In dieci anni in Sicilia 6 mila imprese edili hanno cessato l’attività. Il dato, diffuso da Ance nel suo osservatorio congiunturale sull’industria delle costruzioni, mostra una situazione della regione del tutto in linea con quella nazionale, dove le imprese sono diminuite in media del 20 per cento. I piccoli segni di ripresa nel 2019 – più 2,3 per cento in investimenti in costruzioni -, non bastano ancora a ritornare ai livelli pre-crisi, quando le imprese in Sicilia erano oltre 30 mila e il peso sul prodotto interno lordo regionale sfiorava il 20 per cento.
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Aumentano gli investimenti pubblici in Sicilia
La parziale crescita del settore in Sicilia è trainata dall’aumento degli investimenti pubblici: rispetto al 2018 l’importo è salito da un miliardo e 460 milioni di euro fino a sfiorare quota un miliardo e 900 milioni, con il numero dei bandi di gara passato da 1650 a 1893. Il dato, fornito ad Ance da Infoplus, non dice però che molti degli interventi programmati, e dei relativi investimenti, non sono ancora operativi. Il tema è stato oggetto nei giorni scorsi di un incontro tra l’assessore regionale alle Infrastrutture Marco Falcone e il presidente regionale di Ance Santo Cutrone. Nell’incontro è stato ribadito come gare per 630 milioni di euro di opere finanziate dal Po-Fesr verranno bandite nei comuni dell’isola nel corso del 2020. E tra questi spiccano i 400 milioni di euro per il completamento della linea metropolitana di Catania nella tratta da piazza Stesicoro all’Aeroporto Fontanarossa, il cui esito dovrebbe essere comunicato nei prossimi giorni. Il bando per la tratta ferroviaria da Alcamo a Trapani, opera di Rfi dal valore di oltre 200 milioni di euro, dovrebbe invece arrivare a giugno.
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Crollano gli investimenti nel mercato non residenziale
Al di fuori degli investimenti pubblici per infrastrutture, però, il quadro è tutt’altro che positivo. Il flusso di investimenti in nuovi mutui in edilizia non residenziale è, nel confronto tra i primi nove mesi del 2019 con lo stesso periodo del 2018, in calo del 40 per cento. Il dato nazionale non si discosta molto da quello siciliano, e resta negativo pur con una percentuale meno severa, arrivando al meno 30 per cento. L’investimento per la realizzazione di nuove strutture residenziali è invece in leggera ripresa, superando l’1 per cento nell’isola. Mentre il flusso di nuovi mutui per acquisto di abitazioni da parte delle famiglie è in calo del 6 in Sicilia e dell’8 per cento a livello nazionale.
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Più anziani, meno case nuove. Bene le manutenzioni
A quest’ultimo dato Ance associa il cambiamento demografico in atto: la popolazione invecchia, le famiglie hanno meno figli, e quindi meno esigenze di spazio. E ai aggiunge l’emigrazione, anche per motivi di studio da Sud verso Nord. Un vero esodo, che secondo i dati Istat elaborati da Ance ha riguardato 282 mila giovani tra i 20 e i 34 anni dal 2008 al 2017. Questo ha inciso soprattutto in regioni come la Lombardia, che ha accolto nello stesso periodo 175 mila giovani nella fascia d’età, creando un mercato fiorente per soluzioni abitative temporanee. Come confermato dai dai di Fimaa, la confederazione degli agenti immobiliari legata a Confcommercio, anche in Sicilia il settore degli affitti è più dinamico rispetto a quello delle compravendite.
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Inadempienze, previsione da un miliardo e mezzo
Anche a seguito dell’aumento degli affitti si registra per il 2019 il raggiungimento, a livello percentuale, delle manutenzioni come primo comparto dell’edilizia a livello nazionale, che arriva al 37 per cento del totale. Solo un lieve incremento (0,7 per cento) rispetto al 2018, ma la crescita è costante dal 2008. Nelle previsioni di Ance, grazie anche alla conferma nell’ultima Legge di Bilancio del potenziamento al 50 per cento della detrazione per le ristrutturazioni edilizie, e della detrazione del 65 per cento per gli interventi di riqualificazione energetica degli edifici, porta a una previsione dell’aumento degli investimenti al 1,7 per cento nazionale. Le sofferenze lorde delle imprese di costruzioni restano però un problema costante: a livello nazionale hanno raggiunto quota 15,7 miliardi, con la Lombardia a guidare la classifica oltre i tre miliardi, seguita da Lazio ed Emilia Romagna oltre quota due. La Sicilia si ferma a quota 461 milioni di euro, ma le Utp, le inadempienze che le banche dubitano si possano recuperare, sono già a quota un miliardo e 400 milioni nell’isola.