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Ecosistema urbano, Sicilia ultima. Ma qualcosa migliora

Sette province su nove peggiorano le proprie performance nel rapporto Legambiente, con Catania ultima e Siracusa non classificata. Ma Agrigento ed Enna guadagnano 40 posti

Perdite della rete idrica oltre il 45 per cento, una delle produzioni di rifiuti più alte in assoluto pari a 730 chilogrammi ad abitante, messa assieme 7,7 per cento di differenziata, il dato peggiore a livello nazionale. Questa la performance di Catania che è valsa alla seconda città siciliana il posto 102 su 104 nella classifica del rapporto 2019 sull’ecosistema urbano di Legambiente. La città dell’Etna non è ultima, ma è come se lo fosse: alle posizioni 103 e 104 ci sono Siracusa e Vibo Valentia, che però sono non classificate: non hanno inviato dati a Legambiente. Catania, che si riconferma in fondo alla classifica, riesce a far peggio di Ragusa, in posizione 101 perdendo 18 posizioni rispetto allo scorso anno, e di Palermo (100), solo grazie a un altro primato: ci sono solo venti centimetri quadri di suolo a testa dedicati a chi cammina. Quasi altrettanto male fanno Trapani, in posizione numero 97 (era alla numero 93), Messina in posizione 91 (era al numero 90), e Caltanissetta, che dalla posizione 78 passa alla numero 85.

Bene Agrigento ed Enna: più 40 posti in classifica

Nonostante sette città su nove in netto peggioramento, spiccano però due buone notizie: Enna e Agrigento fanno un passo in avanti di una quarantina di posizioni ciascuna. La prima, passata dalla coda della classifica alla posizione 61, migliora nettamente grazie alla qualità dell’aria e in particolare alla bassa concentrazione di biossido di azoto (NO2), dato per cui risulta la migliore provincia d’Italia. Agrigento arriva invece alla posizione 59, la migliore tra le siciliane, guadagnano 39 posizioni. Ad influire sul risultato, la buona concentrazione di alberi, 107 ogni 100 abitanti, che le valgono la seconda posizione in Italia per verde urbano, e il basso consumo di acqua procapite fermo a 109 litri, al quarto posto a livello nazionale. E paradossalmente, Agrigento pecca dove Enna eccelle: se il capoluogo più alto d’Italia è primo nella performance di concentrazione di biossido di azoto, Agrigento è l’ultima della penisola.

Contraddizione Catania: premiata per il verde, ma ultima

Per Catania il riconoscimento di peggior ecosistema urbano d’Italia arriva, paradossalmente, nel giorno di uno storico riconoscimento per l’impegno nella cura del verde cittadino. Il circolo di Legambiente Catania proprio oggi viene premiato a Mantova in contemporanea della presentazione del rapporto Ecosistema urbano per la campagna “100 alberi per Catania”. Grazie all’aiuto degli studenti delle scuole etnee, del comune che ha autorizzato e messo in opera parte degli interventi, ma soprattutto dei singoli cittadini e dei vivai privati che hanno donato le piante, il circolo etneo ha attivato un circolo virtuoso di partecipazione dal basso che ha permesso di rinverdire anche quartieri periferici come Librino. Una contraddizione che non è sfuggita a Viola Sorbello, presidente del circolo di Catania. “Non possiamo che essere orgogliosi del premio – afferma Sorbello, – e questo riconoscimento ci stimola a fare ancora di più e andare ancora avanti. Ma – prosegue – anche quest’anno il rapporto di ecosistema urbano piazza Catania agli ultimi posti. L’anno scorso su centoquattro città esaminate era la centesima e dall’anno scorso non sono aumenti né i livelli di raccolta differenziata né i chilometri coperti dal servizio di trasporto pubblico, non sono state realizzate piste ciclabili, Ztl e pedonalizzazioni, non è migliorato il sistema di depurazione delle acque né la qualità dell’aria. Questo premio dunque ci consola e ci fa superare la frustrazione di fare attivismo ambientale in una città difficile come Catania”, conclude Sorbello.

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Leandro Perrotta
Leandro Perrotta
Catanese, mai lasciata la vista dell'Etna dal 1984. Dal 2006 scrivo della cronaca cittadina. Sono presidente del Comitato Librino attivo, nella città satellite dove sono cresciuto.

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