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Catania, sì alla procedura semplificata: “Pochi, maledetti e subito”

La giunta comunale ha deliberato di aderire alla proposta della commissione straordinaria di liquidazione e procedere con la modalità semplificata.I creditori perderanno dal 40 al 60 per cento

L’adesione del comune di Catania alla procedura semplificata di liquidazione comporterà per i creditori dell’amministrazione una riduzione tra il 40 e il 60 per cento di quanto atteso per servizi già erogati. Una cifra quantificata in 576 milioni di euro e alla quale si dovranno aggiungere i debiti fuori bilancio. Un totale che, al momento dell’approvazione in consiglio comunale, supererà con ogni probabilità i 600 milioni di euro. Va considerato infatti, che quelli stimati fino ad oggi sono solo i crediti di chi ha risposto all’avviso dell’Osl, l’organismo di liquidazione straordinario. Molti sono soldi attesi dai fornitori di servizi sociali: cooperative, associazioni e fondazioni che si occupano di minori e anziani, servizi essenziali sui quali, teoricamente, le amministrazioni non possono effettuare ulteriori tagli. Ci sono anche tanti imprenditori che, seppure con tempi ignoti, consideravano certo il fatto di potere essere pagati e invece, a causa del dissesto, non sarà così.

Al comune serve liquidità immediata

Una situazione che Luciano Ventura, segretario generale di Confcooperative Sicilia, definisce come “una beffa per tutti i fornitori che in questi anni hanno dato credito al comune. Serviva una amministrazione politicamente forte, e in questi anni non c’è mai stata”. Ventura nel corso del 2019 ha seguito le varie vertenze che riguardano le cooperative sociali in attesa dei fondi, anche vincolati da appositi fondi statali, che ora andranno in gran parte perse. “Abbiamo assistito a un vergognoso balletto di carte tra gli uffici dei Servizi sociali e della ragioneria, una macchina amministrativa totalmente incartata anche su fondi certi. In mezzo ci sono sempre gli stessi, coloro che aiutano i più deboli, che attendono chi 300 mila, chi 500 mila, chi un milione. Ad aspettare le somme, che riguardano anche l’accoglienza dei minori stranieri, “sono al momento circa 30 cooperative, più un’altri decina di altri enti. Tutti – spiega Ventura-, sono abituati a lavorare con ritardi di sei o sette mesi nella gestione ordinaria. Il dissesto ha peggiorato le cose e non è detto nemmeno che il comune arrivi facilmente ad avere la liquidità necessaria per saldare i debiti”.

“Pochi, maledetti e subito”

Anche il presidente dell’Ordine dei Commercialisti e degli esperti contabili di Catania, Giorgio Sangiorgio, si dice un po’ preoccupato per il recupero delle somme. “Adesso si apre una fase nuova – afferma – nella quale i commissari convocheranno tutti i creditori per chiudere la transazione. I pagamenti saranno dal 40 al 60 per cento a seconda dell’anzianità del credito. Non è molto seppure è quanto prevede la legge in caso di dissesto, e ci sarà chi accetta e chi no”. Le ipotesi infatti sono due: o si accetta rispettando il detto “pochi, maledetti e subito”, visto che il saldo del debito dovrebbe avvenire entro 30 giorni o si tenta la fortuna con la procedura ordinaria. “Tutto dipende dalla forza dell’azienda – spiega Sangiorgio -. Se è in difficoltà conviene che accetti, se invece è grado di mettere da parte il credito senza inficiare sulla sopravvivenza dell’azienda, può decidere di tentare la via ordinaria. Sperare così di ottenere una percentuale più alta, ma senza sapere quando, perché di anni si parla. Il 100 per cento, mi pare difficile vista la situazione”.

Servirà il voto del consiglio comunale

Secondo quanto stabilito dall’articolo 158 del Testo unico degli enti locali, il Comune dovrà fornirsi subito della liquidità di cassa necessaria. “Vale a dire almeno 300 milioni di euro, che dovranno per forza di cose essere anticipati da un grande istituto bancario”, dice Ventura. A garanzia il Comune potrebbe portare la norma “salva Catania” approvata nel decreto Crescita, che garantirà corposi trasferimenti, sotto forma di prestito, al Comune. “Così facendo si ritroverà comunque senza liquidità di cassa”, spiega Ventura, che individua una sola soluzione: “Il Comune deve recuperare le somme dell’evasione, ormai è accertato che la situazione debitoria è dovuta a decenni di mancati pagamenti di molte categorie, con pressioni anche della malavita. Nel frattempo ci sono state anche le rottamazioni delle cartelle e, chi ha evaso, guarda serenamente alla situazione, chi pensa tutti i giorni a tutelare quel 10 per cento di cittadini realmente poveri si è sostanzialmente immolato”.

Serve il bilancio riequilibrato

Prima di arrivare agli accordi con i singoli creditori, dovrà essere necessariamente approvato il bilancio riequilibrato in consiglio comunale. Avrebbe dovuto ricevere l’approvazione del Consiglio entro l’otto maggio scorso, ma ancora non se ne sa nulla. Un problema non da poco che blocca la macchina comunale. “Siamo agli ultimi giorni utili perché molti dei contratti dei dirigenti del comune di Catania, compreso quello della ragioniera generale Leonardi, sono in scadenza al 30 settembre e non più rinnovabili, a causa dell’intervento della commissione liquidatrice”, conclude Ventura.

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Redazione
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Business, Lavoro, Ambiente, Legalità e Sicurezza. FocuSicilia ha l'obiettivo di raccontare i numeri dell'isola più grande del Mediterraneo. Valorizzare il meglio e denunciare il peggio, la Sicilia dei successi e degli insuccessi. Un quotidiano che crede nello sviluppo sostenibile di una terra dalle grandi potenzialità, senza nasconderne i problemi.

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