 40 anni sono appena il 17,41 per cento del totale, mentre in Sicilia il dato scende al 9 per cento (9,04), con i lavoratori sopra i 60 anni che pesano per più di un quinto del totale (21,97 per cento). La media nazionale si ferma al 16,92 per cento. Da sottolineare come, al 31 dicembre 2017, non erano presenti lavoratori sotto i 20 anni in Sicilia, un dato comunque marginale anche a livello nazionale con appena 1155 lavoratori (lo 0,03 per cento del totale). Anche grazie al successo nell’isola dei pensionamenti con la cosiddetta “quota 100”, il problema della carenza di dipendenti pubblici potrebbe diventare urgenza. Tanto che il presidente della regione Siciliana Nello Musumeci ha già annunciato nuovi concorsi a partire dal 2020.
Oltre un terzo dei lavoratori pubblici sono insegnanti
Le assunzioni per gli uffici della regione saranno comunque una quota marginale sul totale degli impiegati pubblici: nonostante l’autonomia, i dipendenti delle amministrazioni locali in Sicilia, compresi comuni e province, sono poco più di 60 mila, il 21,19 per cento del totale. La media nazionale è del 16,45 per cento, ma il dato è controbilanciato dalla minore presenza di lavoratori negli uffici delle amministrazioni centrali e della magistratura, 13 mila e 952 pari al 4,9 per cento, mentre nel resto d’Italia la media è superiore al 6 per cento. Nettamente inferiore alla media è, in Sicilia, il numero di dipendenti del servizio sanitario, in totale 42 mila e 315, che pesano per il 14,86 per cento del totale, oltre 4 punti sotto la media nazionale del 19,06 per cento. Il grosso dei lavoratori pubblici nell’isola è impiegato all’interno della scuola, con una percentuale del 38,99 (la media nazionale è del 36,35). In totale, sempre al 31 dicembre 2017, i lavoratori dell’Istruzione sono 111 mila, a cui si aggiungono i 9 mila e 209 impiegati del mondo dell’Università e della ricerca, il 3,23 per cento del totale siciliano. Nello Stivale la media è del 3,6 per cento. Perfettamente in linea con il dato nazionale è invece la presenza di membri delle forze armate e di corpi di polizia: in Sicilia sono il 14,7 per cento, nel resto d’Italia il 14,58.
Più donne che uomini. Ma il 60 per cento ha più di 50 anni
Andando nel dettaglio del dato anagrafico, vi è inoltre da evidenziare l’età media più elevata per le donne. Queste sono numericamente di più, 149 mila contro 135 mila e 500 uomini, ma sono mediamente più anziane e, soprattutto, il 55 per cento delle donne lavora nella Scuola, contro appena il 20 per cento degli uomini. Situazione opposta nelle forze armate nei corpi di polizia e nei vigili del fuoco: le donne in servizio nella pubblica sicurezza sono appena l’1,5 per cento del totale, mentre gli uomini sono quasi un terzo del totale dei dipendenti pubblici (29,22 per cento). Percentuali maggiori di uomini si hanno anche nelle pubbliche amministrazioni, sia locali che centrali (vi lavora il 28,41 per cento degli uomini e il 23,94 per cento delle donne), mentre le donne sono il 15,36 per cento nei servizi Sanitari contro il 14,32 degli uomini.