La commissione Bilancio dell’Ars ha approvato il disegno di legge sull’esercizio provvisorio. Una pezza agli squilibri indicati dalla Corte dei Conti, che hanno richiesto una piccola (ma poi neanche tanto) manovra, immediata, in vista di varare quella più organica. Il provvedimento dovrà adesso passare dall’aula, per essere approvato probabilmente la prossima settimana. La novità più consistente è l’ampliamento dell’esercizio provvisorio: il testo del governo aveva previsto una durata di due mesi, mentre un emendamento approvato lo prolunga a tre. Per evitare nuovi rattoppi, la Regione ha quindi tempo fino al 31 marzo per approvare la legge di Stabilità.
Gli ultimi ritocchi
La commissione ha abrogato l’articolo 2, che riguardava il trasferimento a carico del bilancio regionale del mutuo del sistema sanitario. Se ne riparlerà nella Legge di Stabilità. Passa l’articolo 7, uno dei più problematici: istituisce un fondo di compensazione di 15,9 milioni di euro. Sono destinato a garantire gli stipendi di una serie di enti, associazioni, teatri che aspettavano parte delle retribuzioni del 2019, e a pagare le retribuzioni di alcune categorie, quali bacino dei Pip, Lsu (lavoratori socialmente utili), personale Resais, cantieri di servizi in favore dei comuni destinatari del Reddito minimo di inserimento ed emolumenti aggiuntivi per i carabinieri. Decisiva, nell’approvazione dell’articolo, è stata la riscrittura che ha indicato una più precisa destinazione delle risorse.
Le novità più contestate
Via libera anche all’articolo 6, che prevede 250 mila euro per il funzionamento della commissione regionale tecnica specialistica che si occupa di rilasciare le autorizzazioni ambientali. In una precedente versione, la cifra era doppia. Contrario al dimezzamento il M5S, secondo il quale sarebbero già stati “risicati” 500 mila euro. Un emendamento ha “spostato” 250 mila euro, destinandoli ai consorzi di bonifica per bloccare le cartelle esattoriali per il pagamento dell’erogazione dell’acqua in agricoltura. In commissione è arrivato il nulla osta all’articolo 10, che prevede, per il 2020, una riserva delle ex Province di 1,2 milioni da destinare al personale “ex doposcuolista” dei comuni di Paternò e di Santa Maria di Licodia. Altra norma, questa, contestata perché copre una spesa che sarebbe in capo alla città metropolitana di Catania.
Le risorse per enti e teatri
Resta, all’articolo 1, il tetto alle super-pensioni (160 mila euro lorde) degli ex dipendenti regionali. Ci sono le risorse per i forestali, per l’Ente di sviluppo agricolo (si era parlato di tagli per 8,8 milioni) e per i Consorzi di bonifica (niente sforbiciata da 48 milioni). L’esercizio provvisorio stanzia fondi per diversi enti. Cifre che valgono per tutto l’anno e non solo per i primi tre mesi del 2020: 3,4 milioni per per enti parco e riserve naturali, altri 1,2 milioni per la loro gestione. Poco meno di 400 mila euro per il teatro Stabile di Catania e 2,8 milioni per il Bellini. Arrivano 960 mila euro per il teatro di Messina, 635 mila per il teatro Biondo di Palermo e 1,7 per il Massimo. Ci sono anche 2 milioni per l’Orchestra sinfonica siciliana e 145 mila euro per l’Istituto nazionale del dramma antico. Critico il M5S: “L’esercizio provvisorio non risolve il problema dei teatri”, afferma la deputata regionale Gianina Ciancio. Il disappunto non è dovuto tanto all’entità dei fondi, quanto al rifiuto della presidenza della commissione di discutere un emendamento che avrebbe inserito i contributi ai teatri tra le spese obbligatorie.