Catania sarà una delle cento località italiane che il 15 novembre manifesterà per chiedere il rilancio del settore delle costruzioni, in calo nel territorio catanese, come nel resto della Sicilia, del 60 per cento rispetto al 2018. Gli edili di Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil si ritroveranno per un sit in di fronte alla Prefettura di Catania a partire dalle 9,30.
La richiesta: un tavolo di confronto
In un documento firmato dai segretari generali Giovanni Pistorio, Nunzio Turrisi e Antonino Potenza, chiedono un “tavolo di confronto che metta insieme enti appaltanti che di rappresentanza della categoria, al fine monitorare i processi e definire i tempi per mandare in gara gli interventi programmati”. I sindacati chiedono inoltre che nei cantieri edili, vengano “intensificati e resi più frequenti i controlli anche in materia di sicurezza e legalità”.
I sindacati: “una realtà ormai diventata drammatica”
Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil di Catania definiscono l’edilizia etnea in una lettera inviato al Prefetto di Catania, “una realtà ormai divenuta drammatica, considerando che qualora la ripresa dovesse tardare ancora ad arrivare, si rischia di perdere il treno dell’innovazione”, ma sottolineano anche che i “nostri lavoratori edili, oramai disoccupati di lungo corso per la reale mancanza di lavoro anche regolare e oltremodo non adeguatamente formati e riqualificati, si trovano in una situazione di duplice svantaggio tanto che non riescono a trovare lavoro non solo nella nostra città, ma nemmeno in altre parti del paese nelle quali il lavoro non manca”.
Una crisi certificata dai dati di Cassa Edile
La crisi degli ultimi 10 anni ha dunque prodotto un calo nel settore delle costruzioni che tradotto in numeri si può riassumere in un calo del 60 per cento del numero dei lavoratori nel settore, secondo i dati forniti dalla Cassa Edile di Catania. Il dato, che vede nel 2019 8 mila e 600 operai a fronte degli oltre 21 mila del 2018, si affianca a una diminuzione del 43 per cento delle imprese, mentre le ore lavorate sono in calo del 66 per cento.
Il lungo elenco delle opere bloccate nel catanese
I tre segretari generali elencano le opere sulle quali proporre “un impegno mirato ed intervenire sin subito”. Si tratta della strada Catania-Ragusa, del raddoppio ferroviario Fiumefreddo di Sicilia-Giampilieri, dell’ ammodernamento statale 284 Adrano-Bronte e della statale 121 Paternò-Adrano. Vi sono inoltre la mantellata portuale di Catania, l’interramento dei binari nella Stazione Ferroviaria Centrale e Bicocca di Catania, la realizzazione della seconda pista dell’Aeroporto di Catania, la via di fuga dell’Etna, il completamento del percorso verso i paesi ad ovest di Catania della Ferrovia Circumtenea, la riqualificazione degli edifici pubblici come ad esempio la Cittadella Giudiziaria e degli ex ospedali, la messa in sicurezza delle scuole, la deputazione e le fognature, la metanizzazione, la messa in sicurezza del Territorio dal punto di vista del rischio Idrogeologico, la riclassificazione antisismica del territorio dalla fascia 2 alla fascia 1.