Novecento posti di lavoro diretti e mille indiretti entro il 2024. Selezioni aperte per 100 laureati e 550 diplomati da impiegare in posizioni tecnico-operative, che andranno ad aggiungersi a una squadra che già oggi conta circa 200 lavoratori. Sono i numeri del cantiere della Gigafactory 3Sun di Catania, che entro due anni punta a diventare la più grande fabbrica di pannelli solari d’Europa, con una capacità produttiva di tre gigawatt all’anno, utilizzando una tecnologia innovativa definita dai vertici “unica al mondo”. L’impianto è stato visitato stamattina dal presidente di Enel, Michele Crisostomo, insieme all’amministratore delegato, Francesco Starace, al ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, alla direttrice generale della Direzione energia della Commissione europea, Ditte Juul Jørgensen, al presidente della Regione siciliana, Renato Schifani, e al commissario straordinario del Comune di Catania, Prefetto Piero Mattei.
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Russo: efficienza e tracciabilità
A illustrare il particolare procedimento di realizzazione dei pannelli Eliano Russo, Ceo di 3Sun Gigafactory. “Il cuore di ciò che facciamo qui è la cosiddetta eterogiunzione delle celle, accoppiando wafer di silicio monocristallino e silicio amorfo, che ci permetterà di ottenere da subito un’efficienza migliore del 24,6 per cento rispetto ai pannelli attualmente in commercio”. Con questi nuovi componenti la fabbrica punta a passare dall’attuale capacità di 200 megawatt l’anno a 400 megawatt l’anno nel settembre 2023 e alla piena capacità operativa da luglio 2024. Prima di uscire dalla fabbrica, precisa il Ceo, i moduli verranno sottoposti a test severi. “Verranno fatte delle prove di potenza luminare e di elettroluminescenza, per garantire che non ci siano stati errori durante il processo di laminazione”. Importante il tracciamento dei prodotti realizzati. “Verranno dotati di un’etichetta che permetterà di tracciare i moduli in tutto il loro orizzonte di vita, ma anche di risalire alle componenti e ai materiali utilizzati nel processo di produzione”.
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Il progetto Tango finanziato dall’Ue
A partire dal 2025, inoltre, sarà implementata la tecnologia “Tandem”, che consentirà di ottenere un’efficienza migliore del 30 per cento rispetto ai pannelli attualmente in circolazione. L’investimento è stimato in un importo pari a circa 600 milioni di euro. Il progetto, denominato “TANGO”, iTaliAN Giga factOry, è rientrato tra le sette iniziative selezionate dalla Commissione UE nell’ambito del primo bando dell’Innovation Fund dedicato ai grandi progetti, aggiudicandosi il finanziamento per un importo massimo di 118 milioni di euro; inoltre è stato presentato al bando per l’accesso ai fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza relativi alla Missione M2C2 Investimento 5.1 “Rinnovabili e batterie” – sub-investimento 5.1.1 “Tecnologia PV”, con Contratto di Sviluppo gestito dall’attuale Ministero delle Imprese e Made in Italy (MIMIT). Questi due fondi potrebbero determinare un finanziamento complessivo del Progetto fino ad un importo massimo di 188 milioni di euro.





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Starace: tecnologia italiana sui mercati mondiali
Nel corso del suo intervento l’amministratore delegato di Enel Francesco Starace ha sottolineato come la 3 Sun si candidi a diventare “la più grande di tutte le fabbriche europee”, pur coprendo “meno dell’otto per cento del mercato Ue”. Fondamentale in questo senso il dialogo con le istituzioni comunitarie. “La Commissione ha sostenuto il progetto della Gigafactory sin dall’inizio, guardando al contenuto innovativo della tecnologia”. Per il futuro occorre “fare un ragionamento importante su wafer e polisilicio, ma quello di oggi è un primo passo che vogliamo replicare, portando la tecnologia italiana a servire il grande mercato europeo e mondiale”. La stima del fabbisogno italiano per i prossimi anni, ha aggiunto l’Ad di Enel, “è di 50/60 mila megawatt, se si vuole abbassare la quota di non rinnovabili. Fare i pannelli di cui abbiamo bisogno è uno dei primi passi, ricordando che l’innovazione crea lavoro, e che Catania ha portato un contributo importante di intelligenza e lavoro”.
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Schifani: regole più semplici per il comparto
A sottolineare l’importanza della deburocratizzazione il presidente della Regione siciliana Renato Schifani. “Bisogna semplificare le regole che in passato hanno paralizzato la possibilità di soggetti terzi di investire in Sicilia in chiave ambientale e di produzione di energia, attraverso impianti fotovoltaico e rinnovabili. Questa possibilità è stata penalizzata da regole obsolete e teutoniche, che hanno impedito a chi voleva investite di ottenere le autorizzazioni. Stiamo riformando le regole, per dare procedure più snelle e trasparenti, nel rispetto dell’ambiente ma anche di chi vuole investire e creare posti di lavoro”. Il governatore ha sottolineato l’importanza della collaborazione con il governo centrale, per esempio “sulla questione Lukoil”, e ha dedicato un passaggio anche all’Etna Valley, “bellissima realtà della quale siamo fieri, che obbedisce a un principio: chi vuole investire protocolli agevolati. Bianco l’ha creata, ma anche Pogliese ha favorito questa realtà che guarda all’impresa come elemento centrale per lo sviluppo del territorio”.
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Un passo per l’indipendenza del Paese
A riflettere sull’importanza della Gigafactory nell’attuale situazione geopolitica mondiale il ministro della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin. “Il significato politico forte di questo investimento è la sua funzione di affrancamento del nostro Paese dall’estero, e segnatamente dalla Cina, anche sul fronte della produzione di impianti per l’energia rinnovabile”. In particolare l’impianto di Catania “incrocia gli impegni del Governo, che punta a incrementare in maniera decisa l’installazione di rinnovabili e portarla ad almeno 8-10 gigawatt annui, necessari per raggiungere i target di decarbonizzazione a cui l’Italia si è impegnata in sede europea e internazionale”. Per la direttrice generale della Direzione energia della Commissione europea, Ditte Juul Jørgensen, l’impianto etneo può contribuire a trasformate la Sicilia “in un leader nella produzione di energia solare ad alto valore aggiunto tecnologico, aprendo un corridoio internazionale per l’energia pulita da cui non solo l’Italia, ma tutta l’Unione Europea può beneficiare, in linea con il piano REPowerEU”.
Innovazione e arretratezza
Si è complimentato con Enel anche il nuovo padrone di casa di Catania, il commissario straordinario al Comune Piero Mattei. “La Sicilia è da quarant’anni un punto di riferimento per le tecnologie green per l’Italia perché il gruppo Enel, sin dal 1980, ha deciso di investire qui a Catania, con la fondazione di Phoebus, la nascita del laboratorio di ricerca di Passo Martino, la centrale solare termodinamica Archimede e, infine, la 3SUN, la fabbrica di Enel Green Power per la produzione di pannelli solari ad alta efficienza. Innovazione, ricerca, sperimentazione e lavoro, ne sono il concreto risultato per una terra che da una parte è figlia del calore che proviene dall’Etna (e che forse dovrebbe essere riscoperto come fonte di energia alternativa, così come l’Islanda e non solo). E dall’altra, figlia del sole che appena da qualche miliardo di anni, ci dà luce e calore a costo zero. E purtroppo, invece, la Sicilia è terra di desertificazione lavorativa e demografica”.