Una riduzione da un euro a 50 centesimi al chilogrammo ed esclusione della tassa per i cosiddetti Macsi – manufatti in plastica a singolo impiego – che risultino compatibili con le norme per l’impiego medico e quelli provenienti da plastiche di riciclo. Questo, in estrema sintesi, il contenuto dell’emendamento presentato dal governo relativamente alla tassa sulla plastica contenuta nella nuova legge di Bilancio. Il provvedimento interviene anche su un altro aspetto molto criticati della manovra, ovvero i benefit per l’utilizzo di flotte aziendali a basso livello di CO2.
Prova di dialogo dopo le proteste delle aziende siciliane
L’emendamento, il numero 17.1000 all’atto 1586 – quello che contiene l’iter per la Finanziaria -, è in queste ore oggetto di proposte modifiche in commissione al Senato, e risponde alle richieste degli industriali che da tempo, anche in Sicilia, paventano il rischio licenziamenti dovuto alla plastic tax. In particolare le proteste della catanese Sibeg, imbottigliatore di Coca Cola per la Sicilia, che ha annunciato la possibilità di licenziare fino a 150 dipendenti, ovvero metà del personale, e la decisione della multinazionale di non poter più utilizzare le arance rosse siciliane per contenere i costi. Proteste anche da parte delle aziende del settore Alimentari aderenti a Confindustria Catania autrici di una lettere al presidente del consiglio Giuseppe Conte per evitare il “rischio chiusura per 1500 aziende solo nel catanese”. L’emendamento del governo sembra quindi venire incontro alle richieste degli imprenditori, rassicurati proprio a Catania dal viceministro Stefano Buffagni, in visita alla Sibeg lo scorso 8 novembre, sull’apertura di un dialogo per la modifica della tassa, ma non sulla sua abolizione