Pantelleria e Salina sono le prime isole della Regione siciliana da cui partirà il progetto “energia pulita” che nasce dall’accordo di programma dello scorso settembre. A firmarlo il governatore Nello Musumeci, l’amministratore delegato di Cassa depositi e prestiti Fabrizio Palermo e l’amministratore delegato di Terna Luigi Ferraris. L’obiettivo è quello di rendere più autonome le isole minori in tema di approvvigionamento di energia, ma che sia proveniente da fonti rinnovabili. “Gli arcipelaghi delle Eolie, delle Egadi, delle Pelagie, con Ustica e Pantelleria costituiscono un preziosa risorsa naturalistica e paesaggistica, ma l’erogazione di energia e di altri servizi il più delle volte è un problema. I rifornimenti assicurati via nave, infatti, subiscono frequenti interruzioni nei periodi di maltempo e, in assenza di una rete di distribuzione, anche la fornitura del gas da cucina e per il riscaldamento rappresenta un seria complicazione.
Pears 2030, il piano energetico ambientale
La Regione ha inserito nel Pears 2030, il Piano energetico ambientale, il progetto per la produzione di “energia pulita” in tutte le isole minori, accelerando così l’iter. “Siamo impegnati a rendere le isole minori siciliane non più dipendenti dalle forniture di carburanti fossili, ma alimentate da fonti energetiche rinnovabili. È un progetto ambizioso e complesso, ma è l’unica strada che possiamo percorrere per ridurre l’inquinamento, consegnando, così, ai nostri figli, e ai nostri nipoti, un ambiente non irrimediabilmente compromesso”, ha dichiarato Musumeci.
Il progetto green per Pantelleria
Pantelleria che oggi usa soprattutto combustibili fossili, potrebbe invece sfruttare le differenti fonti energetiche rinnovabili che caratterizzano il territorio del trapanese di cui fa parte. Non manca nulla: alta velocità media del vento, radiazione solare, moto ondoso con alta densità di energia nella stagione invernale nonché energia geotermica. “Per tutti questi motivi Pantelleria è stata scelta come isola capofila, sia a livello regionale che nazionale, nel processo di transizione energetica proposto dal decreto isole minori”, fanno sapere dalla Regione. Il progetto vuole proprio integrare le diverse fonti rinnovabili così da fornire un livello di potenza compatibile con la domanda di energia elettrica e minimizzare gli sprechi. “La Regione prevede di eseguire studi approfonditi nelle aree già precedentemente investigate, attraverso indagini moderne e puntuali per verificare l’entità delle reali potenzialità. Successivamente sarà valutata la fattibilità di un progetto pilota con l’obiettivo finale di giungere alla realizzazione di impianti tecnologicamente avanzati a elevata sostenibilità ambientale”, si legge nel comunicato. Non si escludono impianti ibridi come l’integrazione del sistema elettrico con quello idrico, con la produzione di acqua dolce attraverso i dissalatori nei momenti di surplus di produzione elettrica da fonti rinnovabili.
Salina come isola pilota dell’Ue
La seconda isola siciliana che potrà contare sull’approvvigionamento energetico da fonti rinnovabili è Salina, nell’arcipelago delle Eolie. Unica ad avere aderito sia al Patto delle isole che al Patto dei sindaci, ha notevoli risorse di energia rinnovabile (fotovoltaico, eolico, solare termico, moto ondoso, celle a combustibile, biomassa e biogas, geotermia), oggetto del futuro utilizzo nell’ambito del Progetto Salina “Isola pilota dell’Ue”, in stretta collaborazione con il Clean energy for Eu islands secretariat. Qui non solo si vogliono sfruttare tutte le fonti energetiche rinnovabili per la produzione di energia necessaria al funzionamento dell’isola e delle esigenze dei suoi abitanti, si vorrebbe cambiare anche il sistema di mobilità privata e pubblica. Si pensa dunque alla sostituzione degli attuali autobus a gasolio con mezzi elettrici, ma anche a leve e incentivi, per il coinvolgimento partecipativo e durevole della popolazione e degli stakeholders locali oltre che di quello dei tre Comuni isolani. In generale, a “un’agenda di azioni finalizzate ad abbattere le emissioni di Co2 in atmosfera oltre il valore del 40 per cento previsto dalla Ue al 2030.
Non solo interventi nelle isole minori
L’Accordo con Terna e Cdp prevede investimenti per 614 milioni di euro nei prossimi cinque anni e oltre agli interventi nelle isole minori sono previsti anche nuove opere per lo sviluppo della rete elettrica regionale, interventi di rinnovo, “Corridoi Verdi” ovvero corridoi ecologici lungo i tracciati delle linee elettriche esistenti in aree boschive, sistemi di accumulo e sorveglianza e monitoraggio.
I nuovi percorsi energetici
In particolare si prevedono due nuovi elettrodotti a 380 kV. Uno per migliorare la continuità della fornitura dell’energia elettrica nell’area centrale della regione, l’altro per la Sicilia orientale. Il primo collegherà dunque la stazione elettrica di Chiaramonte Gulfi, nel territorio di Ragusa a quella di Ciminna, nel palermitano, il secondo la stazione elettrica di Paternò, in provincia di Catania con quella di Priolo, nel siracusano. Con l’obiettivo di superare le congestioni sulla rete Alta Tensione nell’area centro orientale dell’isola, è prevista la realizzazione di una nuova stazione di trasformazione 380/150 kV di Vizzini. Sono inoltre previsti dal progetto interventi di riassetto della rete elettrica di Palermo, Catania e Messina nonché di interconnessione col resto del Paese. Nello specifico si è pensato alla realizzazione di un collegamento HVDC fra Sardegna e la terra ferma che consentirà di realizzare il progressivo piano di decarbonizzazione del sistema elettrico. C’è poi un progetto di interconnessione elettrica Italia- Tunisia.