Più che dolce, il Natale è salato per chi vola da e per la Sicilia. Secondo i dati forniti dalla piattaforma eDreams a FocuSicilia, il prezzo medio dei biglietti con andata il 21 dicembre e ritorno il 5 gennaio, va dai 403 euro necessari per arrivare a Catania ai 506 euro per arrivare a Palermo.
Il confronto con gli aeroporti del Sud
Chiaro: sono tra le giornate in cui prendere un aereo costa di più, perché l’elevata domanda fa lievitare i prezzi. E ci sono altre combinazioni di certo più convenienti. Ma si può comunque fare un confronto con altri aeroporti del Sud. Il caro biglietti per le feste non colpisce solo la Sicilia. Per andare a Bari nel periodo tra il 21 dicembre e il 5 gennaio si spendono in media 443 euro. Più convenienti sono invece altri due scali che, per distanza dagli altri aeroporti italiani, possono essere accostati a quelli siciliani: un biglietto andata e ritorno tra il 21 dicembre e il 5 gennaio per Lamezia costa in media 366 euro. Brindisi risulta il più a buon mercato, con 342 euro. I dati di eDreams confermano e danno una misura a quanto i viaggiatori hanno già notato: nelle date di punta, volare verso Palermo costa un terzo in più rispetto a Brindisi. Per Catania lo scarto è del 15 per cento.
Catania e Palermo pigliatutto
Nonostante il caro voli, le prenotazioni fioccano, soprattutto su Catania, meta più gettonata durante il periodo natalizio. Secondo eDreams, nel capoluogo etneo si dirigerà il 59 per cento dei viaggiatori, mentre il 38 per cento atterrerà a Palermo. A Comiso e Trapani – come già evidenziato dai dati sul traffico – restano le briciole. “Viaggiatori” e non turisti, perché i prezzi non pesano solo su chi in Sicilia vuole venire ma soprattutto su chi in Sicilia vuole tornare. Secondo il rapporto “L’Economia e la società del Mezzogiorno”, oltre ai tanti numeri negativi su crescita e occupazione, c’è anche quello relativo alla fuga verso altri lidi, soprattutto dei più giovani. Ad oggi si calcola che il Mezzogiorno abbia perso poco più di 2 milioni di residenti, per metà con meno di 34 anni. Inoltre, il 27 per cento degli studenti siciliani ha scelto di studiare al Nord. Ma Natale e Capodanno sono sacri: si deve tornare.
Quanto vale il traffico “di ritorno”
I dati rivelano infatti che il 60 per cento delle prenotazioni aeree arriva dall’Italia. E se a questi si aggiungono i siciliani che rientrano dall’estero, si intuiscono due cose: quanto pesi il caro biglietti sulle loro tasche e quanto sfruttare questo traffico “di ritorno” possa essere un’opportunità per la regione. Alle spalle dei voli domestici, in questo periodo di Natale c’è la Germania (12 per cento), seguita dalla Francia. Guardando ai singoli hub, i voli più frequenti verso gli aeroporti di Palermo e Catania provengono da Milano. Verso Catania volano anche da Venezia, Bologna, Londra, Roma, Monaco, Torino, Malta, Amsterdam e Lione. Arrivano a Palermo turisti partiti da Parigi, Roma, Torino, Bologna, Londra, Malta, Francoforte, Verona e Pisa. Milano è anche il principale hub di partenza per gli altri scali meridionali. Volano verso Bari anche persone provenienti da Parigi, Monaco, Bordeaux e Londra. Brindisi è una meta scelta anche da chi vola da Londra, Torino, Venezia e Bologna. Si vola verso Lamezia Terme anche da Zurigo, Torino, Venezia e Colonia.
A che punto è la continuità territoriale
L’impennata dei prezzi dei voli per la Sicilia sta impegnando anche il governo, che sta lavorando a un emendamento alla manovra di bilancio per l’introduzione della tariffa sociale. La Regione spinge per il riconoscimento della continuità territoriale, sul modello sardo. E con la Sardegna sta facendo squadra per promuovere l’inserimento del principio di insularità nella Costituzione. Lo scorso luglio, Toninelli ha firmato un decreto ministeriale che introduceva tariffe agevolate, con una dotazione di 48 milioni e l’obiettivo di renderle obbligatorie entro il 29 marzo 2020. Ma solo per gli scali di Trapani e Comiso, che stanno diventando sempre più residuali. Nulla invece per Palermo e Catania, che nonostante i prezzi stanno registrando un importante crescita delle presenze.
Sei mesi tra difficoltà e appeal
Il rapporto di Banca d’Italia sulla Sicilia ha disegnato uno scenario a tinte fosche sull’economia turistica siciliana. A reggere nei primi mesi del 2019 è stato solo Palermo, in crescita del 6,7 per cento. L’interesse del mondo nei confronti della Sicilia, però, non manca. Forbes ha inserito la regione italiana al secondo posto della classifica delle mete da vedere nel mondo per il 2020. E per Volagratis è una delle cinque destinazioni balnearei da non perdere il prossimo anno. I turisti preferiscono i 180 giorni compresi tra aprile e ottobre, ma le prenotazioni aeree per Natale e Capodanno dall’estero costituiscono il 40 per cento del totale. Anche al netto dei siciliani di ritorno, un segnale: c’è quindi da valorizzare quello che Giuseppe Cassarà, presidente di Federturismo Sicindustria, ha definito “brand Sicilia“. A patto di saper distinguere tra opportunità e speculazione.